Famiglie.
La famiglia: il nucleo affettivo che ti accoglie amandoti incondizionatamente, ma è anche vero che ti deve educare sia con le parole sia con l’ esempio.
E’ il focolare giusto per generare le nuove generazione per un futuro migliore, piccole cose che fanno la differenza.
Il desiderio di ognuno di noi è rientrare in casa e trovare tutto in ordine. Il pranzo pronto e la cucina calda o fresca, sorrisi e abbracci, gente felice come nelle pubblicità.
Purtroppo quest’ immagine non esiste. Si può trovare la famiglia collaborante, ma dipende molto dall’ educazione generata in precedenza.
Anche qui c’è sempre la conoscenza come perno illuminante del focolare domestico. L’ ignoranza genera dipendenza e quest’ ultima ti porta a spendere più di quello che necessita e si entra nel giro vizioso della pubblicità: la famiglia felice che appare e non collima con quella reale.
Allora come non travestirsi, indossare maschere sorridenti per camuffare la realtà e spesso anche gli stessi attori non si dissociano più e la maschera si fonde con il viso.
I due delegati ormai erano pronti, lasciato il ristorante, preso un doppio caffè per darsi la carica e affrontare il disagio di suonare anche un semplice campanello.
Davanti alla porta di casa di Lucia, Laura si appresta a suonare.
Il suono dolce di un “ din don” la rilassa. Ormai erano lì e affrontare il problema era necessario.
La porta si apre e la mamma della ragazza lì fa accomodare fino a un piccolo salottino.
La casa della ragazza da quello che Laura poteva scorgere appariva piccola e piena di oggetti. Arriva il padre. Lucia è nella sua camera e non vuole vedere nessuno: si vergogna.
Inizia Laura con il suo tono calmo e chiaro.
“ Siamo qui a nome della scuola, del Preside di tutti i ragazzi per porgere le nostre scuse a Lucia e a voi.
Il fatto accaduto è increscioso e grave e siamo convinti che le ragazze non sapessero bene a quello che poteva succedere loro.
Fenomeni in aumento per l’ ignoranza sulla tecnologia usata. Infatti, è bene approfondire questa materia per cercare di limitare gli episodi negativi”.
Nessuno rispondeva e Danilo annuiva.
Nell’aria si respirava tutta la tensione e il disagio è chiaro nelle facce dei due professori.
Il babbo di Lucia era senza espressione, una maschera impenetrabile di cera.
La mamma in disparte ascolta e come la figlia emana quell’ aria insicura e sognante, ma anche malinconia e triste.
Laura continua il suo discorso:
“ I ragazzi sono fragili e con loro si deve sempre essere chiari, parlare, spiegare, ma anche farsi rispettare e non “è tutto dovuto” e non lasciarli soli quando sono vulnerabili .”
Parole di circostanza che sono anche cadute nel vuoto. Laura insiste ancora nel suo soliloquio:
"D’ora in avanti a scuola non sono tollerati i telefoni; se i ragazzi o la famiglia ha bisogno di comunicare c’è il telefono pubblico della scuola.
La collaborazione con la famiglia è necessaria e insieme riusciremo a superare questo brutto momento.
I ragazzi e le ragazze a scuola sono solidali con Lucia e l’aspettano con ansia sia per scusarsi sia per darle conforto e condividere con lei la loro amicizia."
Danilo interviene in soccorso e continua con il discorso iniziato dalla collega.
“ Siamo qui per cercare la soluzione giusta e la nostra vicinanza a tutti voi; non vi lasciamo soli e la ragazza può tornare a scuola e sarà tutelata. Abbiamo esposto una denuncia del fatto alla polizia postale che ha già tolto il video in rete. Infatti, non è più visibile”.
L’ uomo annuisce e dice solo poche parole:
“ Lucia cambia istituto, non rimetterà più piede in quella scuola”.
Danilo replica.
“ Credo sia una decisione molto sofferta e a noi dispiace molto, non avere più la presenza di Lucia, ma se la ragazza è più tranquilla, accettiamo la vostra decisione”.
La mamma non ha aperto bocca; una sottomissione necessaria per controllare la situazione.
Laura chiede di Lucia, se la può salutare.
Il babbo, nella sua algida freddezza risponde: che è meglio di no, la ragazza è nel suo giusto isolamento.
Lasciano quella casa piccola piena di cianfrusaglie e di fragilità, come quei ninnoli raccolti chissà dove nei mercatini, in luoghi dove si portano le cose inutili poi per essere acquistate da altri che le ritengono speciali. Il risultato finale è che in quella casa quegli oggetti raffiguravano la fragilità di una famiglia tenuta insieme per forza.
Il padre padrone e le femmine devono ubbidire e la confusione celata dietro a quei comandi senza senso ma con il solo volere di imporsi per far capire che lui era il più forte. Invece lo specchio che rimandava l’ immagine era al contrario e per capovolgerla ci vuole la ragione amalgamata con l’ amore e... mancavano entrambe.
Lucia vittima due volte e solo guardando dentro se stessa sarebbe riuscita a venire fuori da quel buco e cambiare scuola non era una soluzione. Le voci corrono e il web è minaccioso ovunque, solo affrontare il problema era l’ unica soluzione. Ed era quello che Laura e Danilo erano andati a dire e collaborando insieme sarebbero stati un esempio per altri.
Ora alla casa di Giada.
Anche qui il gelo e giocavano in difesa, Non voleva collaborare e difendevano la figlia e incolpavano anche l’ altra che si era fatta coinvolgere.
Certo la colpa è figlia di una bella donna ma nessuno la vuole, ma per il bene dei figli che tutti dicono di amare tanto, ma senza fare dei passi essenziali per la loro educazione.
Quando i figli cadono, i genitori dovrebbero aiutarli ad alzarsi e non a coprire per non far trapelare nulla.
La vergogna è un’umana debolezza ma necessaria per metabolizzare; provare questo sentimento ti porta a vedere il tuo errore e solo così si evita di farlo di nuovo e si cresce.
Però si fa prima a isolarsi ed erigere un muro e notare l’ errore dell’ altro.
I ragazzi di oggi sono fragili, insicuri, come la società. Mille parole ascoltate e nessuna rendono perfettamente l’ idea di quello che si vuole dire.
Allora meglio trovare altre soluzioni e chiudersi in se stessi.
Danilo e Laura erano demoralizzati. Non avevano trovato la soluzione, ma solo quella più comoda per i genitori. Le ragazze sarebbero emigrate in nuovi istituti e uscite dal loro raggio consueto per altre problematiche.
Lentamente si avviano verso casa e sull’ uscio Laura guarda Danilo e con occhi un po’ maliziosi gli chiede:
“ Vuoi salire”?