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Estremo sentimento insano

Biografie e Diari

Dopo tanti anni, me la ricordo ancora bene Alida, una ragazza vivacissima e forse un po' disinvolta. L'avevo conosciuta bambina quando con la famiglia andavo nei fine settimana su di un litorale marino in vacanza. Era diventata l'amichetta di mia figlia e di conseguenza l'amicizia s'era allargata alle rispettive famiglie. Oggi che la ripenso credo che in lei ci fosse una predestinazione al rischio. Le confidenze di mia figlia anno dopo anno confermavano la sua smania di vivere precocemente, cercare vive sensazioni, soprattutto con i ragazzi con i quali si rapportava in maniera molto aperta e allegra dando l'idea che per fare qualche cosa non occorresse pensarci poi tanto sopra. Passati un po' di anni lei e mia figlia, oramai ragazze diciottenni, non si incontravano più al mare, ma ogni tanto in città,e da quegli incontri Alida raccontava di vivere da sola in un piccolo appartamento, decisione presa alla fine della scuola superiore. S'era trovata un lavoro e desiderava una propria indipendenza. Ancora una volta emergeva il suo forte carattere volitivo che a quel tempo degli anni ottanta veniva giudicato troppo sfrontato per una ragazza ancora così giovane. Era figlia unica ma i suoi genitori, lasciandola fare, avevano dimostrato molta comprensione e un pensiero evoluto. Era da tanto che mia figlia non incontrava Alida e quando una mattina nel fare colazione, la radio locale annunciò un fatto di cronaca nera, segnalando di una giovane ventenne certa Alida M. uccisa con tre colpi di arma da fuoco nella sua abitazione, un tonfo al cuore mi lasciò senza parole. In famiglia ci chiedevamo il motivo di una così tragica fine. Più avanti nei giorni lo sapemmo, il colpevole era stato preso e confessando aveva reso una spiegazione che inquadrava un uomo preda di una fissazione insana. Dai genitori perduti nel dolore venni a conoscere tanti dettagli di una storia inverosimile che ai giorni nostri purtroppo è divenuta molto più comune. Alida aveva trovato lavoro in un bar, luogo frequentato anche da una clientela abituale di cui faceva parte il suo futuro assassino. In quell'ambiente la sua personalità emergeva, allegra sorridente con un risposta sempre pronta con tutti, scherzosa quanto bastava per invogliare giovani e uomini a discorrere con lei, che ammirati non le nascondevano la loro attrazione. Alida stava sempre al gioco, teneva sulla corda gli ammiratori, a volte li stuzzicava un po',ma niente di più, tutto finiva alla fine del suo turno di lavoro, allora tornava libera di incontrarsi con i suoi amici e vivere le sue serate come più le andava. I suoi genitori sapevano di questo suo modo di fare assai libero, ma non volevano preoccuparsi dal momento che la figlia dimostrava di essere assai soddisfatta per la vita che aveva intessuta .Ogni frequentatore del bar s'era accorto di quel cliente che ogni giorno si fermava parecchie ore là dentro, parlandole e estorcendole un contatto che cresceva solo nella mente dell'uomo. Poi erano arrivati dei fiori, dei regalini fino a scriverle dei brevi versi in poesia, tanto da manifestarle il suo sentimento. Agli inizi appena se ne andava, fioccavano commenti scherzosi sui propositi di quello spasimante e dei probabili atteggiamenti che Alida avrebbe potuto tenere, si rideva di gusto e nessuno ci pensava poi troppo. Si sa, non tutti hanno le rotelle a posto, e in un esercizio pubblico tocca vedere di tutto. L'uomo invece ci pensava eccome, a casa sua da solo, immaginava l'immaginabile, in lui era rifiorita una nuova primavera sensoriale, quella solitudine nella quale si era sentito ostaggio quotidiano ora era scomparsa .Il contatto con Alida aveva risvegliato un'immagine di se stesso creduta ormai persa irrimediabilmente, insinuandosi nella sua anima. Più passavano i giorni e più l'uomo dimostrava quasi gelosia per come Alida offriva spontanei sorrisi ai clienti, e lei se ne accorse. Lo pregò di smettere di importunarla con il suo atteggiamento incalzante, non aveva alcun diritto, lei non gliene aveva mai dato il motivo, si, a volte era stata al suo gioco civettuolo, ma così per ridere, per non lascarlo male, niente di più. Parlando con la madre Alida le aveva raccontato ridendo di questo tipo che chissà cosa s'era messo in testa sul suo conto, ricevendo da questa il consiglio di evitare di dare con tanta facilità confidenza a tutti, ben conoscendo il carattere della figlia. Mai i suoi genitori avrebbero potuto immaginare che un giorno non lontano l'avrebbero baciata un 'ultima volta in una bara all'obitorio. Nel venir respinto, l'uomo si era sentito nuovamente estraneo alla società,il pensare di perdere quelle tenerezze tanto bramate lo riempiva di rancore. Tutta quella sensualità nella testa, pensieri che univano il carnale con il sentimento, non poteva accettarlo.,A casa s'era ricordato di tenere nascosta in cantina una pistola del tempo di guerra .Affannato era corso a recuperarla, messa a punto e caricata di proiettili una sera aveva suonato alla porta di Alida. Naturalmente lei conoscendolo lo aveva invitato ad entrare e l'uomo ad un ennesimo rifiuto le aveva sparato tre colpi all'improvviso senza che lei potesse difendersi. Accanto al cadavere avevano trovato un mazzolino di fiori ed un biglietto nel quale egli affermava di non poter accettare che lei donasse amore ad un altro uomo.

Per tanto tempo, osservando mia figlia farsi donna, ho associato la fine di Alida a timori, ansie, forse paura, essendo solo io spettatrice della vita di chi amavo immensamente come ogni madre. Poi, con la ragione ho raggiunto un sereno compromesso con il destino che so diverso e impossibile da cambiare per ognuno di noi. Mi è comunque rimasto quell’ amara accettazione di una ignobile e inutile fine di una giovane ragazza fermata nella sua felice corsa dalla mano di un uomo che avrebbe dovuto guardarsi di più allo specchio e rendersi conto della follia che stava tessendo. L’ amore è vero non vede, sente col cuore. La tragedia rimane nel fatto che egli ottantenne anche se d'aspetto distinto, avesse trovato in Alida ventenne la giusta medicina per scoprire una nuova primavera, egoisticamente non rendendosi conto che il suo sentimento altro non era che una allucinazione di una mente senile degenerata. Alida, così spontanea è ra stata una rosa senza spine, facile da cogliere, facile da far appassire.

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rita iacobone 01/02/2014 11:27 2 1272

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«Tra i tanti ricordi della mia esitenza purtroppo c'è anche questo con tutta la sua tragicità sempre intatta nel tempo.»

Commenti sul racconto Commenti sul racconto:

«Un racconto che spesso sentiamo e leggiamo, purtroppo ci saranno sempre uomini che si macchieranno del sangue di una donna ... ben scritto e apprezzato»
Paola Pittalis

«Una triste, purtroppo ripetuta storia della follia d'amore narrata con un distacco
caldo, ben trasmesso.»
Rosafio Giancarlo

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 I suoi 29 racconti

Il primo racconto pubblicato:
 
La Morte beffarda (26/10/2013)

L'ultimo racconto pubblicato:
 
L’inattuabile diventa realtà (06/12/2017)

Una proposta:
 
All'angolo d'un cielo innamorato (16/11/2013)

Il racconto più letto:
 
Gavino (24/03/2014, 22119 letture)


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