Ero sveglia già da un pò, in quella giornata grigia e fredda, ma i miei piedi e la mia mente non avevano ancora voglia di mettersi in moto.
Sentii suonare il campanello insistentemente...
Dovetti alzarmi di scatto e infilarmi una vestaglia in tutta fretta per andare ad aprire al...” DESTINO”!
Aprii la porta e vidi un ragazzino che se la dava a gambe.
Stavo per rientrare, quando la mia attenzione cadde su una busta, posata sulla soglia di casa, con scritto in grande solo il mio nome: “ Laura”.
Incuriosita e stupita la presi, andai a sedermi su una poltrona e indugiai ad aprirla nonostante la curiosità.
Chi poteva essere che mi mandava quella lettera e soprattutto perchè con un ragazzino?
Vinse la curiosità; era un invito a teatro con orario e numero di palco e nel lembo della busta solo una parola: “ aspettami”!
Chi poteva avermi mandato quell’ invito e perchè?
Il sapore del mistero e del clandestino mi aggiogava...
A teatro davano “ La Traviata” di Verdi, un dramma pregno di passione e sentimento, di cui ero innamorata.
Quell’ invito era l’ occasione per poterlo finalmente vedere e ascoltare.
Ero agitata ed euforica allo stesso tempo, indecisa e vogliosa e poi curiosa di sapere, di capire o di scoprire qualcosa di misterioso...
Passai tutta la giornata con un senso di agitazone addosso; fantasticavo... immaginavo un innamorato pazzo che non aveva avuto il coraggio o il modo di dichiararsi, proprio come nel dramma di Violetta e Alfredo.
Ero così agitata che gironzolavo per casa senza riuscire a far nulla, ma ce la potevo fare: dovevo solo attendere qualche altra ora prima di scoprire tutto il mistero!
La sera mi preparai di tutto punto come se dovessi andare ad un appuntamento col mio innamorato.
Misi il mio vestito più bello ed elegante, adornai collo e polso con delle perle e sciolsi i miei lunghi e ondulati capelli castano chiarissimo con riflessi ramati.
Ero bellissima...
Pensai tra me e me: se fossi un uomo mi innamorerei di te!
Il palco era vuoto... non c’ era nessuno ad aspettarmi, solo due poltroncine vuote...
Poi mi ricordai che sulla busta c’ era scritto “ aspettami” e non “ ti aspetto”; così mi accomodai cercando di restare più calma possibile.
Lo spettacolo era iniziato e le luci erano spente ed in particolare in quel palco, dove ero seduta, c’ era una penombra e un’ atmosfera quasi irreale.
Ero pervasa dalla bellezza incantevole della musica, quando sentii dei passi dietro di me.
Mi sentii toccare i capelli con un fare carezzevole e una voce che mi disse:
- Ciao Laura...
Non conoscevo quella voce, ma era molto calda e sensuale.
Mi girai lentamente, come per prolungare il tocco delle sue mani sui capelli... nella penombra vidi un uomo bellissimo, alto, atletico, che ...non conoscevo.
Vidi l’ espressione incredula dei suoi occhi prima che mi dicesse:
- Ma... non sei Laura!
E, alzandomi e guardandolo dritto negli occhi, come a volerlo fulminare, risposi:
- Si... io sono Laura... ho avuto questo invito... e sono venuta... c’ era scritto aspettami... e...ti ho aspettato...
Lui frastornato, rimase a guardarmi per un pò, mi prese la mano, mi invitò a sedere, sedendosi a sua volta accanto a me, visibilmente turbato...
Forse, pensai... ero io a turbarlo...
La musica continuava, ma io non l’ ascoltavo: con la coda dell’ occhio cercavo di carpire qualche sua espressione.
D’ un tratto, senza guardarmi e con lo sguardo rivolto allo spettacolo cominciò a parlare:
- Laura è la mia amante...è una donna sposata e questa sera l’ avevo invitata per porre fine alla nostra storia...
- Perchè? Tu non l’ ami più?
In cuor mio forse speravo di sentire che non l’ amava più, non sapevo bene il perchè, ma ero affascinata e attratta da quell’ uomo.
- E’ da tempo che non provo più amore per lei, ma è una donna fragile e non ho mai trovato il modo giusto per dirglielo. Questa sera avevo trovato il coraggio e il modo per farlo... cercando di non ferirla.
- Ma... tu sei sposato?
- No, non lo sono, non ho mai incontrato un donna che mi abbia fatto desiderare di passare il resto della mia vita insieme...
Non sapevo perchè, ma mi sentivo sollevata dal fatto che non fosse sposato e soprattutto che non aveva ancora incontrato la donna della sua vita!
Mi venne in mente il ragazzino che aveva sbagliato piano, lasciando a me l’ invito destinato alla signora del piano di sopra; un segno del destino?
Mentre pensavo a tutte queste combinazioni sentii la sua voce:
- Sei bellissima... forse è un segno del destino... ci possiamo vedere domani?