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Arelys Agostini
I 19 racconti di Arelys Agostini
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Nebbia, mia piccola Nebbia, vuoi sapere cosa penso veramente della nostra Pecora Nera?
Non devi corrugare la fronte con quella paura infantile; la nostra pecora nera non è cattiva, semplicemente danza a un ritmo diverso.
Non vedrai la sua
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L’ orfanezza del cittadino comune in Vzla., è così profonda che, anche se la raccontassimo mille volte, ci direbbero che esageriamo. Solo chi l’ ha vissuta sulla propria pelle può davvero capirla.
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IL REINCONTRO
Eva stava per compiere diciott’anni e si sentiva felice. Primo, perché per i suoi genitori terreni, la loro bella figlia raggiungeva la maggiore età, era ormai una donna fatta; secondo, perché i suoi
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Mentre osservava la corrente del fiume, i ricordi della sua infanzia cominciarono a fluire nella memoria, quasi volessero balzarne fuori e reclamare il tempo a cui appartenevano. Le parve di sentire di nuovo il dolce aroma dei chicchi di
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Nel mio pollaio ho galline, tanti galli e altrettanti anatre, e, nascosti tra i nidi, velenosi scorpioni.
Chiamo Zio Giovanni in cerca di un consiglio, e lui arriva con dei sacchi pieni di cipermetrina.
— Ma Zio Giovanni, cos’è questo?
Non
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— Eva, ti tengo d’occhio, più di quanto credi. È meglio che ti comporti come una santa decente; inoltre, a cinquant’anni terrestri sarai… diciamo… in declino come donna, secondo i canoni di quella ridicola
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Era uno di quei giorni in cui il caldo soffocava anche il più tenace. Così si sentiva Eva, accaldata e con il petto oppresso dai pensieri che le tormentavano la mente ormai da diverse settimane. Era tale il suo tormento che non vedeva il suo
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La sveglia iniziò a suonare, strappando Marie da un sogno effimero. Erano le sei del mattino e faceva così freddo che si sarebbe volentieri rannicchiata come un bozzolo tra le lenzuola, ma Rose era stata molto chiara. Il
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Sono settimane che cerco di scrivere, di dirti questo che mi preme dentro. I miei umori danzano, onde furiose di un mare in tempesta. Tentano di scaricare la furia di un uragano, un vento cieco che spezza ogni cosa al suo passaggio. Ma
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Come ogni pomeriggio, Giung camminava verso la piccola collina nell’ala nord della tenuta di suo nonno. Da lì, la vista era un dono: i quattro punti cardinali si dispiegavano davanti ai suoi occhi, rivelando la grandiosità
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Ogni mattino, all’ombra dei grandi alberi di mango, la nonna pilava il mais, chicchi dorati destinati ai polli che allevava, liberi di zampettare nel vasto abbraccio del terreno che avvolgeva la casa. Le sue giornate erano un canto immutabile, una routine
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Beato chi si siede a tavola tre volte al giorno, con la sua colazione, pranzo e cena.Beato chi ogni giorno butta via cibo a piene mani in tempi di vacche grasse, senza pensare che un giorno potrebbe arrivargli il tempo delle vacche magre.Beati tutti
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Da dove si trovava, Juancito osservava il gruppo seduto sulla terrazza di una delle "taguare" del paese. Il sole del pomeriggio, pesante e ocra, cadeva su di loro, ma la luce sembrava rimbalzare senza illuminare nulla nei loro occhi. A
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Dalla terrazza del piano superiore della casa, Kate osservava il sole che, a poco a poco, lasciava il posto alla notte, rivelando un orizzonte cupo che inghiottiva le ultime sfumature del giorno. Per lei, i giorni erano tutti uguali, non cambiavano;
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Capitolo I
1819
Non erano trascorsi nemmeno trenta minuti da quando il Reverendo Nepomuceno l’aveva unita in matrimonio con Don Coggiola, un ricco commerciante originario della Guyana Francese e amico di suo padre. Era l’uomo che lui aveva
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Era seduto di fronte alla grande finestra situata sulla terrazza della sua casa…
Da lì poteva vedere l’intera valle.
Era completamente immobile con gli occhi rivolti verso un punto all’orizzonte. Chiunque avesse guardato da
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Correva l’anno 2006, e da tre anni vivevo in Italia. Dovete sapere che, pur essendo nata all’estero, ho anche nazionalità italiana e sento questo paese come mio, perché proprio da qui provengono le mie origini. Infatti, come molti altri,
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Il dolore continuo del sapere, un fardello più greve di ogni parola scritta, mi opprime. Forse Tu, presenza ineffabile che tutto pervadi, dirai che mi fondo con ogni frammento del creato e che in questa eco risiede la mia pena. Ed io, fragile voce
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Carissimo Signore,
Chissà se in questo momento, oltre l’apparenza, riesco a vedere ciò che vuoi rivelarmi.
Il mio addolorato cuore palpita agitato al non comprendere la prova che Gli hai imputato…
Sono tante le tribolazioni che,
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