Sono piccola.
Vivo in un tronco cavo, arredato con gusto ovviamente.
Come vasca da bagno ho una foglia, adattata e resa rigida con un po’ di filo che ho trovato.
Per tende, ho fili di erba lavorati ad uncinetto.
Per tavolo, uso la corteccia dell’albero, per letto ho trovato una vecchia pantofola che ha fatto proprio al caso mio.
Non sono una fata, ma sono una via di mezzo tra fata e streghetta, sai che noia sennò!
Mi chiamo Luce.
Forse, perché sulle ali, mi piace avere sempre un po’ di polvere brillantina.
Durante il giorno, svolgo qualche compito e lavoretto:
Dipingo di nuovo i tondini neri sulle coccinelle sbiadite.
Cambio lampadine alle lucciole stanche (per la sera sennò è buio).
Cambio musica alle cicale scariche.
Gratto la schiena ai lombrichi, che altrimenti non sanno come fare.
Faccio sorridere i bambini volandogli intorno, e mi diverto, a cambiare colore ai petali dei fiori, quasi tutti i giorni, almeno rallegro il paesaggio.
Raccolgo le foglie cadute, facendone coperte per chi ha bisogno.
Faccio ripetizioni sulla storia del bosco e, quando ho tempo, porto i bambini delle altre fatine a fare un giro sul mio automezzo, costruito con le ghiande.
Basta chiamarmi ed io arrivo, solo se chi mi chiama, lo fa sinceramente e con amore.