Stava per svoltare nella via privata di casa, quando nella luce dei fari intravide un fagotto al centro della carreggiata.
Pensò fosse spazzatura spinta dal vento, stava per gettarla nella pattumiera quando dal sacco uscì un guaito e dall’ ombra apparve un musetto tutto sporco.
I fari della macchina e il rumore del radiatore rendevano quella creatura più piccola che mai.
La avvolse nel giaccone e la portò in macchina.
Era un cane. Nero come la pece. Ferito, malconcio, quasi morente.
La fretta di Adam si faceva ancora più pressante.
Entrò in garage, prese il cane e passando dalle scale interne salì in cucina.
La casa era buia, silenziosa.
Accese la luce ed adagiò quel fagottino sul divanetto. Aveva smesso di guaire.
Aveva tagli sulle zampe, alcune abrasioni importanti, la zampa posteriore sinistra aveva una piaga profonda, denutrito con evidenti parassiti.
Pesava quanto una scarpa da lavoro.
C‘ era da fare tanto, aveva tutto il tempo, ma voleva sbrigarsi.
Ordinatamente con calma, prese il borsone di pelle per le visite esterne.
Si infilò i guanti. Voleva sedare quella bestiola per evitare altri dolori e per poter lavorare senza problemi. Iniettò una dose leggera.
Prese il celluare, chiamò Joanna, la sua vicina di casa ed ex compagna.
Avevano avuto una storia per diversi anni e per fortuna erano rimasti in buoni contatti.
Mentre la stava aspettando, iniziò ad occuparsi del cane.
Pulì le ferite, ricucì i tagli, medicò le abrasioni e fasciò la zampa mal ridotta. Garze e una flebo.
Joanna entrò, aveva ancora le chiavi.
Portava con se una grossa lampada riscaldante.
Fuori la pioggia aveva ricominciato a cadere più forte di prima.
Si salutarono con un bacio leggero, quasi come un soffio di vento.
Aspettando di poterlo muoverlo in sicurezza, voleva portarlo in una stanza più adatta della cucina.
Adam prese un block notes, appuntò quello che aveva fatto.
Era meticoloso e scrupoloso.
Il cane intanto dava alcuni segni di lucidità
Il posto migliore per dargli pace e tenerlo lontano da spifferi, era la stanza della musica.
Ambiente insonorizzato e privo di umidità.
L’ unica nota negativa erano le scale, ripide e pericolose.
Le assi ormai consunte potevano cedere da un momento all’ altro.
Aveva in programma di sistemarle. Aveva già comprato tutto l’ occorrente.
Doveva solo trovare il tempo.
Usciva di casa alle 8: 00 di mattina e se andava bene rincasava alle 18: 00.
Non gli era mai piaciuto rimandare, non era un’ uomo pigro, anche se dormiva parecchio.
Era volenteroso e creativo, ma gli mancava il tempo materiale.
Il temporale imperversava.
Prese in braccio il fagottino per sistemarlo giù nella stanza.
Prese pure il sacco a pelo, avrebbe passato la notte a fargli veglia.
Joanna stava mettendo nel forno gli avanzi che erano nel frigo, nulla di pretenzioso.
Una porzione di pasta al forno e un pezzo di arrosto con piselli.
Mentre Adam andava su e giù per le scale per sistemare le ultime cose, il profumo di cibo e quell’ essenza speziata della donna riempivano l’ aria.
Un insieme di vibrazioni piacevoli, ma allo stesso tempo inquietanti, mitigavano ed agitavano il cuore dell’ uomo.