Il traffico impazzito nella moltitudine di ampi mantelli e stivali dalle punte avvelenate.
La vita nella morte.
Imcomprensione di una situazione assurda e vuota e convinzione di essere nel giusto.
La valigetta va su e giù con la presunzione e la vanità di chi crede di far qualcosa di utile.
Un cartello invita ad aderire al Partito Monarchico. Anno 1978. Si parla di democrazia da 30 anni.
E' la fine. La decadenza di un mondo ai limiti dell'esistenza che si muove freneticamente intorno alla ruota della civiltà. Le macchine aumentano. Un'ambulanza suona. Gli studenti urlano slogan ed un cinese punta una pistola per scherzo. Fragore di una massa che è la speranza di un nuovo futuro.
Le radici del male sono troppo profonde e le cose saltellano di qua e di là, non più inermi, non più oggetti immobili e senz'anima destinati ad essere manovrati dall'uomo, ma esseri viventi, più vivi dell'uomo. Gli oggetti ci scavalcano. Le automobili sfrecciano sulle autostrade in una competizione senza fine.
E il ragno nero sta divorando l'uomo. Con le sue lunghe zampe si arrampica e mette radici dappertutto. Un essere mostruoso avido di morte e di dolore che, sornione e repentino, ci stringe in una morsa prendendosi gioco della nostra vulnerabilità. Sembra arrivato il momento della nostra espiazione. Egli è crudele, malvagio, invisibile e terribile. L'uomo crede di essere superiore a tutto, ma lui è più forte, agisce quando vuole e con chi vuole.
Dobbiamo pagare in qualche modo il prezzo della civiltà.