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♦ Marina Demelas |
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Quante volte da bambina e anche ragazzina di dieci- dodici anni, i miei genitori mi portavano al mare.
Ricordo che mio padre aveva una piccolissima 500, che quando doveva fare una salita un pò troppo ripida faceva così: "UUA UUA UUA" e noi scoppiavamo a ridere rispondendo: "VINO VINO VINO" povero topolino, come lo chiamava mio padre, però devo dire che non ci lasciò mai a piedi! Finalmente quando si arrivava al mare, una di quelle spiagge con palme da cocco e alberi di uva marina si attaccava l’ hamaca, e naturalmente io ero sempre la prima a sedermi e dondolarmi. Erano spiagge un pò selvagge, non erano attrezzate come quelle di adesso, bisognava portarsi tutto il necessario sia per mangiare, bere ecc. anche una damigianetta d’ acqua dolce per toglierci la sabbia di dosso. Poi si metteva il telo da spiaggia intorno ai vetri della 500 per cambiarsi il costume bagnato. Il mare era un pò pericoloso, essendo l’ oceano Atlantico, con onde alte che però, sbattendo contro gli scogli formavano un salutare aerosol che per me era un toccasana, visto che ero quasi sempre raffreddata e soffrivo di sinusite. Poi, per farmi il bagno cercavo un posticino un pò riparato dagli scogli, perchè con la paura che avevo delle onde non ho mai voluto imparare a nuotare... Per questo ogni Domenica avevamo un appuntamento fisso col mar "Caribe", che noi italiani chiamavamo mar dei Caraibi, era il nostro unico divertimento. Per fortuna il clima tropicale ci permetteva questo "lusso". Quando tornavo a casa avevo sempre un bel colore dorato, mi abbronzavo subito, e l’ aria marina mi stimolava l’ appetito mangiando il doppio del solito... La mamma era contenta, perchè mi vedeva crescere troppo pallida e mingherlina. Così, una domenica dietro l’ altra gli anni passarono in fretta, troppo, io direi e al posto di quella bimba magrolina e pallida ora c’ era una splendida ragazza bionda, "tutta curve" come scherzosamente mi dicevano gli amici... Ma... anche se mi faceva piacere andare al mare con i miei genitori incominciavo ad annoiarmi e desiderare una compagnia più consona alla mia età. Le mie amiche di liceo si organizzavano per andare al mare assieme agli amici, ma mio padre non ne voleva sapere. Era buono a modo suo, molto esigente e forse geloso dei probabili incontri che quasi tutti i ragazzi e ragazze avevano arrivati all’ età dei primi amori, dei primi fidanzatini, che a volte però continuavano a essere tali fino ad arrivare al coronamento del matrimonio. Le cose erano molto diverse da quelle di oggi. Una ragazza non si sarebbe mai sognata di andare a "convivere", o di cambiare compagno con la facilità che si cambia un paio di scarpe, si cercava comunque di conoscersi bene prima di compiere il grande passo. Ecco, io credo che più che altro era questa, la paura che mio padre aveva e che lo spingeva ad essere così poco permissivo. Ma lui però oltrepassava ogni limite! Non potevo nemmeno andare a una festiciola di compleanno delle mie amiche, a me sarebbe piaciuto moltissimo andare a ballare, ma dove? con chi? La situazione divenne insopportabile quando conobbi Adriano, eravamo "cotti" una dell’ altro ma dovevamo parlare sempre di nascosto, oppure passarci bigliettini in classe, beccandoci delle note sulla pagella, oppure appena fuori dalla scuola, ma molto raramente, perchè mia madre era già là davanti ad aspettarmi. Mi vergognavo da morire far vedere a tutti quanti che mi veniva ancora a prendere "la mamma"... e immaginavo le battutine e i sorrisetti sarcastici dei miei compagni! Un giorno però io e Adriano decidemmo di "marinare" la scuola, prendendoci tutto il tempo per noi. Andammo al mare, e passai con lui una giornata bellissima. Naturalmente all’ ora che finivano le lezioni, io ero già davanti alla scuola per aspettare mia madre. La seconda volta non andò così bene, mia madre non so come, lo venne a sapere e ci fu una grossa discussione in casa, con mio padre sopratutto... A quei tempi, non c’ erano i cellulari, e noi non avevamo nemmeno il telefono fisso, come facevo per avvisare Adriano che i miei genitori sapevano tutto? La cosa più assurda fu che mio padre mi proibì di andare al liceo, non so come fece, ma a casa nostra incominciò a venire una professoressa per darmi lezioni di matematica, italiano e lingue straniere... Io ce la misi tutta, studiavo come una matta in modo da prendere il massimo dei voti per potermi cercare subito un lavoro, rendermi indipendente e andarmene a vivere per conto mio. Non volevo per nessun motivo fare quella vita da carcerata e sempre sorvegliata come una detenuta con mille proibizioni. Dovetti lottare parecchio, e non mancarono le scenate sgradevoli in casa mia, specialmente con mio padre, ma ormai non poteva pretendere altro da me, ero anche cresciuta diamine! Ero libera! non mi pareva vero! Io e Adriano eravamo sempre insieme, (quando il tempo ce lo permetteva, visto che lavoravamo tutti e due) e sentivamo con grande gioia che sarebbe stato così per sempre. |
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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Piaciuto... un b e l racconto...un caro saluto (Giacomo Scimonelli)
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