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Non ti lascerò andare via

Amore

Antonio camminava senza sapere dove andare, camminava e basta, senza guardarsi intorno, senza preoccuparsi della gente che incrociava, senza sentire nemmeno il rumore del traffico! Voleva solo arrivare al punto di sentirsi così stanco da non poter fare nemmeno un solo passo in più. La sua mente però lavorava incessantemente, senza tregua e una frase gli martellava nel cervello e si ficcava dentro come un chiodo insopportabile...

"Mi dispiace Antonio, ma non ti amo più, non è colpa di nessuno, semplicemente non sento più niente per te...!"

Lui non fu capace di reagire, rimase immobile a guardarla mentre se ne andava via, incredulo, sgomento, disperatamente incapace di aprire bocca... Ora, tutta la sua disperazione si era trasformata in rabbia. No. Non poteva finire così! Doveva dargli una spiegazione, non si smette di amare una persona da un giorno all’ altro dicendogli semplicemente "Non ti amo più!"

Si fermò all’ improvviso, fermò un taxi e disse al conduttore di far presto, che aveva fretta. Era arrivato davanti al palazzo dove viveva Karolina, chiamò al citofono, una, due, varie volte, ma nessuno rispose. Guardò l’ orologio, erano le otto di sera, avrebbe dovuto essere in casa, perché non rispondeva? Deciso a parlare con lei, non si mosse da lì pensando che prima o poi doveva pur rientrare a casa!

Era stanco, rabbioso, innervosito, provò a suonare altre volte al citofono sperando di sentire la sua voce, poi si decise a chiamarla per telefono, non lo voleva fare, avrebbe voluto guardarla negli occhi, scrutarla, capire, bombardarla di domande... Il telefono suonava a vuoto poi dopo alcuni squilli entrava in funzione la segreteria. Cosa poteva essere successo? qualcosa di brutto? se Karolina avesse avuto qualche brutta intenzione? Si spiegherebbero allora quell’ addio improvviso e la sua sparizione…

Pensò che l’ unica cosa da fare era quella di salire ed entrare nel suo appartamento per vedere di trovare un indizio che spiegasse questa sua assenza improvvisa. Aveva con se, come sempre, le chiavi che le aveva dato la stessa Karolina perché potesse entrare in caso di necessità.

Aprì il portone, entrò e si diresse all’ ascensore che lo portò al quarto piano del palazzo. Andò con decisione verso la porta col N° 18, aprì con le mani tremanti e chiuse subito la porta dietro di se. Accese la luce e la vide subito! era distesa sul tappeto della sala, le mancava una scarpa, e il suo viso pallidissimo lo fece rabbrividire. Le tastò il polso, ma non riusciva a percepire i battiti del cuore, entrò nel panico, e senza pensarci due volte fece il numero del 118, con la voce, che era quasi un grido, implorò che facessero presto, che c’ era una donna sul pavimento svenuta che non dava segni di vita...

L’ ambulanza arrivò quasi subito. Il medico dopo averla visitata velocemente, ordinò che le mettessero immediatamente l’ ossigeno, le fece una iniezione endovenosa e con la barella la portarono in fretta in ambulanza. Antonio, che li seguiva pieno di angoscia, con un salto salì anche lui mettendosi al fianco di Karolina.

Fu una corsa disperata verso l’ ospedale, appena arrivati la portarono via e lui fu fermato all’ ingresso, dove già si trovava un commissario dei Carabinieri che incominciò subito a fargli tante domande come: chi era lui, cosa ci faceva in casa della ragazza, perché aveva le chiavi dell’ appartamento, come mai la ragazza si trovava in quelle condizioni, ecc...

Antonio dovette spiegare cosa era successo in mattinata fra loro due, il fatto che Karolina l’ avesse lasciato di punto in bianco, senza un motivo... fino ad arrivare a trovarla per terra senza sensi a casa sua. La sua storia non convinse il commissario che l’ aveva interrogato, anzi, quello era un movente più che valido per vendicarsi di lei e così lo portarono in questura.

Lui si disperava dicendo che era andato da lei solo per parlarle, che voleva soltanto sapere il motivo per il quale lei l’ avesse lasciato in quel modo, che lui l’ amava e che...

Ma non ci fu niente da fare. Nel mentre, suonò il telefono nell’ ufficio del commissario. Era l’ ospedale, gli comunicavano che la ragazza si era salvata per miracolo, l’ avevano trovata completamente drogata, una mega dose di cocaina da ammazzare un cavallo, ma per fortuna l’ avevano presa in tempo, grazie a quel ragazzo che aveva subito chiamato l’ ambulanza.

Il commissario non era assolutamente tranquillo, Antonio poteva aver cercato di uccidere la ragazza per rabbia ed essersi pentito subito dopo, perché no? Furono inutili le sue proteste e fu detenuto fino a nuovi sviluppi.

Nel frattempo Karolina, dopo le cure ricevute, aveva aperto gli occhi, non ricordava niente, era molto spaventata e quando vide che era in un letto d’ ospedale volle alzarsi di scatto: se non fosse stato per l’ infermiera che era presente sarebbe sicuramente caduta. Si mise a urlare che se ne voleva andare da lì, incominciò ad agitarsi talmente tanto che l’ infermiera dovette farle una iniezione per calmarla, infatti dopo cinque minuti era completamente sedata. Il medico consigliò di sorvegliarla continuamente, la dose di cocaina che le avevano iniettato nella vena era stata molto alta, forse sarebbe morta senza l’ intervento di Antonio, ma ora ci sarebbero voluti alcuni giorni prima che tornasse alla normalità.

Antonio, che era ancora in carcere, volle che gli chiamassero un avvocato d’ ufficio. Dopo alcune ore l’ avvocato si presentò dicendogli che doveva dire tutta la verità se voleva essere aiutato. Allora nuovamente, spiegò per filo e per segno come erano andate esattamente le cose, l’ avvocato gli domandò se aveva qualche testimone di quello che aveva raccontato, ma purtroppo Antonio disse che non c’ era alcuno che avrebbe potuto testimoniare per lui e che doveva tirarlo fuori da quel posto altrimenti sarebbe impazzito.

L’ avvocato volle andare a trovare la ragazza all’ ospedale per farle alcune domande. Karolina stava molto meglio e, secondo il dottore, poteva tornare a casa sua. Lei non sapeva che Antonio si trovasse in carcere e disse all’ avvocato quasi piangendo che lui non c’ entrava niente.

Raccontò che una settimana prima si trovava in casa da sola quando sentì suonare il campanello, andò ad aprire e rimase di stucco, era Giorgio, il suo ex, si erano lasciati in malo modo perché lei si era resa conto che lui era un tipo violento e presuntuoso. Lui le disse allora che la cosa non finiva lì. Le chiese di entrare, lei non voleva, ma lui le diede uno spintone ed entrò per forza. Karolina gli domandò cosa volesse e lui tirando fuori un coltello glielo mise sul collo, dicendole che se non avesse lasciato immediatamente il tizio con cui si trovava, quel coltello glielo avrebbe piantato nel collo!

Lei gli rispose che era un pazzo, che non avrebbe mai fatto una cosa simile, ma lui poggiando di nuovo il coltello sul suo collo, incominciò a premere sempre più forte, Karolina vedendosi persa gli disse che avrebbe fatto quello che voleva. Giorgio aggiunse che se si sognava di avvisare la polizia, anche se poi sarebbe andato in galera, avrebbe ammazzato Antonio! Karolina capì che si trovava davanti ad uno psicopatico criminale e tremando di paura disse di sì con un cenno della testa.

E così, dopo aver detto ad Antonio che non lo amava più, prese l’ autobus e si diresse decisa dai carabinieri per denunciare Giorgio, ma lui la stava seguendo con la macchina, e capendo al volo le sue intenzioni, appena scese dall’ autobus la sorprese puntandole una pistola nel fianco, obbligandola a salire sulla sua macchina. Arrivarono a casa di Karolina, e appena entrarono lui la prese a schiaffi fino ad intontirla e farla cadere per terra, e fu allora che le fece quella iniezione che quasi le costava la vita...

A questo punto, il commissario volle tutti i dati di Giorgio, l’ avrebbero cercato anche a costo di rovesciare tutta la città e promise a Karolina che avrebbe fatto liberare subito Antonio. La promessa fu mantenuta, Antonio fu immediatamente liberato. Lui, che non stava nei suoi panni dalla felicità, andò di corsa all’ ospedale e quando vide la ragazza in piedi, non fu capace di trattenersi, l’ abbracciò con immenso amore e le loro labbra si unirono in un bacio lunghissimo e liberatorio.


Franca Merighi 27/05/2021 14:59 744

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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