Alcuni anni fa un comico napoletano (del quale non ricordo il nome), in uno sketch televisivo, disse che i Napoletani sono diventati meridionali solo a partire dall’unità d’Italia, perché prima erano settentrionali, in quanto, nel Regno delle Due Sicilie, la capitale si trovava al nord della maggior parte dei suoi territori...
Una battuta comica, a volte, può contenere più verità di quanto non sembri a prima vista: la differenza fra Nord e Sud è forse più sentita all’interno della stessa nazione che tra nazioni diverse (non credo, ad esempio, che i Tedeschi si sentano superiori agli Svizzeri...)
Ricordo che da bambino, quando una o due volte all’anno andavo con i miei genitori, partendo dalla mia cittadina nel Napoletano, a trovare lo zio paterno in provincia di Salerno, io mi sentivo superiore, perché provenivo dal nord (e la cosa era aggravata dal fatto che il ramo materno della mia famiglia era originario delle Marche, e di quelle del nord...) (Ahimè, quanto sbagliavo! La gentilezza e anche la preparazione culturale della famiglia di mio zio e della sua cerchia di amici erano, sotto diversi aspetti, superiori a quelle riscontrabili nel mio ambiente.)
Tutto, quanto più stava al nord, mi appariva più elevato e migliore, e disprezzavo facilmente ciò che potevo porre al sud. Col tempo, certo, ci si accorge di questi gravi errori, e tuttavia qualcosa rimane, perché è nella natura dei gruppi umani sentirsi superiori o inferiori ad altri.
Nell’antichità succedeva forse il contrario, perché per i Greci e per i Romani erano inferiori i "barbari" che stavano al nord (i Macedoni, o i Germani), mentre la stima per chi stava al sud era piuttosto elevata (per gli Egizi, per i Libici...) A un certo punto della storia, il progresso e la civiltà cambiano direzione, e quei popoli che ne erano stati il faro entrano in una fase di decadenza, passando la staffetta a chi sta al loro nord (o al loro sud): nessuno è in grado di dire se tra qualche secolo la nostra civiltà entrerà in una tale fase di declino che si farà superare, magari, proprio da quegli Africani che ora, umilmente, vengono a cercare fortuna da noi...
Attualmente, comunque, il fatto che il nord abbia una maggiore rilevanza è sottolineato anche dall’ubicazione delle capitali di importanti Paesi nei loro territori settentrionali (Parigi in Francia, Berlino in Germania, Vienna nella piccola Austria... Roma fa eccezione per motivi storici, anche se tutti sanno che la vera capitale - morale, si diceva una volta - dell’Italia è Milano...) ; superata una certa latitudine, però, la vita diventa troppo difficile e ingrata al nord, e allora le capitali si trovano al sud (Londra in Gran Bretagna, Oslo in Norvegia, Stoccolma in Svezia, Helsinki in Finlandia...)
Tornando finalmente alla battuta di quel comico, è probabilmente vero che i Napoletani borbonici si sentissero settentrionali, superiori, ad esempio, ai Siciliani; anche per questo motivo nacque facilmente l’Italia unita, perché i Siciliani covavano un profondo risentimento nei confronti di Napoli capitale (un po’ come i leghisti della prima ora, che abusavano dello slogan "Roma ladrona") , e la spedizione dei Mille di Garibaldi fu preparata anche con la quasi assoluta certezza di non trovare ostacoli nell’isola (poi la spedizione continuò sul continente perché i Garibaldini si resero conto di avere davanti a loro un esercito borbonico davvero decrepito e corrotto, ben oltre ciò che potevano inizialmente immaginare; cfr., ad esempio, la "Storia degli Italiani" del siciliano Niccolò Rodolico, ed. Sansoni, Firenze, 1964) .
Ogni essere umano, purtroppo, nasce con dei pregiudizi (spesso inculcatigli dalla propria famiglia), e ci vuole del tempo affinché riesca a superarli: in età matura, bene o male, di solito ci riesce, e si impossessa di un concetto di tolleranza molto simile a quello ben noto di Voltaire (anche se pure lui non riuscì mai ad essere davvero tollerante con gli Ebrei, ad esempio...)