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Un tergicristallo dorato. Dialogo muto tra un padre e una figlia

Amore
"Un tergicristallo dorato servirebbe, figlia, per togliere la fuliggine dal cuore, per cancellare ricordi che come fantasmi evanescenti talvolta appaiono innanzi agli occhi, riempendoli di umida malinconia. Io non so cosa, ma un terribile soffrire mi prende la sera nella solitudine del mio letto quando, nella penombra, i volti che di giorno scruto, emergendo da lignee cornici, marciano verso di me e mi confondono i pensieri, schiere mormoranti di figure effimere. Ma chi sono? Io più non so. Mi sento naufragare in un mare di pezzetti di me che ti sento raccogliere e riordinare e accatastare accanto a me. Un puzzle dal titolo "tu papà" vuoi ricomporre per me. Invano. Manca sempre l’ultimo tassello, l’ultima frazione di ricordo per ricompormi. Il mio oggi è libero con i tendini che lo legano al passato quasi completamente recisi... non mi interessa nemmeno ricucirli... ma poi a cosa? Oggi, l’attimo fa, è già il mio passato, il mio pezzetto mancante. Se mi addormento, non so più quando è successo: ieri sera o stamane, o pochi minuti fa. Quando dormo, sprofondo. Ma dove non so. Non c’è più spazio né tempo per me... ma non mi importa... non saprei come riempirlo, a chi pensare. Vago la sera rovistando cassetti e ripostigli; qualcosa mi spinge a cercare. Ma... non so cosa! Capisci, se anche lo trovo non me ne accorgo! Non mi chiedere di scegliere, non so più come si sceglie... Non mi interessa. Non mi chiedere di venire da te... non so cosa intendi... Non mi interessa. Però se tu vieni qui, accendi le luci, spalanchi balconi e mi abbracci, parli, ascolti le mie farfuglianti parole, se tu vieni allora io ti sorrido, di un sorriso che non nasce dai ricordi della mente, ma dal calore del cuore." "Un tergicristallo dorato ci vorrebbe, papà, per rimuovere la polvere e la nebbia accumulate nella tua mente e che cadono talvolta sul cuore impedendoti di richiamare volti e nomi di chi hai amato e di chi ti ha amato. Talvolta osservo umide velature oscurare i tuoi occhi, come sopraffatto da ricordi che non riesci a distinguere, da volti che confondi, da nomi che non ricordi. Lo so, la sera solo nella tua casa sfuggi ai ricordi che non riconosci e perlustri con minuzia e pazienza a cercare quello che ti manca. Ma, papà, cosa cerchi? Dimmelo che io possa aiutarti. Ti sento camminare, aprire, riscoprire le tue cose, foto che poi riponi qua e là in posti per me strani... Lo sono anche per te? Io non lo so, tu che sai la verità non me la sai raccontare. Ed io posso solo immaginare... Ho raccolto le tue foto, le ho incorniciate e le ho appese sui muri del tuo mondo. Tu le guardi e le commenti, ogni volta un commento diverso, qualche particolare in più o tanti in meno... È vero c’è nebbia dentro te, ma so che il tuo cuore sa sempre chi sono. Lo capisco dal sorriso che quando mi vedi accende i tuoi occhi, incurva le tue labbra, illumina il tuo volto. E scusa, papà, se insisto a dirti cosa è meglio per te fare, se riordino le tue cose secondo il mio ordine, se ti sveglio quando dormi per controllare il tuo sonno, se spesso interrompo i tuoi pensieri per parlarti dei miei. Ma tu sei mio padre, il mio sarà sempre il cuore di una figlia." "Un tergicristallo dorato servirebbe, figlia mia, per cancellare il dolore che leggo nei tuoi occhi ogni volta che guardi i miei. Come padre, soffro perché non ti posso aiutare ma anche perché so di essere la causa di tutto. Grazie per l’amore che mi dimostri e per la pazienza che mi riservi. Per l’ansia che colgo in te quando non mi sento bene, per le parole che mi dici quando mi vedi triste, per le carezze che mi dai e gli abbracci che mi regali. Scusami se non lo faccio anche io, ma non ricordo come si fa. Quando ti vedo sento che sei una parte della mia vita, è un sentimento forte dentro me anche più della fame e del freddo. Ma quando sei lontana, tutto è piatto; guardo l’orologio per avere conferma che qualcosa cambia. Io mi sento immobile, pietrificato nel mio presente, schiacciato tra passato e futuro. Momenti che non conosco più e momenti che non saprò riconoscere." "Un magico tergicristallo ci vorrebbe, papà, per cancellare questi ultimi anni e restituirti la vita che un fato beffardo ti ha nascosto ricoprendola con una spessa coltre di fumo. Prendimi la mano e seguimi, voliamo insieme nei nostri cuori..."

Daniela Cavazzi 11/04/2024 20:09 65

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Nota dell'autore:
«Il doloroso cammino dei malati di Alzheimer e dei loro cari»

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