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Nel cuore della giungla un guaito riecheggiò sovrastato dai molteplici versi della natura, ma la Vita in quel pianto sommesso capì improvvisamente d'esser nata. Un cucciolo di giaguaro aveva appena aperto gli occhi e, mosso dall'istinto di sopravvivenza, si diresse verso la madre in cerca di latte e di calore. Aveva ancora tutto il pelo appiccicoso e desiderava che la mamma lo pulisse stabilendo con lui quel primo contatto che lo avrebbe rassicurato per tutta la vita. Il piccolo stette a lungo in attesa di quell'abbraccio, ma non poteva sapere che non sarebbe mai arrivato, poiché la madre, nel constatare che quello era il più debole della cucciolata, sparì dileguandosi nel nulla poco dopo averlo messo al mondo. Sfinito ed affamato il cucciolo era ormai privo forze e se non fosse stato per una giovane scimpanzé, sarebbe sicuramente morto di fame. Tachira, questo era il nome della scimpanzé, nell’ udire quel richiamo, percepì dentro di sé un’ intensa attrazione, che la indusse ad affidare momentaneamente i propri piccoli alle cure della capobranco per potersi recare nella direzione di quei lamenti per sincerarsi che tutto fosse in ordine. Ma quando arrivò nei pressi del cucciolo, capì immediatamente la gravità della situazione, e senza esitare lo raccolse da terra e portandoselo al petto gonfio del latte destinato ai suoi pargoli, lo saziò. Sandokan crebbe tra le coccole di Tachira e l’ affetto dei fratelli, ma man mano che diventava adulto non poté fare a meno di notare quanto differente fosse dalla sua famiglia. Un giorno, rivolgendosi alla madre le chiese spiegazioni e lei gli raccontò del suo ritrovamento. Sandokan scoppiò in lacrime e le chiese: “ Perché la mamma mi ha abbandonato? Cosa le ho fatto da farla arrabbiare al punto da lasciarmi solo nella giungla? Perché non mi ha voluto con sé? Sono così cattivo?”. A Tachira si strinse il cuore e con tutto l’ Amore di cui fu capace, tentò di dargli quella risposta con la quale Sandokan avrebbe convissuto fino al momento in cui sarebbe diventato sufficientemente grande da poter fare a meno di un perché.
Prese dunque Sandokan tra le braccia e guardandolo negli occhi, in tutta semplicità, gli disse: “ Cucciolo mio, la tua mamma ha temuto che tu non potessi sopravvivere e sapendo che non avrebbe retto al dolore di vederti spirare, ti ha affidato all’ indulgenza Giungla, sicura che avrebbe saputo offrirti l’ aiuto del quale avevi bisogno … ed è così che sono arrivata io. Ho sentito che mi chiamavi e appena ti ho visto, ho capito che saresti stato mio figlio. Vedi tesoro, tu non sei sbagliato né cattivo, tu eri semplicemente destinato a diventare il mio Sandokan perché così era scritto nel grande libro delle Stelle. La tua mamma ed io prima di nascere e ancor prima che tu venissi concepito, stabilimmo un accordo in base al quale lei ti avrebbe accompagnato per un tratto del tuo cammino ed io ti avrei condotto per il tratto successivo. Vi sarà un tempo in cui non avrai più bisogno di me e te ne andrai, ma quando accadrà, entrambe sapremo riconoscere il momento in cui qualcun altro ci affiancherà nel nostro percorso di vita. E’ come nel ciclo delle stagioni, tesoro! Nessuno soffre perchè terminata la stagione delle piogge sopraggiunge quella secca: e così deve essere per te, devi imparare a trovare in ogni tempo quella parte di te che, come le fasi climatiche, si sussegue e che, nel loro scorrere, sopravvive rinnovandosi. Oggi tu non sei più quel cucciolo che trovai in mezzo alla giungla così come io non sono più la giovane ed inesperta scimpanzé che ti adottò, e se abbiamo avuto la possibilità di amarci, così come ci amiamo, lo dobbiamo senz’ altro anche alla tua mamma.”
Questo è il racconto di Tachira e Sandokan, un racconto di pura finzione, all’ interno del quale l’ unico personaggio reale è l’ Amore che anima e vivifica la fantasia dalla quale è scaturito.
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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