Si affacciò alla finestra e guardò il cielo. Quella notte avrebbe nevicato.
La notte di Natale, la prima senza la guerra, senza le bombe, senza la paura che attanaglia le viscere. Eppure quattro anni prima...
« Voglio parlare con un responsabile! I miei uomini al fronte sono rimasti senza abiti, senza coperte senza scorta di medicinali! Ma chi è l’ incompetente che si occupa dei rifornimenti?»
La voce dell'ufficiale arrivava fin nel suo ufficetto. Si tolse gli occhiali e stancamente si massaggiò la radice del naso. Lo fece accomodare.
« Era ora! Ho solo pochi giorni ed i miei uomini stanno patendo fame e freddo! Ma cosa ne sapete voi che state seduti dietro ad una scrivania, della guerra?» aveva esordito l'uomo senza lasciarle tempo di ribattere. Aveva alzato lo sguardo ed incrociato gli occhi più verdi e più infiammati che avesse mai visto, il cuore le fece una capriola e sentì le guance che si arrossavano.
Si era interrotto e la fissava con uno sguardo che sembrava leggerle nell’ anima.
Con un misto di stanchezza ed imbarazzo cominciò a parlare, raccontando di tutte le difficoltà che avevano nel reperire gli approvvigionamenti e lo rassicurò che al più presto avrebbe provveduto. Lui la scrutò attentamente, fece il gesto dell’ attenti e uscì lasciandola senza fiato.
Rimase per qualche istante ferma poi si riscosse: era ora di tornare a casa. La sua dolce Edy, la donna ed amica con la quale divideva l’ alloggio, era partita e lei tornava malvolentieri in quella stanzetta buia e fredda con il cartone ai vetri e le coperte ruvide ed umide. Uscì rabbrividendo nella notte gelida e, nonostante l'ora, il presidio era in piena attività: volontari, infermiere, militari che lavoravano giorno e notte per quella maledetta guerra, per cercare di alleviare almeno un po' tutto il dolore e la morte che inevitabilmente avrebbe trascinato con sé. Girò l’ angolo e lo trovò appoggiato al muro, sotto un lampione, appena la vide parve riscuotersi e le andò incontro.
«Mi scuso per la mia avventatezza e per la mia rabbia. Lei non ha alcuna colpa. Per rimediare posso offrirle qualcosa di caldo?» lei gli sorrise ed accettò l’ invito.
Entrarono in un bar fumoso, pieno di avventori, si sedettero ad un tavolino d’ angolo e cominciarono ad amarsi. La notte si tramutò in alba e li trovò di fronte, con le teste vicine, a parlarsi e raccontarsi. Era come se si fossero ritrovati dopo un tempo infinito, cercati per l’ eternità e ricongiunti, finalmente.
Arrivò la Vigilia di Natale ed anche quella sera lui la stava aspettando nel solito posto ma invece di dirigersi verso il bar la prese per mano e si diresse verso la chiesa.
Nonostante la ricorrenza, era vuota, il coprifuoco e la paura tenevano le persone rinchiuse nelle loro case, terrorizzate e tremanti.
«Amore mio, davanti a Dio e con Lui come unico testimone ti chiedo di sposarmi, e di farlo qui ed ora. La guerra non permette promesse né impegni, ma ovunque andrò, dovunque i miei passi lasceranno la loro impronta, tu sarai sempre nel mio cuore, compagna e sposa. Per sempre».
Stava per ripartire per il fronte.
«Sì ti sposo, davanti a Dio e con Lui come testimone. Ti amerò per sempre”.
Restarono in silenzio assorti, commossi, disperati eppure quello era il più bel Natale che potessero immaginare di trascorrere.
«Devo andare, parto, una missione segreta... ti scriverò, Vita mia, ti giuro che tornerò da te, ti troverò, ovunque andrai » fu il suo unico addio.
Nei mesi successivi lei aveva ricevuto ancora qualche lettera dal fronte poi più nulla, aveva scorso con attenzione e con dolore tutte le liste dei dispersi e dei caduti, un lungo rosario di nomi, di storie, di dolore ma il nome di lui non era mai apparso.
La guerra, per fortuna, era finita da mesi ed era tornato il Natale.
«Mamma, Edy ha detto che stanotte arriva Babbo Natale! Ha detto che se faccio una preghiera speciale posso esprimere un desiderio. Mamma, io ho un desiderio grandissimo. E Gesù Bambino lo esaudirà»
Era il suo stesso desiderio. Guardò commossa la sua dolce Aurora, il frutto di quei diciannove giorni di Amore, e lui non lo aveva mai saputo.
Ma doveva sorridere,, per la sua bellissima bambina dai capelli lunghi e scuri e dagli occhi verdi
«Forza piccola, andiamo a Messa! E ben coperte perché sta per nevicare!”
Uscirono nella notte e pregarono nella Chiesa dove quattro anni prima si era promessa a lui, aspettarono la mezzanotte e festeggiarono l’ Avvento. Mano nella mano risalirono verso la loro casetta.
«Mamma, nevica! Guarda che bello! Balliamo mamma!». Cominciarono a cantare e ballare mentre la neve lentamente scendeva in una danza di farfalle fredde, senza fiato arrivarono fin nel cortile, il fiato corto e le guance accaldate, ridendo di gioia semplice.
Un' ombra si staccò dal muro, il cuore le fece una capriola nel petto: l'aveva sempre saputo che quel momento sarebbe arrivato.
«Amore mio sono tornato! Buon Natale».