E' l'alba e nella piccola casa che si affacciava sulla via principale, tutte le luci improvvisamente si accesero. La famiglia Luchini, pasticceri da tre generazioni saltò giù dal letto e il gran trambusto svegliò anche Carletto che lesto lesto corse giù per le scale; il laboratorio era proprio sotto l'abitazione e vi era un gran fermento per i dolci da preparare, i pasticcini e le brioche del mattino...
Dovete sapere che Carletto aveva quattro anni, un visino tondo e simpatico, con un sorriso sempre pronto e che, ne combinava di tutti i colori, motivo dei suoi disastri?
“ La cioccolata “, amava la cioccolata così tanto che si poteva trovargliela infilata da tutte le parti, pensate che una volta la mamma lo cercava ovunque, ma di Carletto neppure l'ombra, “ ma dove sarà? “, andava borbottando la povera donna per tutto il laboratorio … quando all'improvviso scorse una macchia bianca che starnutiva!
“ Carletto! !! “
esclamò, il birbante si era infilato nel sacco della farina per mimetizzarsi ed arrivare al tavolo delle torte di cioccolato.
Comunque quella mattina tutto procedeva serenamente, i fratelli più grandi, otto per la verità ed i genitori, indossati i grembiuli si misero lesti al lavoro, erano arrivati tanti ordini, il laboratorio era tutto un trambusto.
Carletto era troppo piccolo per andare a scuola e di solito la mamma lo teneva con se, mentre era indaffarata nella preparazione dei dolci.
Il papà invece, era specializzato a trasformare la polvere di cacao in deliziosa cremosa cioccolata e Carletto, la scioglieva in bocca ancor prima di mettercela, quegli occhietti vispi e felici sembravano palline da Flipper solo al pensiero.
Dunque … qualche oretta più tardi, il pentolone di cioccolato era pronto e lì vicino un pupazzo di un golosissimo color marrone se ne stava immobile, la mamma chiese al papà chi avesse ordinato quel bel pupazzo di cioccolata, tutto sorpreso l'uomo rispose che non aveva fatto nessun pupazzo di cioccolata, non aveva ricevuto quell'ordine! Non ci crederete, ma la piccola peste di Carletto di soppiatto una volta che il papà si fu allontanato dal pentolone, prese una sedia, la scalò e … si aggrappò ai bordi della pentola “ Auch che male “ cadde' con il sederino in terra, ma figuriamoci, non si arrese e con la lingua spostata da una parte, le goccioline di saliva che gli bagnavano tutto il mento e gli occhi “ vi ho detto che sembravano due flipper?“ si agganciò nuovamente aiutandosi con i piedini e, patapunfete finì dritto, dritto dentro alla pentola... Fortuna che la cioccolata era tiepida, altrimenti si sarebbe lessato, ma questo pensiero non lo sfiorò minimamente, una volta all'interno iniziò ad ingurgitare quella delizia, solcava i cieli, navigava negli oceani, volava come un pettirosso! Tutte queste belle sensazioni che giungevano dal suo palato, non lo fecero accorgere che si stava solidificando insieme al cioccolato... ma figuriamoci se si sarebbe disperato!! Non potendo più muoversi, con un colpo d'anca caracollò fuori dalla pentola in piedi! Com'era bello, sembrava proprio un bambino di cioccolata.
Fortunatamente la mamma si accorse che dentro a quel dolce perfetto c'era Carletto, iniziò a rompere il guscio di glassa... e sapete Carletto? Un gesto fulmineo e agguantò con la bocca più scaglie possibili, felice e soddisfatto ne mangiò talmente tanta che il suo pancino divenne una piccola mongolfiera.
Pensate che l'indigestione lo fermò? No, continuò ad essere ghiotto e felice, come un bimbo di cioccolata