Oggi... ho terminato il corso della mia breve vita dietro una curva su una strada statale.
Stavo andando a prendere una mia amica, in un paese vicino, per stare un po' insieme e prendere qualcosa al bar, quando, per rispondere ad un messaggio sul cellulare, non ho visto la curva e sono uscita fuori strada...
Ora vedo il mio corpo riverso per terra ad un cinque metri dalla mia auto ridotta un rottame...
Ho faticato un po' a realizzare che non ero viva... non avevo ancora visto il mio corpo...
Vedevo la mia auto distrutta e cercavo di correre per chiedere aiuto, ma... una forza misteriosa non mi faceva muovere al di fuori di quel raggio...
Mi presento: mi chiamo Giada, sono una donna di 32 anni e mi trovo molto carina, sono alta un metro e settantacinque, ho i capelli lunghi, ricci, rossi naturali e un bel paio di occhi verdi.
Un anno fa, per motivi di lavoro, sono andata ad abitare, da sola, al secondo piano di un palazzo antico senza ascensore.
Come primo incontro/scontro ho conosciuto Roberto, un uomo non proprio bello, ma molto affascinante e interessante.
Ero arrivata sul pianerottolo di casa, con una scatola piena di cianfrusaglie varie, quando arrivò lui dal terzo piano, dove abitava, mi investi' come un tornado e ci ritrovammo per terra...
Ci guardammo per un attimo sbigottiti, mi chiese scusa e mi aiuto' a raccogliere le mie cose:
- Ciao, mi chiamo Giada...
- Ciao, io sono Roberto...
Subito dopo continuò la sua corsa per le scale...
Quell'incontro/scontro mi lasciò in bocca un sapore dolce amaro, che non sapevo ben identificare.
Ci incontravamo quasi ogni giorno alla stessa ora: lui scendeva, sempre di corsa, e io salivo..
- Ciao Roberto
- Ciao Venere...
- Mi chiamo Giada...
- Si Venere, ciao...
Per quale motivo si ostinava a chiamarmi "Venere"?
Dopo un anno... era ancora un mistero per me...
Sapevo benissimo di essere molto carina, lo capivo dagli sguardi compiaciuti degli uomini... quasi tutti... tranne il SUO!
Si, perché LUI non mi degnava mai di uno sguardo ammiccante, di un sorriso o di un gesto particolare che lasciasse trasparire il minimo interesse per me...
Eppure io cercavo di farmi sempre più bella per quel breve incontro giornaliero e trovavo tutte le scuse per intrattenermi qualche minuto in più a parlare con lui!
Certo che è alquanto strana la sensazione di essere fuori dal tuo corpo, vederlo immobile per terra e non poter far nulla per cambiare le cose.
È come vedere tutto con distacco, non si ha la percezione del tempo che passa, non si sente dolore e forse non ti importa nulla neanche di essere morta.
In lontananza vedo delle luci e delle persone che si stanno avvicinando, sicuramente l'auto che era dietro di me ha chiamato i soccorsi.
Mi chiedo... È questa la morte?
Quando si muore l'anima rimane a vagare intorno ai vivi?
E... fino a quando?
Perché non vedo nessun'altra anima morta come me...
Certo... se non avessi usato il cellulare...
Qualche mese fa, andai a bussare alla sua porta facendo finta di sentirmi poco bene; essendo un medico avrebbe potuto darmi qualcosa per togliermi lo stato d'ansia che avevo detto di avere.
Mi fece entrare e con molta professionalità mi fece stendere sul lettino per visitarmi.
Il cuore mi batteva all'impazzata e lo stato d'ansia mi era venuto per davvero!
- Ti batte molto forte il cuore...
- Lo sento, lo sento fino in gola...
Per un attimo vidi una luce nei suoi occhi, indecifrabile... però sicuramente avevo destato il suo interesse...
- Nulla di grave, non preoccuparti...
- Che medicina devo prendere...
- Non posso darti medicine per il tuo malore, ma posso offrirti una camomilla se vuoi... ne ho bisogno anch'io!
- Si grazie, molto volentieri.
Non mi sembrava vero poter passare del tempo con lui, anche solo per una camomilla!
Gli chiesi:
- Sei single?
- No... quasi... ho dei problemi da risolvere, ma non mi va di parlare di questo... invece tu?
- Io... si sono single...
In quel momento ci fu un po' di imbarazzo... subito spezzato dal suono del citofono.
Doveva scappare come al solito per un urgenza.
Nei giorni che vennero continuò tutto come prima, il solito incontro per le scale, il solito saluto, sino all'ultimo... quello di oggi...
- Ciao Roberto...
- Ciao Venere...
Ormai ero abituata ad essere chiamata così...
- Se vuoi... sul tardi ti posso offrire una camomilla...
Aveva una luce diversa negli occhi...
- Certo... con molto piacere...
Chissà perché aveva quella strana espressione, di sicuro non potrò mai più saperlo....
Finalmente i soccorsi sono quasi arrivati vicino al mio corpo...
Uno chiede da quanto tempo era successo e l'altro risponde: "da cinque minuti, siete stati rapidi ".
Da cinque minuti?
Tutto questo tempo... e sono passati solo cinque minuti?
Il fattore tempo e spazio, da morti è molto strano...
In mezzo a quegli uomini che si avvicinano al mio corpo vedo... LUI...
Non avrei mai voluto che mi vedesse in quelle condizioni...
Si avvicina, gira il mio corpo e... ha un sussulto!
- Nooooooooo!!!
Grida come un disperato...
- No Venere, Nooooo, non puoi andare via così, non te lo permetto... non ora...
Comincia a farmi un massaggio cardiaco e continua a parlare disperato:
- volevi sapere perché ti chiamo così? Perché sei bella come una Venere... e io... io... ti amo...
Mi avvicino per guardarlo... vedo i suoi occhi pieni di dolore che non si arrendono...
Mi avvicino sempre di più, come a volerlo accarezzare...
Cosa mi succede?
Un dolore lancinante in tutto il corpo e non vedo più nulla... non capisco...è come se fossi rientrata nel mio corpo... non sono più uno spirito vagante...
Al suo ennesimo richiamo riesco ad aprire gli occhi che guardano i suoi...
- Ciao... Roberto...
- Ciao... Venere...