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Bullo II

Sociale e Cronaca

I pomeriggi seguenti mi telefonava Giada, voleva sapere come stavo, se avessi bisogno di qualcosa, mancavo da scuola da quattro giorni. Era molto carina e gentile, lunghi capelli rossi, un carattere peperino, un po’ cicciottella. Per questo suo "difetto" veniva bersagliata da Michele, ci soffriva, come darle torto? Sentirsi chiamare "balena", "grassona", "culona", "damigiana"....beh non era simpatico.
Giovedi durante la ricreazione, pure Aurelio dovette pagare dazio, stava scendendo le scale, Michele da dietro gli dette una pedata, così senza motivo. Dopo carambole e capriole per gli scalini, finì la corsa contro il termosifone, polso rotto, venne tolto da scuola per evitare danni più seri. Michele si prese una sospensione di una settimana, finalmente si respirava, ma a che prezzo?
Il 4 marzo, Mercoledì, venne un nuovo ragazzo, si chiamava Matteo.
Rimasi incredulo vedendo quanto fosse alto, era simpatico e sorridente, aveva i denti piuttosto grandi. Prese posto accanto a me, speravo solo non fosse un altro bullo, a fatica riusciva a stare comodo nel banco. Era un tipo molto silenzioso.
Suonò la campanella di metà mattina e tutti scesero in cortile, tranne me, cosa che non passò inosservata dal nuovo arrivato, tanto che chiese " Perchè non scendi in cortile? C’ è il sole, non fa tanto freddo" .
Rimasi nuovamente stupito, nessuno dei miei compagni, in quasi due anni, me l’ aveva mai chiesto.
Non dissi il motivo reale, volevo evitare ogni problema, però quella domanda così naturale, non so, mi dette coraggio, presi il giubbino e lo raggiunsi.
Arrivato alle scale per scendere, c’ era Michele che aspettava, stava dando pappine a caso, cercai di svincolarmi e nascondermi dietro la colonna, aspettando il momento giusto per fuggire e tornare in classe al sicuro.
" Ehi tu castoro, vieni a prenderti una pappina, sei nuovo... ti tocca " disse tronfio rivolgendosi a Matteo.
Mi bloccai di nuovo, ma incuriosito feci capolino.
" Ehi tu, tappo di cerume, hai scambiato il dentifricio con la pasta d’ acciughe? " rispose a tono.
Non credevo alle mie orecchie, tremavo, ma ero sorpreso.
Michele diventò rosso in volto, non si aspettava questa reazione; anche se la differenza di altezza fosse notevole, cominciò ad offenderlo con cattiveria. Disse di sua mamma, di suò papà, parole molto pesanti, ma Matteo rimase impassibile. Lo guardava e rideva; più rideva e più Michele diventava paonazzo.
Si sparse la voce tipo fiera di paese " corri, presto, c’è il nuovo arrivato che fronteggia Michelone".
Accorsero le professoresse e le bidelle per riportare la calma, la situazione era veramente surreale.
Io, dal mio nascondiglio assistevo alla caduta del bullo, ero contento come quando Baggio faceva gol al 90°.
In quel momento qualcosa di strano si faceva largo fra i pensieri.
Dovevo credere in me, non avere paura, cedere o piangere, non dovevo dargli potere.
Certo, fossi stato alto come Matteo forse era più semplice, ma dovevo reagire in qualche modo.
Quella fu la prima notte, dopo quasi due anni, che dormii senza il mio orsacchiotto.
Un Venerdì, Michele venne a scuola zoppicando, con un occhio nero ed il polso fasciato, una scena che molti aspettavano da tempo, qualcuno aveva trovato il coraggio di ribellarsi.
Durante l’ anno scolastico per ogni volta che bullizzava qualcuno, puntualmente il giorno dopo, veniva con occhi bassi ed un’ aria dolorante.
Si vociferava che qualcuno lo avesse preso di mira. Ero contento, al settimo cielo, anche se non dovevo, lo stavano pagando con egual moneta, non si seppe mai chi fosse, ma di certo era dell’ istituto.
Maggio era arrivato ed il bullo non era più temuto, anzi alle volte faceva quasi pena.
Chi si diverte a fare del male ed usare i difetti altrui per sentirsi grande, in realtà è una persona molto piccola.
Paure, lacrime e soprusi erano scomparsi, finalmente la primavera era esplosa e nel cortile ci stava da Dio.

Fine


Matteo Bio Matteucci 05/11/2017 11:31 1007

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Il primo racconto pubblicato:
 
Scatole & ricordi (09/09/2014)

L'ultimo racconto pubblicato:
 
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Dolce respiro (15/12/2016, 6385 letture)


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