Ricordo quel giorno, impresso nella memoria come se il tempo si fosse fermato un istante.
Me ne stavo sdraiata sotto un sole cocente di Luglio, ad occhi chiusi io ancor ragazzina sognante, sentivo lontano il chiacchericcio di bambini che allegri giocavano sulla riva, mi rilassava tutto quel frastuono di voci... aspiravo profumo di mare, la brezza inebriava i miei sensi.
Ma di colpo tutta quella bellezza venne sconvolta da una improvvisa chiamata, prendemmo in fretta e furia tutti i nostri bagagli e con i miei tornammo a casa.
Mia cugina, bimba di soli 9 anni, unica figlia nata dopo 25 anni di fidanzamento (a quei tempi era normale), di genitori avanti con gli anni si era data fuoco giocando con un fiammifero. Era primo pomeriggio, il sole caldo di Luglio, le strade deserte vista l'ora... nei paesi a quel tempo si usava fare il sonnellino pomeridiano, ricordo che mia nonna, a noi bambine, metteva d'estate una coperta per terra e ci faceva sdraiare dicendo: -"bambine fatte silenzio che arriva la mamma del sole e se vi sente vi porta via",noi impaurite chiudevamo gli occhi e poco dopo dormivamo tranquille, per noi era anche divertente andare a dormire dalla nonna, per terra, nella coperta.
Era domenica e con la mamma avevano deciso di andare dalla nonna, ma visto che abitavano a un centinaio di metri di distanza lei si incamminò per prima, si ricordò ad un tratto di un gioco che aveva visto alcuni giorni prima a dei bambini sulla strada, allora di nascosto alla mamma prese dei fiammiferi e un pezzetto di "lanadacciaio" (così la chiamavamo), il gioco consisteva nell'accendere la lana e farla roteare con il braccio per aria sprigionando scintille.
La strada era deserta, lei coi fiammiferi accese la lana, la sera era molto calda ma tirava un leggero venticello, lei agghindata con un vestitino a fiori molto leggero e svolazzante non si rese conto del gioco pericoloso e una scintilla andò a finire sul suo vestitino....che prese fuoco come una torcia.
Il panico e l'ingenuità fece da padrone e lei corse dalla nonna per chiedere aiuto, mia nonna stava ancora sdraiata sul letto in dormiveglia, alle grida di terrore si alzò subito di scatto, cercò anche di buttarle addosso una coperta per spegnere tutte quelle fiamme, ma come se una forza sovrumana la spingesse indietro cadde per ben due volte senza riuscire nell'intento.
La bambina era una torcia, le grida si alzavano e squarciavano il silenzio, dopo vari tentativi riuscì a spegnere quelle fiamme ma quello che le si presentò fu atroce, nel medesimo istante tornava il padre a cavallo dalla campagna e sentendo le grida scese di fretta dal cavallo e si precipitò all'interno della casa, lo spettacolo che vide fu sconvolgente, sua figlia, la sua amata e unica figlia nera come un carbone... fu l'inizio dell'incubo.
La prese fra le braccia e la mise sotto un rubinetto nella vasca, poi la portarono al pronto soccorso ma vista la gravità della situazione la trasportarono con un elicottero a Roma, la bambina aveva ustioni di terzo e quarto grado. Per noi parenti e cugini sembrava una storia lontana, come quelle che si raccontavano ai bambini per farli stare buoni, ma purtroppo era la dura realtà. Antonella, sopravvisse per 11 giorni, con dolori atroci, soltanto il viso era rimasto indenne, il resto del corpo tutta una piaga.
Lei continuò a sorridere alla madre e al padre.
Dopo la sua morte mia zia si mise a lutto, e ancor oggi avanti con gli anni lo porta ancora, la sua vita finì con la figlia... non visse più... come un'automa si è trascinata negli anni col suo ricordo impresso nella mente.
Ho voluto raccontare questa triste storia per ricordarla ma anche perchè mi segnò molto questo dolore.
Paola Pittalis
scrissi questa poesia a quei tempi
Eri un fiore appena nato.
Eri un fiore appena nato
sei appassita senza sbocciare
senza capire cos'è la vita
senza capire cos'è il dolore.
Sei morta dopo undici giorni di calvario
ma anche di speranza
speranza che la tua vita non se ne andasse
hai lasciato tanti ricordi
tanto dolore
ora tu puoi solo guardare
le sue foto
unica cosa che di te è rimasta
per ricordare quando eri viva
quando cantavi, giocavi e ridevi.
Ma ora intorno
solo silenzio
silenzio e morte.