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Annamaria Barone
I 27 racconti di Annamaria Barone
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In un paese lontano lontano viveva una bambina dagli occhi grandi ed i capelli riccioli e neri come fili di fumo, il suo nome era Clorinda. Il suo villaggio era formato di case di fango e di paglia e tutti erano contenti e vivevano in grande
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Si affacciò alla finestra e guardò il cielo. Quella notte avrebbe nevicato.
La notte di Natale, la prima senza la guerra, senza le bombe, senza la paura che attanaglia le viscere. Eppure quattro anni prima...
« Voglio parlare con un
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Lisa credeva nell'Amore.
Ed alla forza che quel sentimento poteva sviluppare fino ad annullare tutti gli ostacoli ed i limiti umani.
Lisa credeva alla magia.
Delle cose che accadono anche se vanno contro tutte le credenze diffuse.
Lisa credeva nei
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Aveva preso tutto: la cartella con i bozzetti ai quali aveva lavorato per tutta la notte era appoggiata sul sedile posteriore, le copie della relazione ben ordinate accanto a lui, la pen drive, la Mont Banc portafortuna nel taschino dell’ elegante
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Tutto sembrava uguale a come lo aveva lasciato, erano passati dieci anni, una vita, ed ora forse era troppo tardi.
Il sentiero scendeva ripido verso la spiaggia, affiancato da euforbie, da cisti odorosi, dal corbezzolo grondante bacche succulente, ma non
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Lo stesso vento di quella notte. Ha una voce diversa quando si insinua tra le travi del tetto e fischia al punto da
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Mi sveglio all'improvviso con lo smarrimento di non sapere dove sono, forse un rumore o un pensiero mi hanno strappato da un sonno melmoso, senza sogni, nel quale sono annegata solo un paio di ore prima. Ho caldo, mi scopro, raggelo immediatamente, ho
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“Vai al mare” mi hai detto, quando hai sentito che la mia voce si incrinava al pianto. Quando hai percepito tutto il mio smarrimento, lo sperdimento di chi si sente abbandonato in mezzo alla tempesta.
“Vai al mare, ti farà
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“ Violetta sveglia! E' ora di alzarsi per andare a scuola!” la voce mamma la stava chiamando da basso, avvolta dall'acciottolio delle tazze in cucina ed il profumo buono di caffellatte che saliva fino nella sua cameretta, in cima ad una
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Era tornata in quella stanza, dopo un lungo viaggio che le aveva consumato scarpe e cuore, era tornata per restare questa volta, per lasciare che le sue ali affrante ritrovassero la forza del volo. La prima cosa che fece, appena aprì la porta, fu
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La vide arrivare come ogni mattina, accompagnata dal suo grande pastore tedesco, indossava un abitino colorato,
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Buio
La piazza del mercato era invasa dal sole, lo sentiva quasi bruciarle gli occhi, accecati dal riverbero, il cielo era di un blu intenso, meraviglioso come solo i cieli invernali di Kabul sapevano essere. Il vociare della piazza la stordiva, le
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Finalmente l'estate!
Finalmente poteva venir via dall'umidità, dalla nebbia che ti penetra nelle ossa ed inumidisce i vestiti, dal buio anche di giorno, il sole, solo un debole disco di luce lattescente senza calore.
I colori smorti, ingrigiti,
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Lo avevano deciso quasi all'unisono, forse aleggiava nell'aria di quel Natale silenzioso, triste nonostante le luci, nei loro cuori che sembravano stessero spegnendosi, come quella fine di anno, come quei mesi di crisi assurda, di dolore, di mancanza, di
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Scrivere di te.
E' facile e difficile al contempo.
Voglio raccontare l'uomo.
L'uomo come l'ho percepito nei lunghi ani nei quali abbiamo condiviso il nostro tempo.
La prima immagine che mi viene alla mente è la foto nel giorno del tuo matrimonio:
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Il caldo era una coperta che avvolgeva la sua pelle, senza lasciarla respirare. Un generale senso di malessere lo induceva ad accendersi una sigaretta dopo l’ altra, con il fumo che gli bruciava la lingua ed il palato, tanto nemmeno l’
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Varco quel cancello: la sbarra, la guardia alla porta ed entro in un altro mondo, pochi metri tra gli edifici militari e comincia una strada che sembra disegnata su un film americano, Texas? Arizona?Abbasso i vetri del finestrino e l'auto viene inondata
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Era cominciato tutto così, in un giorno qualsiasi della lunga estate nella savana. Si era svegliato con un raggio di sole che giocava sul suo naso provocandogli un solletico che era esploso in un sonoro starnuto! Le foglie del suo giaciglio erano volate
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Anche quell'anno era arrivata l'estate! Lo percepivo dalla luce, dal calore che avvolgeva sempre la mia pelle e dalla
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E' strano come a volte, alcune circostanze, ti diano il senso della tragedia imminente. Voglio raccontare una vicenda che mi è capitata l'altra sera... capitata non è esatto, ho intuito, “ visto” come fotogrammi al rallentatore
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27 racconti trovati. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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