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Viaggiavo in un treno (la vita) in segmenti di tempi ristretti e poco consoni all'evoluzione, cosa indispensabile al progredire per poi scendere in stazioni diverse nel tempo. Dal treno, si intravedevono solo periferie spente, luci oscure, ombre di alberi e uomini abbandonati a se stessi.
Nel vagone buio che trasportava corpi da una sponda (nascere) all’ altra, parallela, ma diversa, (morte)
si viaggiava veloci...freneticamente,
tra la vita nascente e prolifera dell'infanzia,
fino alla meta del non ritorno (perdita senza rivincita) del tempo che passa.
Il vegetare e consumare era il menù preferito sul treno.
Nutrirsi era una delle regole; Altre, il non comprendere e il crescere senza pensieri propri, cioè, ignorare se stessi. Il dolce prelibato era per pochi fortunati e veniva servito ai pochi passeggeri muniti del biglietto magico. Se non eri amico del capo stazione di turno e non appartenevi alla cerchi dei privilegiati di nascita,
ti serviva a poco nutrirti delle poche cose necessarie, queste, non bastavano
a comprarti alcun biglietto di prima classe per lo spettacolo dell'esistere e per guardarti bene allo specchio...per dire semplicemente che bel viaggio la vita...
Viaggiavo... coprendo il finestrino dove ero seduto scomodamente e in male modo,
con una tendina grigia, questo, per non osservare il panorama triste che veloce svolgeva la corsa, mettendo in mostra il lato più oscuro degli uomini. Certo che era triste... vedere l'umana specie ridotta all'edonismo più crudo.
Il mio vedere non proveniva dai miei occhi,
era la chiara luce del guardare diversamente le scene e il mondo da un'altra angolatura, questo aspetto di vederenon attraverso gli occhi, era il
patrimonio acquisito dal mio stato evolutivo raggiunto nel tempo che passa.
Dormivo e sognavo, il più sognavo...
non c'ero spiritualmente, nel vagone del tempo che passa. Ero altrove, a gustarmi le immagine che creavo.
Viaggiavo tra me, in terre sconosciute in cerca di acqua e di qualche faro che mi conducesse altrove.
In terre abitate da musici e poeti.
In terre dove suonatori di verità antiche e uomini anticipatori di tempi potevano indigarmi la strada del raggiungimento.I cieli che guradavo erano di colore rosa perlato,
dai loro cuori, lune si affacciavano per guardare la pallida terra, tante lune dai colori differenti tra loro, con orbite non sempre uguali e con movimenti che sfuggivano ad ogni regola matematica conosciuta dall'uomo.
Queste, illuminavano la strada del percorso nella notte buia dei tempi oscuri, creati dalla perfidia e dall'egoismo dell'uomo e della sua arroganza.
Quando all’alba … il controllore del convoglio
mi svegliò dall’ oblio del sonno
per controllare il biglietto del treno che mi trasportava, mi ritrovai immediatamente mal volentieri seduto alla poltrona di pelle rattoppata e quasi insignificante
che rappresentava la vita e i suoi percorsi spenti, stanco... mi meravigliai di tale richiesta da parte del controllore, era come chiedere ad un neonato il biglietto d'ingresso nel mondo. Deluso dal mio pensare, scavai nelle tasche della giacca, il prezioso biglietto dell'oscuro viaggio prestabilito. Mostrato il permesso, scusate... il biglietto, continuai a viaggiare attraverso la poltrona morbida e intatta della mia fantasia. Eliminai in un solo colpo il vagone del treno dove viaggiavo per arrivare sano e integro a nessuna meta. Erano tempi bui... e ognuno cercava di viaggiare nel miglior modo possibile nella carrozza del treno,questo avveniva a discapito di tutto e di tutti. Dovevamo scendere fortunatamente ogn'uno di noi alla stessa stazione...non ci stavano stazione diverse per i possessori di biglietti magici, fortunatamente questa regola era assoluta. Nonostante ciò, nessuno era solidale con gli altri passeggeri .
Mi svegliai presto dal sogno, avevo dormito male... il rumore forte della sveglia mi fece aprire i reali occhi, era solo un sognare, un dormire male, fortunatamente solo un sogno... Immagini di segmenti di tempo paralleli alla nostra vita che ne approfittano del sogno, si impossessano di noi mentre dormiamo e ci trasportano da altre parte di quel noi che non conosciamo.
C'è un mondo sommerso in noi, dove solo uomini coraggiosi ci arrivano, un mondo fatto di alte montagne, di fiumi di fuoco, di lotte e contrasti, di guerre e battaglie. Non esiste il tempo, nè i secondi nè minuti, tutto avviene all'istante, senza preavviso. E' il vasto mondo del tutto, il mondo del principio, il mondo del silenzio assoluto, dove ogni cosa prende forma se solo lo vogliamo. Solo uomini di spirito e coraggiosi vi possono accedere. Per guida solo amore, null'altro che il tenero sentimento che con occhi chiusi scorge luce nell'infinito oscuro.
Si scopre il noi, si scopre il sè, si torna indietro e con un balzo si sta avanti, si scopre l'attimo e la percezione dell'esistere, tutto avviene in un lampo, tutto già è avvenuto, tutto accade e accade, e noi sappiamo, piangiamo a volte, a volte sorridiamo, poi piano,
nell'avvenimento noi navighiamo, anticipiamo, discostiamo, ma con l'amore già sappiamo.
Vi è un mondo in noi, dove solo gli eroi alzando la spada al cielo e muniti solo di coraggio sfidano i draghi oscuri dell'illusione.
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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