Vincent aspetta … i minuti corrono, curiosità e impazienza avanzano di pari passo nel suo cuore.
Fermo sul binario, osserva la gente che scende dal treno e si dilegua frettolosa.
Finalmente lo scorge, gli si avvicina e un sorriso bianchissimo illumina il viso dell’aspirante “arpian”(lavoratore di alpeggio). Si stringono la mano e Vincent lo precede verso la jeep, non senza avergli prima offerto una tappa al bar che l’altro rifiuta. Caricano i pochi bagagli del nuovo venuto e partono.
Per formalizzare la permanenza ci sarà tempo: hanno appuntamento col Patronato che si occuperà di tutto. Entrambi hanno ancora poca familiarità con la burocrazia. Impareranno presto …
Dopo circa due ore di strada poderale, eccoli arrivare al primo “tramaille” (piede d’alpe). Hassan si guarda attorno e accetta senza discutere la stanza che gli viene assegnata.
L’ora della mungitura incalza. Insieme svolgono tutti i lavori. A fine giornata stanchi, si preparano la cena e finalmente … il meritato riposo.
L’arabo, gli occhi spalancati nel buio, ripercorre tutta la giornata: immensità verdi solcate da torrenti rumorosi e spumeggianti gli tornano alla mente. I ruscelletti bordati da fiori multicolori, mettono allegria. E poi la mandria! Non aveva mai visto così tanti animali tutti assieme.
Anche in Marocco ci sono montagne. Lì il colore dominante è il rosso . e nei dintorni di Casablanca, dove lui vive, l’acqua è quasi un miraggio. Rivede la neve che brilla su cime altissime, aggrappate al blu del cielo e ancora lotta per non soccombere alle vertigini che gli scenari valdostani, gli hanno provocato.
A lui piace accudire agli animali. La mungitrice allieva la fatica e ha in dotazione il cellulare regalatogli da Vincent. Pensa a cosa farà con i soldi che guadagnerà. È determinato e decide di affrontare la lontananza dai suoi cari e dal mondo urbano con ottimismo.
In fondo tre mesi non sono poi così tanti.
I due trascorrono insieme l’intera estate. Imparano l’uno dall’altro, usi e modi diversi che per necessità accettano. I primi tempi Vincent osservava perplesso la preghiera del mussulmano. Sospettava che lo facesse per perdere tempo poi, vista l’assiduità e La fedeltà allora, intuisce che è proprio una necessità per l’altro. Pensa al suo Dio e, a poco a poco, comincia a capire che la preghiera non è solo faccenda di vecchie nonne e zitelle. Si ripromette di approfondire il suo credo, frequentando un po’ di più la chiesa della sua parrocchia.
A fine autunno Assan riparte col bottino, frutto del suo lavoro, grazie al quale l’inverno nella grande città araba, non sarà un problema.
Vincent,in Valle d'Aosta, continuerà a badare ai suoi animali, ai vitellini che nasceranno, a terminare il tetto dell’alpeggio e come sempre, tutti i martedì scenderà ad Aosta per uffici e per incontrare gli altri allevatori con cui combinare qualche affare.
Gli anni passano, le estati collaborative si susseguono, i due diventano amici.
Vincent, un novembre, decide di affidare la sua stalla a un amico e parte per Casablanca.
E curioso, vuole vedere come Assan vive in inverno. Ha l’indirizzo segnato su un foglio che mostra a tutti. Mentre cerca la casa del suo amico, annota ciò che vede.
Però! Curioso il modo di proporsi di quegli artigiani! Elettricisti, carpentieri, imbianchini, tubisti … tutti in fila, con i ferri del mestiere, davanti a loro, aspettano i clienti.
Sulla piazza c’è movimento, lo indirizzano verso un vicolo e finalmente riconosce l’amico, seduto sull’uscio di casa in compagnia di una signora, della quale vede ben poco per via dell’abito che indossa. Esso non è fatto per mettere in risalto le forme ma per coprirle!
Si salutano con calore ed entrano in casa dove li aspetta una seconda signora.
Hassan ha due mogli!!
Questi, da perfetto padrone di casa, gli mostra le sue caprette racchiuse in un recinto poco distante da casa e, più tardi, dovendone comprare una, lo porta al mercato: una piazzetta sterrata ai bordi della strada.
L’acquisto segue più o meno le stesse regole cui anche Vincent è abituato. Rientrano con la capretta posta sul sedile anteriore dell’auto, al posto d’onore. Girando lo sguardo, il valdostano incredulo, vede un autobus a una fermata e un signore che vi sale issandovi anche una … pecorella.
Un giorno vanno a visitare la moschea. Lo stupore e l’ammirazione per la grandiosità della costruzione sono autentici. Sembra che tutto il Marocco abbia rinunciato a mangiare uova per ben tre anni, per permettere la realizzazione di quegli splendidi stucchi!
I giorni passano in fretta e il ritorno a casa è inevitabile.
Vincent, medita sul fatto che per Hassan sia più importane avere due mogli che una stalla per le sue caprette. Pur non desiderando di cambiare il suo modo di vivere, Il valdostano, da sempre fiero del suo lavoro e di ciò che ha costruito con tanta fatica, non è più così fermamente convinto che la sua vita sia migliore di quella del suo amico che, d’altronde si è ricreduto sul suo datore di lavoro. Lo credeva ricco ma, al suo paese i ricchi non lavorano come Vincent.
Due vite
una migliore dell’altra?
No, semplicemente diverse!