Arrivata nella stanza, feci una doccia calda e stesi un velo di crema sul corpo; insomma dedicai qualche minuto a me stessa, indossai un taillier pantalone, color ghiaccio ed una camicetta nera sotto la giacca, raffinata ed elegante. Fui pronta in un batter d’ occhio ma l’ attesa mi rese ansiosa, attendevo Matteo con entusiasmo, ero nello Hall, e le 20: 00 vennero in un
batter d’ occhio, guardai l’ orologio e precipitai all’ esterno dell’ Hotel, non passarono cinque minuti, che la macchina di Matteo si fermò davanti a me. Nel vederlo il cuore si mise a far capricci e sobbalzò per la felicità, salii di corsa dentro la macchina e chiusi lo sportello, ci baciammo e fu un bacio sentito ed atteso per tutto il giorno; "Matteo mi sei mancato! Lui continuò a baciarmi.
Arrivammo al ristorante “ La Principessa” era ampio e ben arredato, appariva un luogo di grande agiatezza. Sedemmo uno di fronte all’ altro, in un piccolo tavolo ove prendersi le mani non era difficile. La serata la passammo con le mani unite sul tavolo.
La cena fu consumata velocemente senza molte pretese e parlammo del più e del meno.
Ero abbastanza silenziosa e pensierosa, avevo un pensiero che m’ assillava la mente, il soggiorno a Venezia giungeva quasi alla fine ed il tempo inesorabile stava scandendo ore e minuti e presto sarei dovuta tornare a Rapallo, ed un insistente domanda feceva largo fra nei miei pensieri; "che fine avrebbe fatto il nostro amore? “
"Sarei ritornata a casa e la storia con Matteo come sarebbe finita?" "Che sarebbe successo?” Matteo s’ accorse dell’ espressione seria e preoccupata che leggeva sul mio viso, intravide sul mio volto il passaggio di nuvole, ha tratti cupe e altre grigie..
E domandò ” Susy è successo Qualcosa? Ti vedo alquanto preoccupata, c’è qualcosa che ti turba!” “ No Matteo stai tranquillo!” Parlammo di noi, dei nostri incontri, delle nostre amicizie.
Ci confessammo qualche delusione e qualche gioia che la vita riserva e si parlò della nostra quotidianità. La serata si prospettò alquanto buona e l’ atmosfera stava cambiando in meglio ed anche il mio umore ne era lusingato, pian piano tornai a risplendere, finalmente divenne tutto perfetto, ad aprire il cuore e dopo tre giorni passati insieme, decisi di raccontarle
la mia storia e quella di mia Madre, confessandole di non aver mai conosciuto mio padre.
Raccontai;” Mio Padre fuggì a gambe levate, dal momento che seppe da mia madre che era in attesa di me, non volle saperne niente di noi due! Ci rifiutò! Sembra forte come la presento, ma fu così e preferì fuggire, togliendosi da ogni responsabilità. Secondo il mio parere di figlia, fu un irresponsabile ed immaturo comportamento ma, non solo, per dirla tutta, fu un bambino incosciente e un vigliacco in tutti i sensi. Mia madre scoprì che era sposato e che l’ aveva ingannata e lusingata. Per paura che la sua famiglia scoprisse ciò che aveva combinato chiese il trasferimento e partì per l’ estero con la sua famiglia.
Fu come Pinocchio bugie su bugie: A mia Madre giurò di non essere sposato, sai il classico discorso degli uomini vigliacchi che quando vogliono conquistare una donna che non amano ma, la desiderano solamente per portarla a letto!
Andò via e partì per il Brasile con la famiglia e oltre ad essere sposato, aveva anche due figli maschi!” E così non l’ ho mai conosciuto e giuro, non sento la sua mancanza.
Come potrei d’ altronde! Matteo lo vidi impallidire e sul viso, un ombra le offuscò il viso come se stesse per invistirlo una sciagura, un tenue pallore colorò le sue guance e goccioline di sudore le brillavano sulla fronte; Matteo stai bene? Le chiese con tono preoccupato ma la domanda peggiorò la situazione e creò scompiglio, lasciò la mia mano, la sua era sudata e flebilmente con una voce rauca si limitò a rispondermi;“ Tranquilla!” “ Forse non riesco a digerire la cena,
prendo un diger selz” e con garbo continuò; “ passerà presto vedrai!” Tornammo All’ Hotel e quelle preoccupazioni sparirono sul suo viso e sul mio e ritornò la luce di sempre, forse la mia storia l’ ha destabilizzato. Bastò abbracciarci e dimenticammo tutto. Matteo riprese vigore dopo il diger selz ed andammo nella mia camera come tutte le sere, avevamo desiderio di restare soli e abbracciarci, sensazione che investì tutti e due.
L’ amavo, come non avevo amato mai nessuno, per me era una bufera che investiva un arido deserto. In pochi giorni divenne la mia vita, il mio sogno, la mia ambizione, e conoscendolo meglio iniziai a fidarmi di lui e sperare ad un nostro avvenire; era come vivere la favola di Cenerentola che incontrò il suo Principe, ma ero consapevole della realtà.
Il giorno seguente arrivò veloce e coinciso arrivò l’ ora fatidica, dovevo andare allo studio di Corrado a ritirare il book fotografico. Guardavo le fotografie estasiata e sbalordita, pensando ma, davvero, era la mia immagine riflettevo su quei fogli, come se fossi inverosimile ed ebbi una strana impressione come stessi a guardando un film ed ero in un mondo irreale, vestivo di vento, e di foschia. Passammo ai convenzionali saluti fra me e Corrado, lo ringraziai, saldai il conto e presi fra le braccia l’ album che giaceva in una grossa scatola rossa. Arrivai in albergo e continuai a guardar l’ album mentre passavano le ore l’ ammiravo scrutandolo con fervore, e entusiasta di ciò che avevo realizzato.
Nelle fotografie i miei occhi brillavano di una luce particolare vi si leggeva chiaramente la felicità, e l’ amore li faceva risplendere come due topazi, quell’ amore che vibrava in ogni poro della pelle. La felicità non si può nascondere è come il dolore, traspare anche dalle fotografie. Venne sera ed era la mia ultima sera a Venezia, e pur volendo restare calma non riuscivo a pensare ad altro, fra poche ore sarai partita per Rapallo e la storia con Matteo come sarebbe finita?” questa domanda per il momento non avrebbe avuto risposta, lo sapevo bene ...per ora tutto sarebbe restato in sospeso fra noi e il cuore. Tutto questo mi rendeva inquieta e irascibile. Ad un certo punto squillò il cellulare era Matteo ” Susy amore, vediamoci alle 20: 00 come sempre; Aspettami!”“ Ok amò ci sarò!” ero quasi assopita e sdraiata sul letto, avevo un torpore addosso che non avevo mai provato avevo lo stomaco sotto sopra e un senso di nausea che m’ accompagnava dal mattino, ero amareggiata e ripetevo “ Susy questi sono stati i più bei giorni della tua vita e male che vada non potrai mai dimenticarli e di ciò che accadrà non preoccupartene, goditi questi momenti di gloria e d’ amore che restano” “ Susy mi dissi ancora, goditi l’ ultime ore rimaste”.
Ripresi a truccarmi, infilai jeans e maglietta color turchese, una scollatura vertiginosa sul seno, che metteva in risalto l’ incarnato ed intonarlo con il biondo dei capelli, avevo un aspetto molto più giovane vestita così, le ore fuggirono frettolose come anime fuggiasche in cerca di dimora, dopo una tempesta da far paura. Matteo arrivò e parcheggiò la macchina sul bordo dell’ altra carreggiata, corsi velocemente incontro a lui, aprii lo sportello ci salutammo con un bacio ” Amore mi sei mancata, non vedevo l’ ora di abbracciarti” euforica risposi; Anch’ io!”
L’ auto partì e noi stretti uno, con l’ altro, si volava come il vento, a soffiar sul vento stesso, malgrado sapessi che il giorno seguente ci saremmo dovuti lasciare, con Matteo stavo molto bene ed questo mi rendeva serena..
Cenammo come tutte le sere ma quella sera lo guardavo con altri occhi, ed era un crescendo d’ emozioni e non volevo farlo capire a Matteo, e trattenevo anche il respiro, lo guardavo continuamente domandomi, com’è possibile che un uomo così interessante, tenace e virtuoso ami me, questo pensiero mi destabilizzava ed ogni tanto perdevo il filo dei nostri discorsi. Anche lui mi guardava e ogni tanto allungava la sua mano verso la mia, tutta la serata ci stringemmo le mani, era così bello sentirsi vicini.
La serata s’ avviava alla fine, ed uscimmo dal ristorante, dirigendoci verso l’ Hotel, quella camera da letto, sarebbe stata l’ ultima volta che ci avrebbe visti insieme. La notte, vestì d’ amore e passione che unì i nostri corpi fin divenire uno solo e con l’ intensità di piacere ci spogliò di ogni inibizione, la notte fu lunga e ci amammo come se amarci fosse l’ ultimo traguardo da raggiungere, l’ ultimo nostro sospiro d’ amore. Felici ed esausti dormimmo abbracciati. Prendemmo accordi e non avremmo potuto incontrarci prima di un mese, Matteo non poteva per motivi di lavoro. Ci saremmo rivisti il 14 Novembre mercoledì, avrei fatto lo stesso itinerario e prenotato lo stesso albergo questi erano gli accordi per poter iniziare un futuro insieme..
Il mattino arrivò presto, presto ed euforica mi vestii, ed accentuai il truccò sugli occhi volevo nascondere le occhiaie, altrimenti mia madre si sarebbe accorta che non avevo dormito molto. Scesi con il borsone in mano all’ Hall pagai il conto e salutai educatamente.
Alla stazione, attesi il treno che m’ avrebbe portata a Mestre e dalla stazione di Mestre avrei preso l’ altro treno per Rapallo, il viaggio avrebbe avuto la durata di cinque ore e mezza la linea era Padova, Verona, Milano e Rapallo..dovevo attraversare L’ Italia da destra a Sinistra comunque era munita di un bel libro, un regalo di Matteo la sera che andammo a visitare una grandissima biblioteca al centro di Venezia. Matteo s’ accorse che ero ammaliata da un bel romanzo scritto da Isabel Allende era una scrittrice che apprezzavo, lo tenevo fra le mani come se già fosse di mia proprietà, infatti volevo comprarlo e così volle donarmelo, lo accettai volentieri, amavo leggere.
Adele Vincenti
Fine Quarta Parte