Arriva il momento per ciascuno di noi in cui la Vita ci mette di fronte al bivio delle nostre opportunità che molto più comunemente siamo abituati a chiamare scelte, non scorgendo in esse il vero dono che inaspettatamente ci viene offerto.
In realtà anche percorrere la via di mezzo, farsi trascinare da qualcun altro o restare immobili ad aspettare, in attesa di riprendere il cammino, sono modi di cogliere le possibilità cui ci siamo messi di fronte per spronare noi stessi alla crescita ed al superamento di certe nostre “visioni” limitate e limitanti dell’esistenza.
Il fatto è che quando ci si trova nel bel mezzo di un crocevia, sembra che il fatto stesso di prendere una decisione in un senso piuttosto che in un altro debba inevitabilmente comportare delle rinunce, dei sacrifici e conseguentemente del dolore.
Allora si inizia ad arrovellarsi il cervello stilando pagine e pagine di contabilità di pro e contro, cercando di rendere le parole più simili agli elementi che compongono la lista della spesa, nella speranza che depauperandole del loro vero significato e spogliandole del loro valore intrinseco, possano assumere un aspetto meno oneroso.
Ma la matematica in questo caso non ci viene in aiuto perché quando si tirano le somme della situazione alla fine non resta che il risultato di partenza composto né più e né meno dagli elementi che pazientemente ci siamo presi l’inutile incombenza di scorporare e dividere.
Nel focalizzare l’attenzione sul dilemma, talvolta si perde addirittura di vista l’obiettivo, con il rischio di sprecare le forze necessarie per la concentrazione volta a valutare l’eventuale alternativa o la sottintesa soluzione.
In tutta questa confusione mentale, chi ne fa le spese sono gli affetti, coloro che ci vivono accanto e che volenti o nolenti subiscono le conseguenze della nostra indecisione e patiscono della nostra (seppur sincera) necessità di far chiarezza … magari in silenzio … senza influenzarci ulteriormente con il loro punto di vista, ma soffrendo di una sofferenza profonda che noi stessi abbiamo seminato con i nostri tentennamenti.
Di fatto nella consapevolezza che non esiste la strada giusta e quella sbagliata, occorre talvolta prendere atto che non è detto che la strada percorsa dagli altri sia più semplice o meno ripida rispetto alla nostra.
Probabilmente coloro che a prima vista sembrano faticare di meno nel salire la china è perché hanno saputo guardare alla rampa non come ad un impedimento, ma come ad una potenzialità realizzabile ed hanno saputo trovare in Sé stessi la forza di trasformare a proprio vantaggio l’ostacolo apparente.