C’è uno spaccato, tra me servo e Pasqui poeta.
Siamo diversi, esistiamo poche volte insieme.
Anche nelle passeggiate a Mergellina, lui mi evita!
Per lo più, Lui insegue farfalle colorate di una certa grandezza… Io, che sgomito tra i tanti io, ogni volta che arrivo alla luce, cerco di stringergli la mano senza ottenere desiderio … Lui non vuole, con mestiere mi manda via tra i vicoli di Napoli, vicoli grigi e senza sole. Ne ho bisogno della Sua mano da stringere nella mia, ho bisogno, perché nulla conosco di questo mondo poetico fatto di metafore e allusioni,piace" Ne ho bisogno, come l’ acqua per l’ assetato, ne ho bisogno per la mia piccola gloria, per quello che sono stato in tempi precedenti all’ evoluzione, quando con forza mi sono scontrato con la vita e avuto paura della stessa.” Consapevole della mia mediocrità, resto in attesa di un gesto di riconciliazione, cancellando un passato non bello, ma vissuto e messo a tacere da forze oscure che bendano gli occhi dalla polvere del nulla che inventiamo, parola senza senso e senza forza alcuna, siamo nessuno! Il passato Pasqui, ti è servito a crearti quello che ora sei, quello che rappresenti con il tuo sentire sublime dimenticando le mura grigie e le pareti umide di una dei bassi dei vicoli di Napoli.
Sei diventato poeta, sì, scrittore e scrittore di fatti che la vita nasconde, sì, ma non c’è amore se non sei unito al mondo, all’ aria stessa, al fuoco e la terra che hai vissuto prima ,durnte e poi nelle viscere del tuo profondo, non restando unito a me, piccolo io, tra tanti io divisi da cicli naturali della natura stessa.
Pasqui risponde,: Ti prendo in me, sei più di me.
Mattone di centro, forza e amalgama dell’ energia, arco trainante di un peso reso nulla dalla stessa ragione di appartenenza.
Sei vicolo e strada maestra … non essere timido me stesso, sii, fiero del passato sofferto e dell’ avvenire oltre l’ umano sentire.
Abbracciami e porgimi le guance e insieme la mano.
Uniti ci trasporteremo oltre, oltre...
Oltre l’ ultimo che gli occhi riescono a vedere.
Oltre, oltre le stelle. Passeggiamo dai, insieme facciamo poesia, accendiamo il fuoco:
"Mergellina. Tra il sale marino che esala dal mare dissetando lo spirito di ogni creatura; Tra il Vesuvio che imponente si erge abbracciando il golfo. Tra il disco del sole, rosso che acceca. Tra queste meraviglie naturali e elementi divini... Qualche granchio che passeggia indisturbato sugli scogli nudi e qualche gatto che riposa pancia al sole oziosamente senza nulla temere; M’incammino nel nido spirituale di Partenope- Sirena. Tra il fuoco e l’acqua, tra la terra che trema, tra l'aria frizzante e qualche refolo di zolfo che si alza dalle fauci della nera montagna eccitando d'immenso ogni animo umano e non; La spirituale natura si mostra come il creato vuole. Riconosco, l’aria che mi riempì i polmoni nel nido. Riconosco, il fuoco atavico della mia terra che porto nelle mie viscere; l’acqua del gemmoso mare, il terreno che freme mescolato dai quattro elementi. Sono più che vivo stamane, respiro... esisto, sono! Respiro ogni tempo passato e presente di questa città. Mi bagno in Lei per appartenenza naturale. Respiro forte... Inalo il sale del mio mare tra velieri immaginari che salpano dal seno porto delle sue chiari e limpide coste."
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