Uscì dal porto a vele spiegate,
con le stesse gonfiate da un vento
che stanco si trascinava urlando e radendo le onde
che sbuffavano schiuma.
Era stanco il Capitano!
Guardava oltre, oltre l'orizzonte della vita, oltre la morte, oltre l'amore, oltre la stessa miserevole vita.
Come aveva già fatto tante altre volte, si rimboccò di nuove le maniche e sfidò il mare in tempesta. Era forte e robusto nell'anima.
Immaginava di tutto mentre sterzava il timone della piccola imbarcazione in modo rabbioso. Immaginava mostri marini, calamari giganti, sirene ammalianti e tesori nascosti nel profondo dell'azzurra acqua salata. Cercava da sempre un isola dentro al proprio essere, un' isola verde dove alberi di pace baciati dalle calde labbra della luna piena, lo potessero rendere sereno rispetto a quello che aveva ascoltato,visto,e vissuto!
Unica compagnia era una vecchia pipa che imbeveva ogni due giorni in un bicchiere di cognac invecchiato, per il resto gli bastavano poche cose, tra queste una in particolare:" decantare poesie al mare, poesie che lui stesso scriveva di notte sotto il manto lucente delle stelle che intermittenti gli appariva dalla volta celeste "
Era nato solo, era sempre stato solo il capitano. La solitudine non gli faceva paura e nemmeno ci pensava, aveva se stesso e nessun altro, lo aveva sempre saputo questo, era bravo nel donarsi e nel consumarsi per gli altri come il fuoco che consuma se stesso per riscaldare mani fredde e bisognose. Ecco chi era il Capitano!
Tra le onde alte si divertiva e ad ogni bagno d'acqua spumosa, rideva...rideva come i bambini, si divertiva così, senza chiedere nulla di più, pregava spesso il Dio mentre navigava, gli chiedeva pace per se e per gli afflitti dalla vita, forse un giorno lo Stesso Dio lo avrebbe accontentato, lui ci credeva nelle preghiere, in modo particolare a quelle preghiere di raccoglimento dove tutto scompare e si resta da soli nell'immensità del proprio essere, dove anche si tocca con mano l'amore, o meglio quel sentimento universale che ci lega al tutto,
sentimento che noi tutti possediamo e che è al centro dei nostri teneri cuori.
Era sicuro è certo il Capitano che un giorno circonavigando le acque salate del mare, prima o poi avrebbe trovata la sua isola, era certo di questo, lo voleva ad ogni costo, lo volevo più della sua vita, più di tutto voleva ciò.
Oh Capitano il viaggio è lungo,
le onde alte,
il mare a volte è tempestoso.
Non avere paura dell'immenso mare.
Questo si ripeteva ogni sera quando sdraiandosi sulla prua della barca accoglieva provenienti dal cielo stellato i raggi di luna, e con questi, mentre il suo corpo si colorava di argento e di bianco, sognava la sua isola, sognava quell'isola che solo lui sapeva che c'era, ne era certo, certo che in fondo, nel profondo del suo mare e solo del suo mare, l'avrebbe trovata, pronta ad accoglierlo sotto le palme alte che soffiate dal vento caldo gli avrebbero dato quella tanta agognata pace, pace che tutti, ma in particolare lui avrebbe meritato.
OH capitano...lungo è il viaggio.