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Dal morbido Cielo che l’eco propone
all’osse spezzate d’eterno dormir,
dal popolo antico che Cristo depone
a tenebre brute di lungo morir
i bronzi ferali che cantan la Morte
ricopron le terre di cieco furor,
i mari che spezzan la debole Sorte
ai naufraghi spenti ridanno pallor;
e’l sonno perpetuo vorace s’estende,
divora le spemi, sui morti si stende,
s’innalza tremendo, s’estingue… si muor.
Oh Giorno tremendo, oh Giorno dell’Ira,
giustizia divina ai deboli ispira!
Discendi funesto, infuria, sospira,
fa pago il desire di nostro Signor!
Tremanti… dolenti dinanzi al tuo trono
gli stuoli dell’Uomo richiedon perdono,
le trombe tremende espandono’l sono,
si spezza furente l’eterno sopor!
Ahi quanto tremore, ahi quanto scompiglio,
ovunque si mostra funereo periglio,
il Giudice viene da nobile Figlio…
la Croce fiammante di Cristo Gesù.
Riposo perpetuo dal Cielo ricada,
risplenda la Luce del santo Splendor.
Perdona Signore la nostra masnada,
rimonda gli errori di noi peccator. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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