Celeste si sentiva completamente svuotata dentro. Nonostante le avessero assicurato che quella piccola ciste uterina non le avrebbe impedito di avere un figlio, il fatto che fossero già trascorsi 3 anni da quando lei e suo marito avevano deciso di provarci, non lasciava presagire nulla di buono.
Decisero quindi di sottoporsi entrambe ad accertamenti più approfonditi dai quali emerse che una forma di endometriosi ovarica avrebbe precluso loro qualsiasi possibilità di diventare genitori se non sottoponendo Celeste ad inseminazione artificiale.
Sin da ragazzina andava ripetendo che se si fosse trovata in una situazione del genere, piuttosto che andare contro natura, avrebbe preferito adottare un bambino al quale avrebbe dato lo stesso smisurato affetto, le stesse attenzioni e la medesima possibilità di crescere felice che avrebbe regalato al frutto del ventre suo.
Sì perché Celeste era una fonte inesauribile d’amore e sapeva che avrebbe circondato qualsiasi bambino di quel sentimento che solo il cuore di una mamma è capace di dare; laddove per mamma si intende qualsiasi creatura in grado di amare incondizionatamente, a prescindere dai legame di sangue.
Quando Celeste si sposò era una donna felice, suo marito rappresentava per lei il primo ed unico grande amore, con il quale era cresciuta attraversando tutta una serie di vicissitudini che, sebbene l’avessero fatta maturare, l’avevano altresì ferita accentuando la sua spiccata sensibilità.
Ma la crescita cui anelava, era ben altra, voleva diventare mamma e crescere suo figlio; non poteva però di certo immaginare quale situazione si sarebbe di lì a poco trovata ad affrontare.
La prospettiva dell’adozione non entusiasmava il marito di Celeste, almeno non prima d’aver tentato di avere un figlio loro, d’altro canto però l’idea dell’inseminazione artificiale appariva a Celeste come l’uomo nero che si sveglia nel peggiore degli incubi e dal quale avrebbe voluto scappare, se non fosse che, per farlo, avrebbe dovuto addormentarsi, visto che si era abusivamente trasferito dal sogno alla realtà.
Celeste avrebbe voluto confidarsi, avrebbe voluto parlare con qualcuno di questo peso che le opprimeva il cuore, ma con chi? Non voleva sobbarcare nessuno delle sue preoccupazioni, eppure sentiva che se non si sfogava, sarebbe esplosa.
Un giorno mentre si stava rilassando davanti al computer, notò un messaggio che la colpì particolarmente ed al quale rispose, si trattava di un post di un certo Gabriele, un internauta iscritto come lei ad un noto social network.
La corrispondenza tra i due cominciò man mano ad infittirsi, a Celeste faceva bene quell’amicizia virtuale, la faceva sentire meno sola, oltretutto lui era reduce da un naufragio sentimentale causato dall’antitesi della situazione che la vedeva protagonista: mentre lei cercava un figlio che non arrivava, lui era stato lasciato dalla compagna che aveva volontariamente abortito suo figlio.
Gabriele, questo Angelo piovuto dal web come manna dal Cielo, diede a Celeste, durante questo travagliato periodo, un supporto psicologico e spirituale che l’aiutò a non cadere nella depressione più totale.
Tra i due nacque un rapporto confidenziale, quasi terapeutico perché abbandonandosi l’uno nelle rivelazioni dell’altro, si guarivano reciprocamente dalle rispettive ferite. Era come se si conoscessero da sempre, fu un vero e proprio riconoscimento d'anima. Gabriele sapeva particolari di Celeste che solo lei conosceva: sapeva leggerle nel Cuore.
Celeste ne percepiva fisicamente la presenza sebbene lui fosse lontano centinaia di chilometri: una notte si svegliò all'improvviso e lo sentì, sentì che lui era lì con lei, nella sua stanza da letto. L'indomani, senza che gli chiedesse nulla, lui confermò questa cosa lasciandola di stucco.
Più il tempo passava più i termini di quest’amicizia si andavano rinegoziando e Celeste si trovò a patteggiare con il suo cuore di fronte al quale non poté fare a meno di essere sincera ammettendo, senza superflue argomentazioni, che si stava innamorando.
Com’è strana alle volte la vita: mentre stai cercando “l'acqua” ti capita di trovare “il fuoco” e di bruciarti perché ti aspettavi di trovare l'acqua ...
Celeste stava infatti cercando un figlio ed ecco che invece trova l’amore, ma non un amore qualsiasi, un amore speciale, capace di andare aldilà del fatto che non si fossero nemmeno mai visti, perché diciamocelo, non è necessario incontrare una persona per conoscerla, quando le anime si riconoscono nell’affinità del cuore, quando la sensibilità che le accomuna è così forte da unirle attraverso un sottile filo dorato, che permette loro di comunicare per suo mezzo senza bisogno di parole.
Nel momento stesso in cui le idee si assemblavano nella mente di Celeste, prendendo forma in un pensiero, Gabriele, che era parte di lei, già sapeva cosa le passava per la testa, essendo transitata prima attraverso il suo cuore.
Celeste non si sentiva in colpa nei confronti del marito poiché li amava entrambe, differentemente, ma entrambe. Per lei era una cosa talmente naturale che imporle di scegliere sarebbe stato tanto assurdo quanto domandarle: "A chi vuoi più bene, a tua mamma o a tuo papà?".
Il fatto che Gabriele fosse lontano, poi, non era un ostacolo per loro: prima di assopirsi attraversavano un ponte di luce, che rappresentava il loro punto d'incontro, dove aveva luogo il loro appuntamento segreto e dove sperimentavano, ricongiungendosi nel presente, un attimo di eterno che esulava dalla distanza e dal tempo.
Lì, in quel loro spazio interiore, non esistevano barriere corporali né maschere psicologiche e quanto vi era di meglio in Celeste poteva toccare liberamente ciò che di meglio vi era in Gabriele.
Su questo ponte il loro amore era messaggero di parole che la loro bocca non osava pronunciare, ma che la loro anima sapeva appartenere a loro soltanto.
Su questo ponte non importava chi erano di giorno, perché di notte i loro spiriti volavano insieme, sposi amorevoli ed inseparabili dell'infinito.
E' difficile spiegare a parole l'inspiegabile, solo chi come Celeste ha vissuto un'esperienza analoga può capire senza cadere nella tentazione di definirla inverosimile.
Tra di loro non successe nulla a livello fisico, ma ciò non toglie che quello che Celeste provò con lui, sia stato, per questo motivo, meno importante.
Un giorno, decisa a dare una svolta alla situazione, raccontò tutto a suo marito, sia perché credeva nel suo matrimonio, sia perché voleva offrire a quell'Amore la possibilità di esistere alla luce del sole. Egli venne dunque messo al corrente del fatto che da qualche parte nel mondo esisteva qualcuno che, oltre a lui, Celeste aveva chiamato Amore.
Sulle prime, forse cercando di capacitarsi di una simile rivelazione, attribuì la sua “infatuazione” alla confusione dovuta all’amarezza ed alla delusione di non aver potuto diventare mamma, ma nonostante questo, si rivelò una persona molto accondiscendente e comprensiva che le toccò il cuore con parole di cui non lo credeva capace, al punto da spingerla a decidersi di restare insieme.
Eppure lei sapeva che non era così, sapeva che era possibile amare le persone in tanti modi, sapeva che il suo cuore era talmente grande che avrebbe potuto contenere l’amore di entrambe ed a sua volta restituirlo amplificato.
Sotto la brace il cuore di Celeste è ancora acceso, alimentato dalla consapevolezza che il sentimento vissuto con Gabriele non si spegnerà mai e che sebbene in solitudine ed in silenzio, continuerà ad amarlo … per sempre!
Talvolta quelli che vengono definiti "tradimenti" non sono altro che amori nati in circostanze del tutto impreviste e che forse vengono chiamati tali solo perché non si ha il coraggio di ammettere che esistono tante forme d'amore che esulano da quell'unica legalmente riconosciuta ed accettata da tutti.