Susy diminutivo di Susanna, un nome portato con mesta alternanza, preferiva farsi chiamare Susy, quel diminutivo l’ attraeva, le ricordava la susina, frutto a lei gradito, sia nel sapore che nel colore. Susy capelli lunghi e biondi che le donavano un’ intensa luce all’ incarnato color pesca. Occhi a mandorla ben delineati color nero e quando si posavano nei sguardi altrui, suscitavano emozioni. Ciglia lunghe e folte, insomma due perle dentro un bello scrigno.
Alta e sensuale, sprizzava femminilità ed attirava ogni sguardo, in strada la gente si voltava a guardarla non era solo una bella ragazza, aveva qualcosa in più e non passava di certo inosservata. Camminando mostrava tutta la sua fierezza, austerità e determinazione, era una ragazza orgogliosa di se stessa. Essendo a conoscenza dell’ effetto procurato all’ altro sesso non restava imbarazzata, anzi al contrario ne era lusingata. Susy si preparava ad andare a Mestre a prendere il treno che l’ avrebbe portata a Venezia una splendida città; dove sognare era vivibile, bellezza antica a raccontar storia e farsi raccontare, Venezia dalle sue storie eterne, detta la Serenissima.
Susy era nata a Rapallo una cittadina turistica della Liguria, situata sul mar ligure, molto frequentata, fiorente di interessi attirava molti turisti, ma Susy sognava Venezia da quando era bambina, ora a 22 anni lavorava con la madre a Rapallo avevano un attività privata.
Una boutique di abbigliamento che gestivano con grande passione, molti abiti erano creazione della madre che era molto creativa un artista e riusciva a dipinger gli abiti donandole tono e colore dipingendo stoffe leggiadre, rimodellarle ed accessoriarle con buon gusto e originalità, amava la natura e tempestava le stoffe con fiori, farfalle, e altro. Susy, conseguito il diploma, aiutava la mamma nel lavoro ma, aveva un forte desiderio da tempo e voleva realizzarlo.
Un giorno prese la decisione e disse fra sé, lo dirò alla mamma colse l’ occasione e con lei parlò” Sai Mamma ho preso una decisione vorrei andare a Venezia, vorrei provare a frequentar la scuola da modelle” “ ma per parteciparvi dovrò presentare un book fotografico ed andare a Venezia mi hanno suggerito un buon fotografo forse il migliore per modelle, vorrei andare da lui, e se sono fortunata potrei riuscire a realizzare questo sogno!” La mamma la guardò con occhi perplessi e stupefatti: ” Susy qui non ti mancherebbe nulla, l’ attività creata è per entrambe!” La madre aveva un tono di voce malinconico rendendosi conto che la sua bambina era divenuta una donna. “ Susy alla Mamma, non rattristarti vorrei solamente provarci, non è detto che il mio intento riesca a concludersi positivamente, ma non vorrei un giorno pentirmi di non averci provato! ” “ Prometto supplicò Susy alla mamma se non ci riuscirò mi prenderò cura della boutique ed insieme costruiremo il mio avvenire!” “ Mamma adesso per favore comprendimi!” La madre comprese l’ esigenza della figlia e preferì restare in silenzio, in fin dei conti si fidava ciecamente della sua figliola ormai fattasi donna e che mai, le diede problemi.
Angelica era il nome della mamma e lo portava sapientemente era una bella donna, conosciuta e amata dalla gente, anche avendo qualche annetto era una donna ancora piacente.
Il suo volto infondeva sicurezza e responsabilità, aveva un bel sorriso consenziente e simpatico, allegra e solare, intorno a sé aveva costruito una torre di certezze, donna riflessiva non parlava a sproposito, pensava e poi parlava, la vita le aveva tolto ma, le aveva anche dato tanto. Susanna venne al mondo quando lei era molto giovane, fu un avvenimento inaspettato, rimase incinta fu il frutto di un grande amore. Il Padre di Susanna non volle saperne di lei, ne della bambina. Angelica si rimboccò le maniche e con amore si prese cura della bambina svolgendo il ruolo di Padre e Madre ed assumendo tutte le responsabilità della famiglia, con tanta devozione la crebbe e non rimpianse il tempo dedicatole e Susy non sentì la mancanza del Padre. Angelica non volle mai sposarsi, accudì la figlia con amore e dedizione, ebbe qualche storia finita male e nessun uomo da dividerci la vita. Crebbe sua figlia con sacrifici e lavoro ma ben ricompensati, il risultato fu ottimo e gratificante.
Susanna era una splendida figliola ben educata e responsabilizzata. Lei ne era orgogliosa.
Angelica con dolore lasciò partire Susanna per Venezia, mettendosi in disparte.
Il treno di Susanna correva a destinazione e il suo pensiero, sognante prendeva la forma da lei desiderata e soddisfatta di quella decisione fra sé pensava, è il sogno, il mio sogno! ..
Susy era diretta nello studio di Corrado Fermi grande fotografo di moda, il migliore nel suo campo ed era conosciutissimo si accordarono telefonicamente prendendo appuntamento per le 17. 00 in via San Sebastiano n 45 a Venezia, avrebbe fatto un ebook di fotografie che sarebbe stato il suo lascia passare per poter entrare nel mondo della moda un’ aspirazione coltivata fin
dall’ adolescenza. Il treno arrivò a Venezia, scesi alla stazione Santa Lucia l’ aria era fresca e umida, emozionata e perplessa camminai guardandomi intorno, lo spettacolo era ad effetto benefico e il vento lo percepii come il soffio di Eolo vigoroso e profumato di salsedine riempiva i polmoni, euforica al punto di sembrare che i fiori colorati che scendevano a pioggia dai balconi delle case l’ avrei potuti sfiorar con le dita. La storia i misteri di quella città erano ombre antiche dove la bellezza era il suo vanto. La mattina sprizzava di positività era metà Ottobre e camminando sparpagliavo pensieri come petali di rose sull’ asfalto. Quelle viuzze strette sembrava volessero raccontar la storia o le favole, “ Venezia”, tutti vorrebbero conoscerti, Venezia, Venezia che nessuno può dimenticarti. Laguna ad attrarre sguardi e rubarti un sogno.
Piazza San Marco, maestosa ed incantatrice dove la gente parla diverse lingue, e la bellezza rapisce sguardi e fantasia. Piccioni a beccare e scender e salir in piccoli voli da ogni direzione i quattro mori sul campanile a rintoccare le ore, guardai me stessa così piccola davanti a tanto spazio, un puntino di matita su foglio bianco, affascinata dal frontale della cattedrale sedetti in un bar a prendermi un caffè, era quasi mezzogiorno il tempo fu clemente, a Venezia il tempo passa veloce, non ci si può annoiare, Jeans e maglietta, gambe accavallate sedevo tranquillamente su un tavolinetto di un bar ed il mio sguardo cadde su un uomo che era seduto poco distante da me, un uomo distinto un po’ brizzolato di quelli che sembra abbino scritto sul viso,
”carismatica attrazione” leggeva il giornale e di tanto, in tanto si lanciava con lo sguardo verso il mio, aveva uno sguardo assai intrigante ed attirava la mia attenzione, insomma mi trovavo in una situazione imbarazzante, avevo il cuore in tumulto e la sensazione di avermi denudata, quasi a vergognarmi, imbarrazante e piacevole allo stesso tempo, avrei voluto alzarmi ma non riuscivo a muovermi, era un uomo attraente a tal punto che le donne le palpava con uno sguardo, furono sguardi scrutatori e ammaglianti erano colmi d’ ammirazione, e non avevano nulla di volgare.
Era un uomo che quando guardava una donna, riusciva a coglierne l’ emozione.
Il tempo passò veloce e verso le 13. 00 avrei dovuto esser all’ Hotel, di cui avevo prenotato una camera per quattro giorni. Pensavo quattro giorni miei, intimamente miei e quel pensiero gratificava il mio ego, mi dava la sensazione di esser divenuta una donna che sa gestire la propria vita e la sua libertà. Partii da Rapallo con due desideri, oltre al mio Book di fotografie che avrei dovuto fare, avrei avuto l’ occasione di visitare Venezia e fotografarla, immortalarne le sue immagini per mai dimenticarla. Ricordi di quel breve spaccato di vita. Prenotai alla pensione “ La Residenza degli Angeli” l’ avevo trovata sul web dopo una lunga ricerca e subito ne fui innamorata. Avrei dovuto alzarmi dalla sedia del bar ed andarmene per arrivare all’ Hotel era arrivata l’ ora di pranzo e per arrivarci dovevo ancora camminare, m’ alzai, e gli occhi di quel
bell’ uomo erano incollati a guardare ogni mio movimento. Anch’ io alzai lo sguardo su lui e come se ci sfidassimo, a non volerci perdere incrociammo i nostri sguardi e fu come se ci fossimo salutati, “ arrivederci a presto” dissero i nostri occhi, e fu allora che m’ accorsi che lui stava provando le mie stesse sensazioni.
Con cadenza e lentamente come se attendessi un cenno m’ alzai e soffermandomi l’ invitai a farsi avanti. Ad un tratto lo vidi coraggiosamente dirigersi verso me, e con gentilezza ed educazione, la sua mano cadde fra la mia: “ Piacere Matteo” disse imbarazzato:” la stavo osservando lei sicuramente è di passaggio a Venezia”? Imbarazzata risposi ” Si sono di passaggio!” ed allungai la mano cortesemente “ Susanna, per gli amici Susy!” ero euforica, lui aveva una voce che penetrava nelle profonde viscere del mio corpo, e notai che mai nessun altro uomo aveva percorso e violato quelle profondità, il suo tono di voce aveva aperto un varco alla donna che viveva in me, donandomi un’ emozione nuova e la sensazione di essere apprezzata ed ammirata per quel che ero.
Fine Prima Parte!
Adele Vincenti