La gente fa in fretta a trarre le proprie conclusioni sulla pelle degli altri, è facile guardare da fuori e con il dovuto distacco uno spettacolo che per te si svolge prevalentemente dentro e che ti coinvolge nel profondo.
La stessa situazione può avere molteplici risvolti a seconda di chi la vive: c'è chi riesce ad affogare in una pozzanghera mentre c'è chi non si diverte se non affrontando le onde più alte e pericolose, ecco perché non ci si può permettere di sentenziare sulle caratteristiche che contraddistinguono gli abissi di ciascuno di noi.
C'è chi riesce a sentirsi in colpa perfino quando non ha fatto nulla di male, chi sottoponendosi alla macchina della verità riuscirebbe a farsi passare per bugiardo per il semplice fatto d'essere talmente sicuro di avere torto, da convincere persino la realtà dei fatti.
C'è chi sopraffatto dal senso del dovere si venderebbe anche l'anima se potesse, come se spogliandosi di ciò che si è, uno potesse dare a qualcun altro ciò che non ha.
Conosco persone dotate di una sensibilità eccezionale, capaci di descrivere il loro intimo con la genuinità con la quale un bambino disegnerebbe i propri affetti, la cui efficacia sta nella semplicità con la quale riescono ad arrivarti al cuore.
Persone generose che, avendo lavorato su sè stesse, mettono a disposizione del prossimo il proprio bagaglio personale, ben sapendo che il relativo contenuto non è dissimile a quello degli altri viaggiatori, poiché ogni valigia è il ricettacolo di alcuni indumenti comuni senza i quali nessuno potrebbe mai partire.
Di contro gli accentratori, quelli dotati di un'autostima che ha del patologico, di un narcisismo che ha del ridicolo e di un egoismo che li rende prepotenti, sono ciò che riequilibra la filantropia con l'individualismo.
Ci sono poi quelli che, non avendo avuto nulla in dono dalla vita, si sono incattiviti nel tentativo di difendere quel poco che si sono conquistati duramente.
Quelli che avendo dovuto lottare per sopravvivere hanno sviluppato unghie più affilate degli altri e la cui rabbia si è somatizzata nelle loro viscere come una voragine capace di inghiottire la benché minima briciola di felicità, lasciando sulla bocca dello stomaco quella sensazione di fame costante che nulla riuscirà mai ad appagare.
Nell'habitat dei rapaci, ossia di coloro che si cibano delle sciagure altrui, esistono poi facili prede la cui agonia fa gola agli avvoltoi che per natura s'aggirano sulle carcasse dei sognatori.
Ognuno di noi rappresenta dunque la risposta più appropriata alle esigenze dell'altro, nel senso che è facile che ciò che siamo attragga qualcuno con un'essenza analoga, a meno che non si debba prendere visione della propria schiena, in qual caso ci si confronterà con l'opposto della propria faccia.