Nella mia piccola biblioteca ci sono dei libri morti e dei libri vivi. I libri morti sono quelli che ho finito di leggere da poco o da molto tempo, e i vivi sono quelli sui quali la mia lettura si è fermata a metà, verso la fine o addirittura soltanto all’inizio.
La cosa è abbastanza paradossale, perché di solito i libri letti completamente (talvolta in pochissimi giorni) sono quelli che ho amato di più (potrei dire che la velocità di lettura è spesso direttamente proporzionale al godimento che dà il testo), mentre quelli con un’orecchietta (fatta da tempo immemorabile, a volte, in qualche pagina) sono i libri che meno mi sono piaciuti.
Però resta il fatto che i libri letti completamente sono ormai quasi morti, perché hanno esaurito la loro funzione (ho il difetto di non avere la pazienza di leggere due volte lo stesso volume), mentre quelli lasciati a metà hanno ancora la speranza di essere presi in mano, pensano di avere ancora tante pagine da regalarmi.
Non vale questo anche per le persone che conosco o che ho conosciuto? Non sono esse per me ormai morte se sono convinto di averle lette fino in fondo, di averle giudicate per sempre? (Mi costerebbe troppa fatica rileggerle daccapo e magari, spesso, cambiare le mie idee su di loro; un caso a parte è costituito da quelle pochissime persone che, eccezionalmente, tanto vorrei rileggere, ma non posso farlo, perché si sono allontanate, o perché io ho lasciato che si allontanassero.)
Ma, accanto ai rari individui che ho cercato di leggere del tutto (quelli che più amavo), ce ne sono tanti altri (vicini di casa, conoscenti occasionali, parenti trascurati...) dei quali ho sfogliato solo le prime pagine e che forse non si dispiacerebbero se tentassi di leggerli un po’ di più. Come i libri, però, chissà quanto tempo dovranno aspettare (l’eternità?) prima che li riconsideri, perché, forse sbagliando, ritengo che siano letture poco interessanti, o almeno non confacenti ai miei gusti.
I libri che ho terminato e le persone che ho cercato di decifrare sono morti, ma hanno contribuito alla formazione di una parte di me, e continuano a condizionare parecchi miei pensieri e ad influenzare certi miei comportamenti; i libri e le persone soltanto vagamente decifrati, anche se decidessi, con un grande sforzo di volontà, di dedicarmi a loro, morirebbero senza il piacere di avermi lasciato una qualche eredità...