L’ orfanezza del cittadino comune in Vzla., è così profonda che, anche se la raccontassimo mille volte, ci direbbero che esageriamo. Solo chi l’ ha vissuta sulla propria pelle può davvero capirla. L’ assenza di protezione è evidente in ogni aspetto della vita quotidiana.
Ti ammali? Muori.
Ti rapinano? Ti lasciano senza niente, ferito o peggio.
Ti sequestrano? Il riscatto si paga in dollari o in euro. Se non puoi pagare… preparati al peggio.
Rimani senza gas in casa? Non sprecare tempo a chiamare: nessuno ti risponderà. Meglio mettersi in fila davanti ai distributori, se riesci a trovarne uno. Altrimenti, niente panico: rispolveriamo i ricordi delle nonne e prepariamo un bel fornello a legna. Se per caso incroci un camion con le bombole, armati di pazienza e prova a contrattare. Non hai contanti? Nessun problema: il baratto è tornato di moda.
Saltano la luce e l’ energia elettrica, come sempre, per mancanza di manutenzione? E le candele costano un occhio della testa? Pazienza: torna la cara, vecchia lampada a petrolio… sempre che tu riesca a procurartela. E se la corrente non torna più? Se il problema è nel cablaggio, lascia perdere il numero dell’ azienda elettrica: è come parlare con i muri. Gli uffici, quando esistono, sono tane di corruzione. Gli impiegati, pochi e malpagati, non hanno nemmeno i mezzi per fare una riparazione. Quindi, arrangiati: trova un elettricista e pagalo tu, per un servizio che in un Paese normale dovrebbe garantire lo Stato.
Telefono muto, internet sparito? Non ti resta che pregare. Ma fallo comodo, con un cuscino sotto le ginocchia: potresti restare lì per giorni.
Vuoi farti una doccia lunga e calda? Forse, se vivi in una zona residenziale esclusiva. Ma se stai in periferia, buona fortuna: forse è da anni che non esce una goccia d’ acqua dal rubinetto. E non c’è nessuno a cui rivolgersi.
Desideri viaggiare fuori città? Mai da solo, e mai di notte. Se proprio devi, preparati come per una missione in stile Mad Max: corso di autodifesa, un po’ di pratica al poligono, macchina in perfette condizioni e benzina di scorta. Non fermarti mai, se puoi. Se incontri un posto di blocco, non saprai mai se sono militari veri o impostori. Nel primo caso ti perquisiranno anche l’ anima. Nel secondo… se credi in Dio, inizia a pregare. Potresti non tornare vivo.
Sì, lo so. Molti — quelli che vivono per apparire, i ciechi per scelta, i fanatici del governo — rideranno di questa cronaca disperata. Mi diranno che sono esagerata, o pazza. E sai che c’è? Non mi importa. Che sarà mai una macchia in più sul manto di una tigre?
L’ orfanezza esiste, e non si può nascondere. Siamo cittadini senza protezione, abbandonati da quello Stato forte, onesto e giusto che un tempo avremmo voluto. È stato assassinato dalla corruzione e dall’ avidità, e al suo posto restano solo due figure sinistre a guidare il caos: uno è morto, l’ altro ancora respira.
Per questo, contro l’ ignoranza e la stupidità, indosso un sorriso alla Monna Lisa e continuo a camminare…
Cammino pregando per tutti quelli che soffrono: per i bambini e gli anziani che non hanno nemmeno un tozzo di pane, per i malati che non sanno più dove cercare cure, per chi continua a credere che lo Stato gli risolverà la vita. Prego che si risveglino, che possano finalmente vedere la luce in questo tunnel così lungo e buio in cui siamo precipitati.
Io ci credo, in quel risveglio. Per noi, e per i nostri figli, che meritano un Paese con un futuro. Ma per arrivarci, serve unità e rispetto. Senza questi, non troveremo mai la via d’ uscita.