Alla ricerca di un’ identità
Pioveva a dirotto quel giorno, le strade sterrate ormai sature di acqua, erano uno strato di fanghiglia scivolosa. Si faceva fatica anche col trattore a non sbandare, ne era consapevole l’ agricoltore Gianni ma nonostante tutto riusciva a tenere in carreggiata il suo mezzo.
Si stava facendo tardi e l’ imbrunire si avvicinava col suo carico di ombre ma nonostante questo, Gianni intravide per tempo un piccolo fagottino sul bordo della strada che pareva si muovesse. Fermò il trattore e scese per vedere cosa diavolo fosse quell’ involucro. Lo raccolse e quando lo aprì gli si strinse il cuore vedendo due grossi occhioni impauriti che lo guardavano; era un piccolo cucciolo di cane del quale qualcuno si era sbarazzato abbandonandolo lì sul ciglio della strada.
Cosa fare? Non poteva abbandonarlo anche lui adesso che lo aveva visto e trovato, non ne sarebbe stato capace Gianni e considerato che alla sua fattoria aveva tanti animali e moltissimo spazio, lo riavvolse nel panno e salito di nuovo sul trattore, lo appoggiò sulle gambe mise la marcia e partì verso casa. Mise il trattore nella rimessa e prendendo il fagottino entrò in casa.
Gianni prese una salvietta e strofinò per bene il nuovo arrivato, era un batuffolo tutto sul grigio/nero e guardandolo disse a voce alta quasi parlando tra sé e sé: “ e adesso che ne facciamo di te?”. Poi prese una ciotola, vi versò del latte appena munto la mattina e appoggiando a terra cucciolo e scodella vicino la stufa lo accarezzò sulla testa.
“ Chissà di che razza sei!” pensò
“ Già, probabilmente un incrocio di mille razze!” disse ancora tra sé e sé
Scendeva dal piano di sopra sua moglie Costanza che aveva appena messo a dormire la loro figlioletta Maria.
“ Cosa diavolo hai portato a casa questa volta!” gli disse sottovoce Costanza per non svegliare la figlia che si era appena addormentata.
“ Che vuoi che ti dica moglie mia, ho visto sul bordo della strada questo fagottino che si muoveva e l’ ho raccolto, non potevo con questo tempaccio da lupi lasciarlo inzuppare oltre, qualche sconsiderato lo ha abbandonato, poteva morire!” le rispose Gianni.
“ Dai non t’ arrabbiare, qui abbiamo tanto posto e un cane lo volevamo già prendere, Maria ne sarà contentissima!”
Gianni mise qualche straccio nel sottoscala dentro uno scatolone che era andato a cercare in cantina e dopo averlo lavato e asciugato mise lì il cucciolo momentaneamente.
“ Domani penseremo a quale nome darti” pensò.
Il giorno successivo Maria che doveva andare a scuola si accorse subito del nuovo arrivato e tra mille gridolini di gioia se lo prese in braccio accarezzandolo ripetutamente. Guardò felice i suoi genitori e domandò loro se il cucciolo poteva restare con loro, poi ricevuta una risposta affermativa da parte di entrambi, li ringraziò ripetutamente e guardando il cucciolo incominciò a pensare ad un nome da dargli.
“ lo chiamerò …. Lo chiamerò …. “
“ devi dargli un nome breve” la interruppe il padre
“ perché papà?” chiese subito Maria curiosa
“ perché possa rispondere e venire subito quando viene chiamato e poi visto che lo terremo quando avrà qualche mese in più, lo affiancheremo a Buch il nostro cane da pastore” disse il padre
“ Certamente Buch gli potrà insegnare tutto quello che c’è da sapere per tenere unito il gregge di pecore e difenderlo dai lupi.” Aggiunse
“ Allora lo chiamerò Bill, è breve e mi piace” rispose Maria
“ a voi piace?”
“ Si che va bene, vada quindi per Bill però non lo devi coccolare troppo altrimenti non diventerà mai un buon cane da pastore” il papà ammonì Maria.
Gianni fece una bella cuccia a Bill vicino a quella di Buch fuori nel cortile della fattoria.
Bill era felice quando Maria tornava da scuola e finiti i compiti poteva giocare con lei; ma durante il giorno si sentiva un po’ solo e allora gironzolava alla ricerca degli altri animali perché voleva sapere se sapevano dirgli delle sue origini e di quale razza fosse e da dove venisse.
Un giorno nella stalla incontrò la mucca Pasqualina e siccome Bill sapeva farsi sentire dagli altri animali e parlare con loro, chiese alla mucca se sapeva di quale razza lui potesse essere.
“ non lo so caro, tu sei ancora un cucciolo e i cuccioli crescendo cambiano molto” gli rispose la mucca.
“ devi avere pazienza, però puoi andare a chiedere al signor gallo che lui sa tante cose più di me, lo trovi laggiù nel pollaio” aggiunse ancora.
Bill corse vicino alla recinto del pollaio a cercare il gallo ma non vide nessuno, era a dormire con tutte le sue galline. Era tardi ormai stava per arrivare Maria che aveva finito i compiti e adesso aveva compagnia.
“ dal gallo vado domani mattina presto a chiedere se lui sa qualcosa, adesso pensiamo a giocare.” Pensò e corse incontro a Maria che lo stava chiamando a squarciagola.
Il giorno successivo Bill si svegliò presto al canto del gallo, si diede una bella scrollata ed usci piano, piano senza far rumore e si avvicinò al recinto del pollaio.
“ buongiorno signor gallo” gli disse
“ che vuoi cucciolo di cane” rispose il gallo
“ io mi chiamo Bill e volevo sapere se guardandomi tu puoi capire di che razza sono, sto cercando le mie radici” il gallo lo squadrò da cima a fondo e poi gli disse.
“ non saprei proprio piccolo, il mio compito è dare la sveglia a tutti il mattino presto col mio canto. Vai laggiù dove ci sono i maiali, magari loro ti sanno dire qualcosa!” aggiunse ancora.
Bill si avvicinò al recinto dei maiali.
“ qualcuno di voi mi sa dire di quale razza canina potrei essere io?” Un grosso maiale lo squadrò da cima a fondo, ma poi scrollò la testa:
“ sei troppo piccolo per poter definire chi possono essere i tuoi antenati! Io non saprei proprio aiutarti, ma puoi andare laggiù vicino a quell’ albero che sul ramo trovi il saggio gufo, magari lui sa dirti qualcosa di più.”
Bill chiese anche al saggio gufo che gli disse però di tornare dopo quattro mesi che forse ci sarebbe già stata la possibilità di vedere da quale genealogia lui proveniva.
Rassegnato Bill tornò verso la fattoria sconsolato.
Passarono i giorni, Bill cresceva e vicino al cane da pastore Buch imparava velocemente ad accudire le pecore, riunirle seguendo le direttive e le indicazioni del vecchio cane da pastore.
Dopo cinque mesi Bill era diventato un grosso cane dal fluente pelo tutto nero, con Buch che gli faceva da istruttore era veramente diventato un bravo cane per le greggi, sembrava proprio fosse nato per fare quel lavoro.
Fu allora che ricominciò di nuovo la ricerca della sua genealogia, nel granaio vide una bella ed enorme ragnatela con sopra un grosso ragno che tesseva e Bill fermandosi interpellò il ragno chiedendogli se per caso lui sapesse a quale razza lui potesse appartenere, ma il ragno era scorbutico e scontroso per cui malamente gli rispose di lasciarlo in pace che aveva da fare a costruire la sua ragnatela e poi non se ne intendeva di razze di cani.
“ non lo vedi? Qui tutti passano e ad ogni due per tre mi tocca aggiustare la mia casa che a me serve per procurarmi il cibo per sopravvivere!”
“ chiedi a qualcun altro” disse molto seccato.
Si ricordò allora Bill del bravo e saggio gufo che qualche mese prima gli aveva detto di tornare dopo quattro mesi e adesso ne erano pure passati cinque.
“ chissà, forse adesso lui sa capire e dirmi!” pensò pieno di speranze. Andò così alla ricerca del saggio gufo ed una volta trovato tornò a fargli la stessa domanda di allora.
Il gufo lo guardò ben bene e poi come un illuminato gli disse:
“ ma certo adesso si che si vede di che razza sei!”
“ e allora?” intonò speranzoso Bill
“ sei un bellissimo cane da pastore di Ciarplanina, una razza da pastore e da guardia molto pregiata”
“ ah … sono quindi un cane da pastore e quale sarebbe il mio compito esattamente?”
“ ma caro Bill il tuo compito è proprio quello che stai facendo qui, è quello di governare le greggi e far loro la guardia per difenderle dai lupi” gli disse il gufo
“è la ragione per cui seguire gli insegnamenti di Buch ti veniva tanto facile” aggiunse.
Bill era estremamente felice e gongolante, finalmente aveva trovato e scoperto le sue radici, si mise a correre per tutta la fattoria raccontando a tutti chi lui fosse veramente. Poi arrivò da Buch e gli raccontò quello che gli aveva appena detto il saggio gufo e Buch sorrise ….
“ se tu me lo avessi chiesto io avrei saputo dirtelo già due mesi fa” gli disse
“ le tue capacità e le tue caratteristiche erano talmente evidenti che era impossibile non vederlo!”
“ ohh…. scusa proprio Buch …. ho chiesto a tanti e non ho pensato a chiederlo te che sei un cane come me!”
Bill saltellava ora orgoglioso e felice intorno a Buch ringraziandolo per tutti i suoi insegnamenti.