Il convoglio ferroviario, costituto in gran parte da vagoni bestiame stipati di poveri infelici, arrivò in perfetto orario alle quattro del mattino. Appena la locomotiva si fu fermata, le guardie, nelle loro divise brune di T.T. (Truppe del Tempio) di cui andavano fiere, cominciarono a berciare ordini dopo aver aperto i vagoni dai quali uscì il degradante fetore di umanità prigioniera. Il viaggio era durato ottantasei ore ed i passeggeri forzati avevano dovuto affrontarlo in condizioni inimmaginabili.
Quei pochi che riuscirono a saltare giù dalla prigione viaggiante con le proprie gambe, presero a dissetarsi furtivamente con la neve prendendo i primi brutali colpi di bastone sulle spalle.
Le guardie T.T. approfittarono subito di quella selezione spontanea per comandarli alla prima corvée della giornata che consistette nel togliere dai vagoni le salme di coloro che non erano sopravvissuti al trasferimento, soprattutto vecchi e bambini.
Ci furono così padri e madri che dovettero ammonticchiare i cadaveri dei loro bambini; figli che accatastarono madri, fratelli e sorelle gli uni sulle altre, con la semitica precisione richiesta mentre gli ordini giungevano da tutte le parti senza dar loro nemmeno il tempo per piangere.
Fu in quel preciso istante che tutti i deportati, compresero che era cominciato lo sterminio del popolo ariano.
Quando tutti i passeggeri furono scesi, gli aguzzini ordinarono loro di dividersi: da una parte le donne ed i bambini, dall’altra gli uomini finché al centro dei due gruppi si pose un ufficiale medico che, dopo una sommaria occhiata li divise ancora: un gruppo doveva schierarsi a destra, un altro a sinistra e chi, uomini, donne, bambini e bambine che fossero, si lamentava di quella separazione con urla e pianti disperati , veniva messo a tacere con bastonate impartite con sistematica fredda indifferenza.
Alla fine il gruppo di destra fu ulteriormente diviso in uomini e ragazzi, mentre le donne venivano incolonnante e fatte marciare verso altra destinazione. Intere famiglie vennero separate per
sempre.
Mentre il Cielo, la Natura ed il resto dell'Umanità avevano certamente gli occhi rivolti altrove, dalle alte ciminiere cominciarono
a vedersi bagliori d’inferno e dal cielo fluttuava una neve mai vista.”
Mi sveglio repentinamente sentendo in gola un acre sapore di carne bruciata. La sera prima al ristorante mi sono abbuffato di una bistecca alla fiorentina gigante che si è indubbiamente vendicata aggrovigliando il mio subconscio in quell’incubo degno di una sceneggiatura cinematografica simile ad una lista di Schindler alla rovescia. Per quali oscure vie i neuroni del mio cervello sono giunti ad architettare una nemesi tanto feroce?
Eppure, a pensarci bene, sarebbe atroce vedere dei semiti nazisti che, dopo essere usciti dalla Sinagoga, deportano nei campi di sterminio teutonici alti, belli e con gli occhi azzurri magari facendo azzannare da cani di razza” pastore israeliano” coloro che resistono e non vogliono salire. No, non facciamo scherzi! La storia, di solito, non si vendica ; comunque non sarebbe con sei milioni di puri ariani sterminati che i piatti della bilancia si livellerebbero. Forse solo una pace mondiale duratura lo potrebbe.
Mi alzo e mi accendo una sigaretta che getto via subito.
Per quella mattina mi fa star male ogni cosa che brucia.