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Pasquale Lettieri
I 219 racconti di Pasquale Lettieri
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Tra stradine strette e fumo di zolfo,
tra vicoletti non assolati e massi lavici che rivestivano
la pavimentazione delle viuzze corte non alberate; Improvvisamente attraverso un piccolo buco mi ritrovai come d’ incanto nella parte centrale
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Misi le mie cose e tra queste, libri, penne, colori, e gran parte dei miei sentimenti e volai.
La cartella la portavo sulle spalle piccole e striminzite per raggiungere la scuola situata all’ apice di una salita irta chiamata monte Olivella.
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Si chiamava Giovanni ma tutti noi suoi amici lo chiamavamo “ ‘ O Sorice “ non mi ero mai chiesto il perché gli avevano messo questo soprannome così buffo. Ci vedevamo spesso, avevo all’ epoca quattordici anni e
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Quando saliva dalla Pignasecca per tornare alla sua casa, sita al Vicolo Ventaglieri quartiere Avvocata, “ ansa di un
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Onore alle armi gridavano riuniti i capi di stato.
Onore ai caduti della disperazione e della miseria della grande guerra degli spread e dei petrodollari. Ogni giorno intanto un soldato si liberava della propria vita. Vita che come un vestito
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Quann e gugliun do vicolo mm venevan a’ cercà
Ppè fa a’ guainella, er felic e pazzià insiem
allor, mm chiammavn Pascà, e mm dicevan iamm
jucare.
O’ vicolo addivintava nu campe e battaglia.
Ci
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Viaggiavo in un treno (la vita)
che non mi apparteneva per niente.
Dal treno vedevo solo periferie spente,
luci oscure e l’ arte di arrangiarsi alla meno peggio.
Nel vagone buio che trasportava corpi da una sponda (nascere) all’ altra
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Quando arrivava la primavera il mio cuore, si apriva come un fiore, pulsavano forte i battiti del nuovo, del risvegliarsi alla vita. Dall’ albero dell’ acacia un profumo dolce mi trasportava lontano da me, tra radici di terra e appartenenza.
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Carico spesso me stesso sulle spalle del corpo. Corpo, che a volte stanco, fatica a portare il peso dell’ esistere come un sacco di farina. Eppure, ho un’ anima leggera, ho gambe muscolose è forza spirituale. Vado avanti
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Sul tappeto verde da gioco della sala Roma sita in Via Toledo cinquanta, le palle da biliardo, marmoree e fredde, rotolavano sul tappeto verde prendendo energia da una stecca di legno lucida, tenuta nelle mani calde di Eduardo che
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A sera tardi, dopo aver cenato salgo spesso sul terrazzo dove abito per respirare me stesso sotto le stelle a pieni polmoni. Mi raccolgo insieme a loro e a qualche pezzo di luna che pallida spunta in questi tempi. Prego, e pregando mi
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Mio padre si chiama Pasquale ma lui si fa chiamare Pasqui. Io lo chiamo babbo o molto raramente papà.
Lo voglio un mondo di bene e anche di più. Se avessi
un foglio di cento metri, scriverei tantissimo di lui. Lui, sa sempre dare il meglio
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Abitavo in un vicolo di Napoli quando ero piccolo, il vicolo si chiamava vico Lepre ai Ventaglieri. Era un vicoletto situato sotto ad un monte, pieno di bassi e di panni sempre stesi su fili alti che raggiungevano altri palazzi.
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Mandami a chiamare e se non mi trovi riprova
nell’ andare allo stremo dall’ andare avanti e indietro
dentro di te, tra la tua anima la voce Sua e i percorsi del divenire.
Scala la resistenza del tuo eco, ammorbidisce il muro con molliche
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Quando stava triste, il Suo cuore si ritirava dalla vita. Silenziosa batteva a ritmi lenti la canzone del nulla. Gli occhi gli diventavano lucenti, le mani fredde e le rondini scomparivano dall’ orizzonte della Sua anima. Macinava dolore,
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Chicchi di grano nell’ acqua.
Litigando con le nuvole il sole si fa strada
bagna nell’ acqua i chicchi d’ orati.
Danzano sulla cresta dello specchio che è il mare.
Si muovono, si acchiappano, si baciano,
giocano come bambini
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Mistico al presente
A sera tardi salgo sull’ ampio terrazzo che sovrasta casa mia, percepisco il bisogno di pregare sopra il tetto di casa. Unito raccolgo gli occhi per osservare la matematica delle stelle e le figure geometriche che tengono
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Non mi piaceva il colore del mondo quando ero piccolo, non mi piaceva perché vedevo tutto in bianco e nero. A volte qualche sfumatura di rosso si mescolava tra questi due colori, ma non era festa. Se mi chiedete il perché nemmeno
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Scrivono i porci e le galline che assonnate dal comparire fanno chicchi, ricchi… Siamo tutti bravi. Un incubo è diventato sta questione amara. Scrivono tutti, scrivono racconti, le galline della De Filippo, scrivono commedie, i
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Certo che tra il voler essere e l’ essere ci passava una grande differenza, come il dilemma che tutti proviamo: “ quale è stupidamente, essere o apparire” Navigavo a visto, a volte mi sdraiavo sullo sdraio fuori al terrazzo tra
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Stavo con le gambe incrociate sulle pareti del cuore. Mi chiedevo continuamente dell’ oltre all’ amore, ovvero, cosa
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Quella mattina non avevo nessuna voglia di vedere e di ascoltare nessuno, chiamai al lavoro e chiesi una giornata di riposo. Mi sorseggiai un buon caffè, feci una buona colazione. Raccolsi fiori dal giardino del mio spirito. Li scelsi con
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Camminavo con fatica per attraversare la valle del possesso e quella dei legami forti. Non so il perchè, ma facevo fatica a percorrere questa valle maledetta che ancora lega l'uomo alla scimmia. Eppure avevo combattuto tante guerre,
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Da tempo me ne stavo all’ ombra dove i raggi del sole non facevano luce. Stavo in un angolino ad aspettare Babbo Natale che mi portasse un bel regalo in quei pacchi multi colorati legati da un grosso nastro rosso di colore. Non
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Me ne stavo seduto sul divano di casa mia semplicemente ad abbracciarmi, in poche parole godevo della mia persona senza occuparmi di alcuna cosa futile o di altro. Ascoltavo musica mentre l’ odore di incenso usciva tremolante da un
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Aveva appena nove anni l'agnellino, quando accadde l'irreparabile.
Mentre il percorso della Sua vita procedeva felice tra i pascoli verdi e distese bagnate dal giallo colore del sole, ecco che improvvisamente un temporale
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Adele perse la battaglia perché il corpo l'abbandonò. Anche se la sua anima non voleva saperne di lasciare il nido di carne dove si abbeverava di sangue. La lotta fu aspra e senza esclusioni di colpi. Ma si sa, da queste battaglie, ne esce
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Giallo popolare.
Simona e Federico si giurarono eterno amore nell'aprile dell'anno duemila, Ferdinando e Graziella quando questo avveniva già erano sposati da due anni. Sembravano felicissimi e innamorati, solo a guardarli , il loro
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Non si curava affatto dell'esteriorità delle cose, dentro possedeva la luce. Viveva di sé, aveva sempre vissuto del proprio provare, lo colmava dal vuoto che la terra girando produceva.Tante volte si arroccava nella sua dimora, gli
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Solitamente stavo sempre seduto dentro di me a meravigliarmi di quanto succedeva nel mondo.
E in quel tempo veramente accadeva di tutto.
Guerre, carestia, miseria, conflitti generazionali, violenza, malattie, disoccupazione, dolori e altro, c'era poco
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Camminavo sulla sabbia bagnata in cerca di pietre particolari , allora avevo la mania di raccogliere pietre che mi suscitavano immagini fantastiche, quando improvvisamente l'orologio che era il mio cuore si fermò. No, non aveva avuto un
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Sparecchiai la tavola una sera di luglio, tolsi i bicchieri di cristallo e le posate di porcellana, guardai la luna piena nel cielo intessuto di stelle e spensi le candele, che dentro al candelabro di ottone ancora erano calde di
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Quando Francesca si accorse che il mondo era tanto diverso da come Lei se lo era immaginato da piccola, scoppiò come scoppiano i vulcani quando sotto pressione della lava aprono la pancia. Solo che Lei, non aprì la pancia, ma fece
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Mi affrettai a prendere l'aereo dopo aver ricevuto una cartolina da parte di Don Eusebio. Questo mi chiedeva se potevo con i miei poteri magici, aiutare una persona che stava profondando nella sabbie mobili della Cambogia. Don
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Quando Lena si trovò sola a cospetto di tutto quello che bolliva nella pentola dentro di Lei, quasi sveniva, perché dall'alto, osservando bene nel pentolone, vedeva la Sua vita trascorsa fino al quel
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Stavo guardando il cielo , quando improvvisamente l'anima traspormatasi in una farfalla dai vivaci colori, si involò in cerca di una dimora diversa. I forti rumori del dolore che rimbombavano nella casa dove abitava e
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Quando si muoveva sulle gambe snelle, Pasqualino quasi cadeva. Era snello come lo stuzzicadente, aveva il viso pallido e gli occhi scavati. Indossava sempre pantaloncini corti e magliette a mezze maniche. Si muoveva nell'aria di quel tempo come
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219 racconti trovati. In questa pagina dal n° 161 al n° 200.
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