Qualche giorno prima ero stato intervistato telefonicamente da una nota agenzia sondaggistica di Trieste (che mi aveva sottoposto un’intervista già quasi vent’anni fa, all’entrata in vigore dell’euro, sul quale mi pronunciai del tutto positivamente) . L’agenzia mi chiedeva le intenzioni di voto per le imminenti elezioni politiche. Cosa mai può votare un ex insegnante di francese, con interessi e simpatie anche per (quasi) tutte le altre lingue europee? Un partito che abbia, nel suo nome, ben evidente la parola "Europa" ...
Poco prima di mezzogiorno esco di casa, e vado a piedi (è una discreta giornata) alla scuola elementare (distante circa un chilometro dalla mia abitazione) dove c’è la mia sezione elettorale, la numero diciotto.
Per strada incontro un signore più anziano di me, un vicino di casa che, tutto contento, mi dice di avere appena votato per un movimento che cambierà finalmente (in meglio) le sorti della nostra nazione, e che aveva visto uscire pochi minuti prima, da quella stessa sezione diciotto, circondato dai fotografi e acclamato dalla folla, l’attuale principale esponente di quel movimento, un giovanotto locale che ha incantato mezza Italia con le promesse di un futuro radioso.
Ma io non ho nessuna fretta di vedere quella star ("Fatte accatta’ ‘a chi nun te sape! ", "Fatti comprare da chi non ti conosce! ", è uno dei più incisivi detti napoletani: se nessun concittadino mi ha mai comprato, perché io dovrei comprare un mio concittadino?) , rallento il passo e giungo con calma alla scuola: i fotografi ormai se ne sono andati (forse ne è rimasto soltanto uno), ma la coda è molto lunga (evidentemente s’era bloccato tutto mezz’ora prima...) Per ingannare il tempo, mi metto a parlare con un paio di elettori di mia conoscenza, e a un certo punto (non ho niente da nascondere) manifesto la mia intenzione di voto: alcuni altri che sentono mi guardano piuttosto di traverso...
Il presidente è molto garbato e sorridente e, dopo essersi giustamente accertato del mio diritto al voto, mi dà le schede e una matita, e mi fa accomodare in una cabina (la stessa, vedrò l’indomani su "You Tube", in cui era entrato poco prima quel giovane onorevole con pretese di diventare Presidente del Consiglio) .
Fatto il mio dovere, torno tranquillamente a casa, dando un’occhiata all’abitazione dei genitori di quell’importante giovanotto, che si trova esattamente a metà strada tra il seggio elettorale e la mia casa (il giorno dopo vedrò dei fotografi lì davanti, e una donna matura tutta sorridente affacciata a un balcone...)
Chissà, mi metto poi a pensare, se anch’io, nella mia modesta attività letteraria, mi fossi mostrato sempre sorridente e socievole come quel giovanotto, e se avessi fatto, nel mio campo, affermazioni accattivanti ma strampalate come le ha politicamente fatte lui (che so, la fede in un mondo pieno di pace e d’amore), forse ora sarei osannato e ricercato da una folla di persone, soprattutto giovani (come Neruda, come Pré vert...) Ma no, rifletto subito dopo, non avrei certo avuto successo, perché menzogneri (o, nella più innocente delle ipotesi, sprovveduti, o posseduti dalla dabbenaggine) si nasce e, se ci si sforza soltanto di diventarlo, si viene prima o poi smascherati e screditati!