Ma dove sono capitato!
Nel rimuginare su questi pensieri m’incamminai per un sentiero ai piedi di una collina e col capo chino guardavo dove posavo i miei stanchi piedi.
D’improvviso, davanti a me, vidi due piedoni impolverati in sandali impolverati anch’essi che mi sbarravano il passo.
Alzato lo sguardo, mi si parava davanti un omone dalla barba folta e dallo sguardo un po’ accigliato:
“Chi sei e cosa fai qua?” mi disse.
“Io sono sempre io, ma tu cosa fai e chi sei?” Gli risposi con tono appena appena insolente.
“Guardami bene e capirai”, mi rispose.
Stavolta lo guardai dall’alto in basso: sempre lo stesso sguardo accigliato, la pelle bruciata dal sole, la barba bianca, una tunica, appese alla cintola due chiavi……..Ops!
“Ho capito!…… Tu sei S.Pietro, l’usciere”.
“Togli pure l’usciere e lascia solo S.Pietro” mi rispose tra il serio ed il divertito. “Mi è giunta voce che sei quà perché volevi restituire il biglietto d’andata e volevi un’altra destinazione”.
“Si – Risposi – ma il bigliettaio mi ha detto che non è possibile avere un altro biglietto”
“Caso mai Lui è il capo di tutte le ferrovie e non il bigliettaio e poi, quando ha deciso una cosa, non l’ho mai visto fare marcia indietro anche perché sbaglia diff………” ma la sua voce fù coperta dal rombo assordante di una Fiat 500 Abarth decappottabile di colore rosso che passò lungo il sentiero ed a pochi metri da noi , lasciandoci in un un gran polverone. Riuscii a prenderne la targa: NA-123.
“Ma come – sbottai – permettete anche quà ai napoletani di guidare in questo modo e di fare questo baccano indiavolato”?
Mi rispose S.Pietro, con tono d’ammonimento, ma un po’ divertito: “Prima di tutto quello non è napoletano, ma è il Figlio del Capo delle Ferrovie di prima e poi, quella non è la targa di Napoli, ma di Nazareth”. (vecchia battuta del grande Troisi & Co.)
Forse colpa di quel tono d’ammonimento non scoppiai a ridere e a rotolarmi giù per la collina e riuscii a chiedergli: “Ah! E come mai è numerata 123? Avete forse altre auto immatricolate qua?”
“Noooo, ma che ti passa per la testa! Quella è l’unica auto e la numerazione è colpa vostra e di quei vostri concili con tutti quei colleghi vestiti di rosso che hanno stabilito la Trinità di Dio. Al Figlio di Dio la definizione è piaciuta è l’ha messa come targa di quella diavoleria dal motore truccato. Inoltre, se il Padre non ha protestato vuol dire che forse qualcosa di vero ci sarà, e poi figurati se andavamo a protestare noi altri.”
In quel momento non potetti fare ameno di immaginare le facce dei miei complanetari se avessero saputo questa storia. Ma tale visione venne interrotta dal rombo e dal polverone che stavano tornando indietro.
Stavolta non passò oltre, ma si fermò accanto a noi e lo spericolato pilota mi disse: “Forza sali”.
Con una gran pacca datami da S.Pietro sulle spalle, mi ritrovai sul sedile della rossa Fiat 500 Abarth ed a guidare era proprio Lui, il Figlio del Capo detto anche Gesù………..
Tutti e due a guardare diritto davanti la corsa dell’auto, ma nello stesso tempo lo sbirciavo con la coda dell’occhio e, se devo dire la verità, ho avuto l’impressione che anche lui di tanto in tanto guardava di sottecchi dalla mia parte.
Era l’occasione buona per chiarire un paio di cosette e, preso coraggio, gli chiesi: “Posso fare una domanda?”.
Senza aprire bocca, Gesù, stacco la mano dal volante e abbasso il mio parasole. C’era una bella targhetta di colore blu con la scritta bianca “Non parlare al conducente”. Non sapendo se scoppiare a ridere o meno mi voltai per guardarlo.
Anche Lui fece la stessa cosa e con un bel sorriso di quelli che sanno di sfottò stampato sulla faccia mi disse: “adesso non è il momento sono impegnato a guidare e certe cose è meglio dirle in occasioni più tranquille e poi abbiamo un appuntamento”.
Un appuntamento?. Pensai. Che appuntamento sarà mai?
Ma Lui, come se mi avesse letto nel pensiero aggiunse: “oggi iniziano le riprese di una grande rappresentazione e Papà mi ha messo tra gli attori principali”.
“Che rappresentazione? Di cosa si tratta?” chiesi incuriosito.
“Non lo sai? Ma come, se ne parla in tutto il tuo pianeta! Si tratta delle prove del grande spettacolo dell’Apocalisse. Certe scene da colossal che neanche a Hollywood se le sognano, soprattutto la scena che preferisco, quella dell’entrata in scena dei 4 cavalieri dell’Apocalisse…. Ahhh se solo ci penso…spettacolare… meravigliosa…. solo Papà poteva inventarsi una scena simile….. ma vedrai”
“Addirittura fate le prove”? chiesi.
“Beh, mio Padre non sbaglia mai ed ama la perfezione, poi sai com’è … meglio mettersi d’accordo prima” mi rispose con un sorriso un po’ ammiccante.
“E tu che parte farai?”
“Questo dovresti saperlo, io sarò seduto alla destra del Padre e sarò il Vostro Giudice”
“Prevedi molto lavoro per quel giorno?” gli chiesi
“Penso di si e poi ho diversi sassolini da togliere dai miei sandali da quando avevo circa 33 anni”. E stavolta non saprei dire se quel sorriso di nuovo stampato sul suo volto era un po’ perfido o dal sapore vagamente vendicativo….. comunque non era un ghigno sinistro.
Stavo per dirgli che ogni tanto qualche piccola vendettina fa sempre bene, ma mi anticipò: “Io non faccio mica vendette! Per chi mi hai preso! Io amministro solo Giustizia”
“Ok – risposi – ma la finisci di leggermi nel pensiero?”
“Ok – rispose – ma sarà un po’ difficile…. Mi viene spontaneo e poi non perdiamo tempo, siamo arrivati”.
Eravamo su un’alta collina da cui dominavamo una grande vallata. Davanti a noi c’era un signore di spalle seduto su una sedia con dietro la scritta “Regista”: era Dio.
In alto sulla valle correvano nel cielo, tra lampi e esplosioni megagalattiche, 4 cavalieri dall’aspetto poco rassicurante mentre dal basso veniva un fragore assordante e non ci capivo un gran chè, ma di sicuro erano le comparse.
A destra della sedia del regista ve n’era un’altra con la scritta “Produttore”, era la sedia di Gesù.
“Andiamo a sederci –mi disse-“
“Certo, ma io dove mi siedo, non vedo altre sedie”
“Portate una sedia per il mio amico –urlò a gran voce- e mi fece sedere alla sua destra”
“Per tutti i cavalieri dell’apocallisse” pensai. Mi ritrovo seduto alla destra di Gesù che è alla destra del Padre, quindi io sarei all’estrema destra di Dio.
“Per tutti i diavoli, sono ricapitato da questa parte, ma chi ci sarà a sinistra?”
Mi aspettavo una risposta da Gesù che aveva il vizietto di leggermi nel pensiero, ma ormai era intento a guardare le prove della rappresentazione.
“TI RISPONDO IO – disse Dio- ma poi siediti e smetti di pensare che distrai me ed il produttore. E quello, quando deve cacciare soldi, mi diventa sempre un po’ nervosetto. Ancora non ha capito il valore dei soldi, dice sempre di darli a chi c’è raffigurato sopra”.
“Dunque, la sinistra è solo una normale conseguenza della mia creazione della destra. In pratica, siccome misi la regola che ad ogni mia creazione doveva crearsi anche il suo opposto, nel creare la destra, automaticamente, mi venne anche la sinistra. In realtà la sinistra è solo un’immagine opposta specularmente della destra e, in uno spazio finito, andando sempre verso destra ci si ritrova a sinistra, ma in uno spazio diverso. Invece in uno spazio infinito ti ritrovi a sinistra e sempre nello stesso spazio per cui la sinistra e la destra si equivalgono nell’infinito. Voi terrestri ci avete costruito sopra, come al vostro solito, un gran casino! CHIARO?”.
“Chiarissimo” risposi, ma non ci avevo capito un granché circa lo spazio infinito e vista la situazione ritenni opportuno non chiedere altro. E poi stava iniziando la parte di Gesù Giudice (e produttore) e, viste le premesse, non volevo proprio perdermi questa anteprima
Mi stavo giusto sistemando sulla sedia quando vidi sfrecciare uno che mi parve fosse Einstein che correva come un forsennato inseguito da un raggio luminoso. Fù un attimo e non li vidi più.
Mah –pensai- chissà che combina?
La risposta mi giunse proprio da Dio, mentre guardava la rappresentazione dell’Apocalisse.
“Vedi figliolo, quell’uomo disse che nulla poteva essere più veloce della luce e siccome voleva diffondere tale malsana idea anche quà non mi è rimasto che spiegarglielo in quel modo.
Ora lui corre più veloce della luce e farà bene a correre sempre di più…..aggiunse con un tono un pochino ironico e soddisfatto.
Intanto, che la rappresentazione andava avanti, vedevo passare facce note e meno note al cospetto del Figlio di Dio ed ognuno riceveva la propria destinazione o la propria condanna o premiazione.
Alla fine tutti furono divisi chi a destra e chi a sinistra del Giudice.
Iniziò, allora, un gran frastuono coperto da urla e da un cielo che andava dal rossastro all’oscurità più nera verso l’orizzonte da dove vidi venire un gran nugolo di nere ali.
“Eccomi – disse una voce che mi suonava non poco antipatica a udirsi- sono venuto a prendere la mia parte e vedo che avrò un bel po’ di compagnia. E tu, Jesus, hai fatto bene le divisioni? Hai dato a me tutti quelli che mi appartengono o te ne sei rubato qualcuno?”.
Rispose Gesù: “E secondo te sono tipo da rubarti qualcosa che ti appartiene? Ma per chi mi hai preso?”
“Adesso non cominciate a litigare come al vostro solito” –rispose Dio e con uno sguardo che non presagiva nulla di buono si girò verso quel demone e disse:
“Qua non c’è nulla per te. Tornatene da dove sei venuto e di al tuo padrone di non farsi sentire mai più. A questo punto tra me e lui non c’è più nulla da dire e da fare. Il suo compito è finito.”
Gesù saltò in piedi dal suo scranno e voltatosi verso il Padre non riuscì a trovar parole per chiedere cosa stesse succedendo. Là c’erano due gruppi di esseri umani, uno a destra ed uno a sinistra, uno di buoni ed uno di cattivi che aspettavano solo la loro destinazione di premio o di castigo. Invece, pareva che qualcosa non stesse andando come previsto da tutte le Scritture e da tutti i profeti. Anche S. Michele, lì dappresso, aveva messo mano sull’elsa della sua spada come a volerla sguainare.
Intanto, Dio se ne stava bello seduto sulla sua nuvoletta e guardando con grande soddisfazione tutta la scena fece segno al Figlio di sedersi e di aspettare gli eventi.
Difatti, il demone parlò: “Io non tornerò al mio padrone se non con tutti coloro che tu hai messo alla tua sinistra e che erano stati promessi alla fine dei giorni”.
Vidi S. Michele stringere ancor più l’impugnatura della spada ancora nel fodero.
Dio puntò il dito contro quel demone e tutta la schiera nascosta dietro le sue gigantesche ali.
Tutto tornò luminoso e chiaro. Sparito il cielo rossastro e nero e spariti tutti quei demoni.
Dio rimise a posto il dito e disse: “Non capiranno mai chi è che comanda. Io non ho mai promesso nulla a nessun demone. La mia promessa di una condanna era stata fatta agli uomini, alle mie creature, non ad un demonio. Figuriamoci se vado a far promesse o stringer alleanze con un demonio”!
“È vero –intervenne un po’ frastornato Gesù- ma che ne è stato di quei demoni …..”
“Per quanto riguarda quei demoni –rispose Dio- non ci sono più né loro, né ce ne sono altri. Non mi servono più. Spariti” e fece un gesto con le mani come a voler dire volatilizzati.
“Spariti…? – Gesù era evidentemente confuso- E che ne sarà della punizione promessa agli uomini?”
“Semplice –rispose il Padre- Tocca ai tre arcangeli ed a te rieducarli o pensavi di fare lo scansafatiche? E non chiedermi come mai non ti avevo avvisato di come sarebbero andate le cose….. diciamo che non ho avuto il tempo di parlartene e poi non avevo ancora deciso come sarebbe andata a finire. Adesso andate”.
Descrivere le espressioni dei tre novelli educatori è impossibile!!
Detto questo si alzò, mi portò in disparte e disse:
“Figliolo. Solo un consiglio. Di tutto quello che hai visto non farne parola con nessuno. Non dire a nessuno che sei stato qua, che hai parlato con me e con Gesù e con alcun altro. Mi sei troppo simpatico per sapere che ti hanno preso per pazzo o, peggio ancora, che ti hanno fatto santo. Quando sarà il giorno del giudizio Universale non mi và di vederti in prima fila insieme a tutti gli altri santi e beati. Per te c’è un altro posto”.
E detto questo mi ritrovai a camminar
per la giusta via che pria era smarrita.