Perché così truce così cruda così ingiusta così vera così genuina così forte così spenta così dolce così atroce così cupa così chiara così scossa così serena così vera e così fasulla è la vita. Ma non me ne sono mai reso conto?
Quante volte m’ illudo d’ esser sveglio e le illusioni si illudono di sé stesse nel circolo vizioso dell’ illusione vitale. Mi sono illuso tante volte da essermi illuso d’ illudermi. E chi mi può consolare di ciò? Nulla, nessuno, nessun altro e nemmeno io.
E perché continuo a trascinare questa carcassa “ intelligente” alla ricerca del sentiero giusto, quello deciso dal destino che condurrà nella grande via della salvezza? Ma di che salvezza sto parlando? Ma quale amore, quale bene, quale dolcezza, quale giustizia, quale retta via?
Forse non mi sono reso conto d’ esser tanto ignorante da aver ignorato perfino la mia ignoranza.
Ignoranza insita, prettamente umana. Ignoranza viscida, che corrompe e che fa credere che il nero sia diverso dal bianco. Ignoranza subdola che agisce inconsapevolmente e serpeggia tra le più alte sfere del “ divino” logos cogitante umano!!!!
Ma quante fesserie!
Quante fesserie!
Tutte fesserie!
Il cancro dell’ uomo è uno, unico, solo ed invincibile: l’ IO.
Ecco tutto. Ecco l’ epilogo del grande percorso. Ecco perché l’ unica cosa coscienziosa da fare è abbandonare la coscienza. Annullarsi, sì, annullarsi metaforicamente e non.
Quando ci sentiremo foglie? Quando insetti? Quando le onde, le stelle, i lampi, le nubi, la cenere, le piante?
Sempre, ma soprattutto, da sempre!
Ecco l’ annullamento, me lo sbatto in faccia, così che non mi possa fraintendere.
Sono uno e solo tutto.
Generato dall’ orgasmo e nell’ orgasmo l’ autentica realtà. L’ orgasmo è il solo apice raggiungibile dall’ esile carcassa. Ed in esso si può assaporare l’ annullamento ultimo. Quando tutto si mescola, in quella frazione di secondo e si percepisce l’ autenticità dell’ unità del reale! Ecco l’ unica vera verità. Ecco la non- dualità. Ecco il “ vivere”!
Vivo e “ ombra”. Perché la somma potenza creatrice della luce del Sole non si cura minimamente di me, del me, della mia moralità e tanto meno della mia etica. Solo un’ ombra, e come tale conviene vivere.
Dal basso di questa concezione riesco lontanamente ad intendere il fluire dell’ unità indivisibile scorrere nell’ involucro vuoto del mio pensiero annullato. E nelle parole del grande poeta italiano Ungaretti rinchiudo la mia unica filosofia, che non si limita al soldato, ma si estende al soldato- uomo, che comincia a “ combattere” contro se stesso nel momento del concepimento.
“Si sta
come d’ autunno
sugli alberi
le foglie“.
Grazie maestro.
Narciso Soares