La Settimana Bianca
Quest’ anno vorrei fare qualcosa di diverso per le feste natalizie, ho trascorso due
anni orrendi pensa Giuliana mentre sorseggia una tisana al tiglio, purtroppo sono
rimasta sola, mio marito Lorenzo è deceduto sei mesi fà aveva un male incurabile. I
miei figli Claudio e Sandro hanno le loro famiglie non hanno molto tempo da
dedicarmi io preferisco andare altrove per Natale con loro sarei triste,
ho bisogno di trovare un pò di pace per il mio cuore addolorato.
Non sono mai stata in settimana bianca mi piacerebbe andare sarebbe una esperienza dovrei portare con me la mia cagnolina Lolita non posso stare senza lei. Ma cosa sto pensando... Sette giorni sulla neve? Non so nemmeno sciare che farò dopo aver ammirato il paesaggio mi annoierò. Certo se penso a quell’ aria frizzante che ti entra nei polmoni quel profumo di bucce d’ arancio bruciate nei camini, polenta sugo con salsicce
mi viene l’ acquolina in bocca.
Il trillo del campanello della porta mi riporta alla realtà, vado ad aprire mi trovo davanti un uomo alto un bel fisico un sorriso meraviglioso." Buongiorno signora mi scusi se la disturbo, sono il nuovo vicino abito qui difronte a lei, sono appena arrivato non ho fatto in tempo ad andare a fare la spesa, ho la pentola, l’ acqua, la pasta, una scatoletta di sugo ma purtroppo mi manca il sale, sarebbe così gentile di darmenre una tazzina? Appena vado a comprarlo glielo ridò."
"Ma certo ci mancherebbe, prego entri non rimanga sulla porta."
Mentre cammino per andare in cucina dei brutti pensieri attraversano la mia mente
se fosse un malvivente? Un ladro, se nascondesse in tasca un coltello una pistola?
OH Dio mio ho paura, come sono stata stupida ho fatto entrare in casa uno sconosciuto. Vado nell’ armadietto prendo la busta di sale e anche una padella la nascondo dietro la schiena, ritorno all’ ingresso la porta è aperta ma l’ uomo non c’è.
Dove sarà andato? Forse si è nascosto, guardo nelle altre stanze le gambe mi tremano, sotto il letto nell’ armadio, nel bagno, nulla non c’è. Torno all’ ingresso vedo il cellulare lo prendo, corro a chiudere la porta forse sono salva, frugo nella borsa il portafoglio con il denaro c’è per fortuna. Sono contenta faccio un sospiro di sollievo.
Non faccio in tempo nemmeno a riprendermi il campanello della porta di ingresso risuona, vado ad aprire è nuovamente l’ uomo di prima.
"Mi scusi signora sono duvuto rientrare in casa, mia moglie mi ha chiamato ha comprato il sale possiamo mangiare."
"Sono felice per lei arrivederci "
Mi ero fatta un film giallo nella testa, ho ancora la padella dietro la schiena, con tutte le cose brutte che si sentono in giro è normale avere paura.
E’ pure sposato io pensavo che fosse solo è un bell’ uomo, domani forse conoscerò sua moglie.
E’ mattina esco fuori al giardino sto annaffiando le mie piante, intravvedo dalla rete che delimita il mio giardino con quello del vicino una signora giovane in sedia a rotelle, lei mi saluta con un sorriso io contraccambio il suo saluto.
La signora mi guarda intensamente in viso mi dice..."Mi scusi signora per ieri mio marito le ha chiesto il sale per la pasta" "Ma si figuri per così poco "
Io ho problemi non posso camminare fortunatamente posso guidare la macchina, quindi sono andata al supermercato a comprare il sale, mio marito ha un carattere diverso dal mio lui agisce subito per questo le ha chiesto il sale io non volevo disturbarla. "Non si preoccupi se le serve qualcosa me lo chieda non faccia complimenti siamo vicine, ma come si chiama? Io Giuliana e lei? "Io mi chiamo Aurora, mio marito Flavio.
Sono contenta Aurora, almeno adesso ci siamo conosciute, questa è la mia cagnolina Lolita.
Col tempo siamo diventati vicini amici vado daccordo con loro, ogni tanto mentre curo le mie piante in giardino chiacchiero con Aurora, lei è tanto una donna gentile e sensibile innamorata di suo marito Flavio, anche lui è molto simpatico.
Un giorno lei mi raccontò di aver avuto un incidente quando era fidanzata con lui
i dottori le dissero che purtroppo non avrebbe più potuto camminare, lei disse con dolore a lui di ritenersi libero di rompere il fidanzamento
Flavio rifiutò, l’ amava troppo.
Io le raccontai dei meravigliosi anni vissuti con mio marito, della sua recente malattia che lo portò a morte.
Passò in un lampo l’ estate noi eravamo sempre più uniti, l’ autunno arrivò col suo vento freddo le foglie ingiallite nel giardino, l’ inverno portò la neve, il Natale era alle porte io dissi ..."Aurora sai non ho mai fatto la settimana bianca mi piacerebbe tanto andarci, non so sciare " Sai Giuliana io non posso sciare ma posso fare lo sdlittino o il bob, questo lo potrai fare anche tu, ci sono delle belle discese ripide ci divertiremo, ora farò la proposta a Flavio di trascorrere il natale in montagna lui sicuramente sarà felice di accontentarci.
Il giorno della partenza arrivò, l’ albergo in montagna ci aspettava eravamo felici posammo le valigie e uscimmo subito a guardare il paesaggio meraviglioso, l’ aria era così frizzante e dolce il sole luminoso, quanta neve, avevo voglia di fare palle di neve come quando ero bambina. Iniziai a prendere la neve fra le mani formare grosse palle iniziai a tirarle addosso ad Aurora e Flavio, presto fu una battaglia quanto ridemmo sdraiati sulla neve candida.
Furono giorni stupendi quanta allegria e spensieratezza, la mattina non vedevamo l’ ora di salire sui bob fare lunghe discese sentire l’ aria fresca sul viso, Flavio e Aurora insieme si divertivano a scendere discese sempre più ripide, io mi limitavo a fare quelle meno pericolose.
Un giorno Flavio disse..." Aurora dobbiamo affrontare quella discesa ripidissima dobbiamo salire lassù su quella cima, non ti preoccupare ti aiutiamo noi, io ti prendo in braccio sei leggera come una piuma.
Ce l’ abbiamo fatta," Flavio io mi voglio mettere davanti, desidero sentire il brivido spaventoso, il vento gelido sul viso, il cuore in tumulto." Come vuoi tu amore mio" "tu Giuliana facci il favore di darci una bella spinta."
"Come volete "
iniziai a spingere il bob cominciò a scendere sempre più velocemente, Aurora urlava, Flavio restò in silenzio, la discesa era ripidissima, io guardai spaventata sperai e pregai per loro, laggiù in fondo c’ erano molti pini, il bob sobbalzava zizzagava sbattè contro i robusti tronchi, poi con un gran salto Flavio e Aurora furono scagliati per terra sulla dura neve.
Il mio cuore per un attimo sembrò fermarsi o DIO! Sono morti,
pian piano Flavio iniziò a muoversi ma non ce la fece ad alsarsi sicuramente aveva qualcosa di rotto, mentre Aurora restò immobile distesa sulla neve, arrivarono i soccorsi presero lei la misero sulla lettiga per portarla al più vicino ospedale.
Purtroppo Aurora non ce la fece, morì sul colpo, mentre suo marito dopo mesi di cure e ospedali si rimise in piedi, iniziò la riabilitazione.
Il dolore per la perdita di Aurora fu grande per me e per suo marito, io restai accanto a lui cercando di guarire il dolore del suo corpo e sopratutto quello del suo cuore.
L’ inverno passò, nei prati verdeggianti spuntarono le prime margherite bianche, noi due le sfogliammo insieme, forse fu amore.