La stanza della musica, il suo regno, il suo sacrario.
Accese la pianola e rapito da quel momento cominciò a suonare.
Aveva talento e voce.
Si iscrisse a diverse scuole di musica, fece un paio di concorsi e svariati concerti in paese, ma alla fine scelse di fare il medico.
“ Troppa politica” non aveva raccomandazioni necessarie, non conosceva nessuno che lo potesse aiutare e poi comunque doveva laurearsi.
Mentre il cane esplorava la stanzetta con passo poco sicuro e Joanna approntava le ultime cose il tempo sembrava essere fermo.
“ … and I’ m still running, but i still haven’ t found what I’ m looking for….
Gli piacevano gli U2, aveva tutti i cd pure gli inediti.
In cassaforte aveva pure la maglietta con l’ autografo di Bono.
Si lasciò catturare dalla musica, suonando con più trasporto si isolò dal mondo.
Aveva bisogno di quei momenti.
Quella sensazione di pace venne amplificata quando la ragazza si sedette al fianco.
La voce in sottofondo come un contro coro, perfetta, quei capelli tremendamente in disordine, liberavano quell’ odore di buono che per notti intere aveva respirato.
C’ era ancora qualcosa in sospeso fra di loro, ma rivangare il passato poteva far male.
Appoggiò la testa sulla spalla dell'uomo, facendosi cullare dalla musica e dalle note, dettero vita ad un duetto molto particolare.
Entrambi in sintonia, accordati come un'orchestra.
Lo fossero stati anche nella vita di coppia sarebbe stato meraviglioso, ma due caratteri simili erano difficili da gestire.
Fra i sospiri della ragazza, un singhiozzo rivelatore ruppe l'armonia.
Quasi indispettito, Adam si alzò dallo sgabello per andarsi a sedere sul divanetto accanto alla scaffalatura dei cd.
Incrociò le mani dietro la testa, allungò le gambe e dopo aver mosso la testa come per trovare la giusta posizione esordì: “ Ebbene? ? “.
Joanna rispose fil di labbra: ” No, nulla è tutto ok”.
Non ci voleva un quoziete intellettivo elevato per capire il tormento nella risposta. Si asciugò le lacrime con il maglione.
Quel gesto così semplice, per certi versi ingenuo come il pianto di un bambino, rese lo stomaco di Adam un groviglio di fili elettrici.
Gli occhi carichi di lacrime, le guancie rosse come tizzoni ardenti e quei sospiri strozzati, fecero talmente male al cuore dell’ uomo che visibilmente turbato e prossimo al pianto per non far trasparire la sua pena fece finta di sbadigliare.
Conoscevano bene i loro sentimenti.
Avevano sofferto e soffrivano tutt’ ora, in silenzio.
Scelsero la via dell’ indifferenza.
Non si rivelò l’ opzione migliore, poichè quello che cercavano disperatamente di nascondere veniva ostentato dai sensi di colpa, ma uno dei due doveva darci un taglio netto.
Adam dette il colpo di ascia.