Cambogia - Racconto di Pasqui (Fantasy)

Mi affrettai a prendere l'aereo dopo aver ricevuto una cartolina da parte di Don Eusebio. Questo, mi chiedeva se potevo con i miei poteri magici, aiutare una persona che stava sprofondando nelle sabbie mobili della Cambogia. Don Eusebio, ci teneva molto all'anima della poverina, e siccome c'era un grosso legame spirituale con lo stesso Eusebio, accettai!

Partii la sera stessa, la poverina stava quasi soffocando tra le sue paure e i suoi serpenti immaginari, e anche se per telefono avevo raccomandato al prete, di non farle fare movimenti e di stargli vicino, questa, si dimenava, si struggeva in un continuo lamentarsi del fango che la inghiottiva. Non avevo tempo da perdere, quindi...

L'aereo si alzò dalla pista all'una di notte, il cielo era sereno, e il luccichio delle luci della città scomparirono agli occhi ben presto. La Cambogia mi aveva sempre affascinato, anche se immaginavo i Cambogiani guerrieri bendati con fasce sulle tempie. Chissà... forse l'immaginario creato dai film d'azione che avevo visto al cinema, aveva fatto presa attaccandosi come una gomma masticante sotto le suole dell'inconscio.

Dopo dodici ore interminabili di volo, e cambi d'aerei, mi ritrovai stanchissimo nelle braccia di padre Eusebio. Immediatamente ci abbracciammo, ci stringemmo come si stringono gli amanti che non si vedono da lungo tempo, e dopo la stretta dei nostri corpi, ci mettemmo a discutere del caso della persona sofferente , la quale, nel frattempo stava annegando nelle sabbie mobili del suo essere.

Era una donna giovane, di nome Shiuzzachi e si trovava nelle sabbie mobili da tantissimo tempo. Da quando in realtà aveva smarrito la strada del suo cuore, ovvero quella strada semplice che conduce a Sentimento: " località della Cambogia, dove si incontrano i conflitti più severi per la crescita individuale e quella esistenziale della vita".

Aveva appena pochi anni, e il suo cuore si involò per la troppa cattiveria che un destino feroce e crudele gli aveva riservato. Aveva perso la famiglia in un bombardamento, uno dei tanti bombardamenti che si succedeva in quell'epoca quasi ogni giorno e quando aveva appena tre anni, fu venduta ad una famiglia di contadini per un cesto di rosse e aspre ciliegie, venduta da parenti serpenti, che non sapevano che farsene di un'altra bocca da sfamare.

Corremmo da farci saltare il cuore dal petto io e Don Eusebio, dopo la breve e piccola parentesi di spiegazione che ci demmo, corremmo immediatamente nella foresta, veloci come due leopardi corremmo tra la fitta vegetazione degli alberi che non lasciavano trasparire nessun pezzetto di cielo. Tra paura e voglia di tirare fuori dalle sabbie mobili l'anima di Shiuzzachi. Quando arrivammo nel luogo, lei, Shizzachi, stava appoggiata ad un grosso tronco d'albero, dormiva, aveva il respiro affannoso, e l'angoscia del nulla si leggeva ben chiara sul suo viso cereo. Aveva paura... paura di vivere!

Non c'era tempo da perdere, mentre padre Eusebio si affrettava ad aprire il libricino delle preghiere, libricino che sempre si portava in tasca, io, in fretta aprii il mio cuore, e gli parlai. Gli parlai della vita, gli parlai delle bellezze che ogni anima possiede, e come per incanto della magia che possedevo, le scene di vita serena, si susseguirono come in un cortometraggio, si vedevano uccelli volare, farfalle dai mille colori posarsi sui petali di ogni cuore. Amanti baciarsi, bambini sorridere e mondi diversi da quelli che gli occhi intravedono, quante nascite nuove osservammo... Affascinata Shiuzzachi sorrise, e chiedeva a voce alta: " ancora! Ancora voglio immagini di mondi diversi". E così, i mondi di tutte le menti e di tutti gli esseri, gli apparivano in una nuova luce, tra fasci di non tempo e certezze non scontate. Pianse molto, pianse in quel pianto liberatorio che solo i giusti, provano nella foresta del nulla. Nel frattempo, per la troppa magia della visione, persi tanto sangue, tanto ne persi che svenni. Come in un sogno, il corpo scomparve. Evaporai da me!

Mi ritrovai all'alba in una capanna tra il cinguettare di uccelli mai visti, in una foresta mai conosciuta prima, ero solo con me stesso.

Uscii di corsa della capanna, si uscii tra le tante anime incontrate la sera prima. Il sole accecante della Cambogia mi salutava, avevo fatto un bel viaggio nell'anima del mondo. Shiuzzachi, era un personaggio della mia vita precedente, ci tenevo a tirarla fuori dalle sabbie mobile, ci tenevo a tirarmi fuori dalle sabbie mobili. Anche Don Eusebio era un'altro personaggio di una vita antecendente, non so come avvenne, ma ci ritrovammo nella foresta Cambogiana tutti e tre insieme, piccole parti della stessa anima, ma no dello stesso tempo.

Ci abbracciammo, e insieme decidemmo di ritornare nel mondo del reale con un unico volo, attraversando il cuore del tempo e quello del nostro tempo con le sue noiose ore.

Guardammo il disco d'oro rosso, nel cielo Cambogiano con gli occhi stupiti, sparimmo in fretta.

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