Era cominciato tutto così, in un giorno qualsiasi della lunga estate nella savana. Si era svegliato con un raggio di sole che giocava sul suo naso provocandogli un solletico che era esploso in un sonoro starnuto. Le foglie del suo giaciglio erano volate via come se fossero impazzite, ma il suo naso lungo emetteva degli starnuti straordinari! Anche quel giorno, con i suoi amici, Gabriella la gazzella, Arnaldo il suricata, Raffi la giraffa, e Penelope l'antilope, sarebbero andati a cercare avventure nella savana-Ognuno di loro, per quanto fosse stato messo in guardia più volte dai propri genitori sui pericoli mortali della savana, sognava la grande avventura della propria vita, quella da raccontare la notte, seduti nella grande radura illuminata da una luna grande come tutto il cielo, magari mostrando qualche “ cicatrice di guerra”, proprio come quella grande che esibiva con orgoglio suo padre e che gli attraversava la guancia ed era il ricordo di una feroce lotta con un possente caimano. Ma quel giorno no, proprio non ne aveva voglia, avrebbe fatto di tutto per evitare di incontrare i suoi amici, perché quella sera, all'ombra del grande baobab, non appena la luce accecante del sole si fosse placata, tutti gli animali sarebbero usciti dai propri rifugi e sarebbero andati ad ammirare l'esibizione che avevano organizzato tutti loro per la festa di metà giugno.
Era stata un'idea di Gabriella, lei amava ballare e leggiadra si muoveva quasi come se fosse senza peso, come se solo il vento muovesse le sue zampe magre ed eleganti. Raffi aveva imparato una danza orientale, sinuosa ed elegante e con il suo lungo collo era una bellezza da guardare mentre oscillava con ritmo ipnotico al suono del bongo. Arnaldo era uno spettacolo mentre si esibiva nel suo hip hop, ma lui? Li aveva provati tutti, ma finiva sempre per inciampare nella proboscide, o finire nella polvere a causa dei suoi piedoni o rimanere in bilico sulle zampe posteriori il tempo infinitesimo prima di finire rovinosamente a pancia all'aria, tra le risate dei suoi amici!
“ Mamma non posso, stasera non salirò su quel palco!” si era lagnato quando la mamma lo aveva chiamato perché si alzasse. “ Ma è solo l'emozione della scena! Hai un costume bellissimo e sarai bravissimo nella tua danza africana” la sua mamma lo guardava sorridendo amorevolmente.
No, nessuno poteva comprenderlo, nessuno poteva sapere come si sentiva mentre vedeva i suoi amici muoversi con leggerezza e grazia, saltare e correre nella savana più veloci del vento o arrampicarsi sui rami degli alberi, mentre lui rimaneva sempre indietro, caracollando lento con quelle zampone enormi e quel naso che finiva sempre per impedirgli tutti i movimenti!
“ Sai, Ettore, ogni animale del Signore ha la propria funzione e le proprie caratteristiche, ogni animale di questa savana ha la propria bellezza e grazia, e le proprie peculiarità. Tu imparerai a correre veloce, e la tua corsa sarà travolgente, imparerai ad usare la proboscide che è forte e saprà arrivare fino ai rami più alti, a cercare il cibo...”
“ Anche Raffi arriva ai rami alti e non è così goffa” la interruppe
“ E' vero, e sa correre veloce, ma non ha la tua potenza, la tua resistenza, la tua capacità di ricordare...”
“ Ettore? Ettoreeeeeee, sei pronto?” ecco, erano tutti lì, sospirò profondamente e si diresse con loro verso l'interno della boscaglia alla ricerca di avventure. Era scontroso e di poche parole e se ne accorsero tutti ma lo lasciarono tranquillo, erano amici da quando erano nati e conoscevano i suoi momenti no, sapevano che presto sarebbe passato e sarebbe tornato l'Ettore che tutti conoscevano ed amavano. “ Ho scoperto un percorso nuovo l'altro giorno, seguitemi” Arnaldo corse via verso la parte più selvaggia della savana. I loro genitori li avevano avvertiti di non spingersi laggiù, nell'erba alta che poteva nascondere innumerevoli pericoli, i predatori in agguato o qualche sentiero cieco che li avrebbe messi in trappola.
“ Suvvia, avete paura?” li stava sfidando. Non se lo fecero ripetere due volte e lo seguirono con il cuore impazzito di eccitazione e il timore di stare compiendo qualcosa di proibito. Si inoltrarono nel fitto della boscaglia inconsapevoli di essere osservati da un paio di enormi occhi gialli: quelli di un famelico leone che sorrideva tra sé all'idea delle tenere prede che avrebbe catturato da lì a poco. Quel sentiero era un vicolo cieco e lui lo sapeva bene, si stavano ficcando in trappola. I ragazzi avanzavano lentamente, gli occhi sbarrati di paura ed eccitazione, i sensi all'erta, ognuno di loro si chiedeva perché lo facesse, ma ognuno di loro non avrebbe fatto nulla per evitarlo. I rumori intorno erano assordanti, il sole implacabile, la gola secca, avanzavano in fila indiana e la fila la chiudeva proprio Ettore. Improvvisamente sentirono alle loro spalle un ruggito, per un attimo si fermò loro il cuore, poi, prese il sopravvento lo spirito di sopravvivenza. Arnaldo scattò veloce seguito da Raffi, Penelope e Gabriella, naturalmente Ettore rimase indietro: era troppo lento! Ben presto però raggiunse i suoi amici, erano intrappolati in un vicolo cieco, un intreccio di tronchi e rami impediva loro di andare avanti, ed escluso Arnaldo, nessuno di loro era capace di arrampicarsi su quel groviglio contorto.
“ Spostatevi, ci penso io!” il cuore di Ettore si gonfiò di coraggio, aumentò la velocità arrivò davanti a quel muro insormontabile e con la sola forza della sua proboscide trascinò via un ramo enorme facendo crollare giù tutto il muro. Un salto ed erano di nuovo all'aperto, al sicuro, vicino alle mandrie, con gli adulti pronti a difenderli!
“ Sei un eroe, Ettore! Il tuo coraggio e la tua forza ci hanno salvati! Ma, ragazzi, acqua in bocca e non dite nulla ai grandi che ci metterebbero in punizione.” Ettore era gonfio di orgoglio- Lui, l'eroe!
Quella sera danzò come un vero guerriero, era grande, grosso e forte.
Aveva scoperto la propria bellezza!