UNA REALTA’ SOLO VIRTUALE
All’ inizio dell’ anno prima Alice si era buttata in quella strana avventura entrando col computer in una chat per single alla ricerca di qualcuno con cui intavolare un discorso virtuale, aveva iniziato con una chat di gruppo pensando che di certo non le avrebbe fatto male …. scrivere non costa nulla o almeno così le pareva …
Qualche tempo dopo, una sera dopo essersi collegata in chat nel solito gruppetto di amici/amiche che si era creato, si inseriva in chat un altro elemento amico di uno degli altri componenti del gruppo. Si presentò col nome di Giorgio, era molto simpatico, faceva delle battute carine, sapeva essere coinvolgente e sapeva conquistare attraverso la parola. Insomma, per farla breve, era un tipo veramente carismatico. Si erano trovati bene lei e Giorgio ed ogni tanto si ritrovavano a scherzare tra loro due dimenticandosi del gruppo tanto che ad un certo punto, venne loro richiesto di farsi una chat a parte tra loro due.
Pensarono che era giusto e così fecero pur mantenendo aperta la chat con la quale conversavano con il resto degli amici. E fu così che Alice fu coinvolta in questa strana relazione virtuale!
Giorgio scriveva molto bene, le su parole riuscivano sempre ad emozionarla. Un giorno Giorgio le spiegò come attivare il video per la chat in modo che potessero anche vedersi e parlarsi a voce. Alice restò incantata nel conoscere visivamente questo uomo dalle fattezze molto dolci e dei lineamenti perfetti, anche la voce era dolce e profonda, tanto che riusciva a catturarla in tutto il suo essere, come se lui fosse lì e quando lui parlava Alice si sentiva vibrare tutta, quasi sedotta. Si sentivano tutte le sere dimenticandosi persino ormai del gruppo che li aveva fatti incontrare.
Una sera verso l’ inizio dell’ estate, Giorgio le disse che sarebbe andato quindici giorni in vacanza sulla costa adriatica a Rimini e le chiese se la cosa potesse interessarle per conoscersi anche di persona. Alice che era ormai completamente persa per lui, acconsentì nella convinzione che anche lui provasse il suo stesso sentimento profondo seppur nato nel mondo virtuale; ma per lui, che era solo a caccia di avventure, così non era! …. E ci volle del tempo per Alice se non per dimenticare, almeno per trovare una sorta di compromesso col suo cuore sofferente dalla delusione di quella storia inevitabilmente finita male.
Ascoltava ora Alice quel rumore ovattato senza capire da dove provenisse, era un suono cadenzato che sembrava quasi scandire il tempo ma poi si rese conto che non era altro che il ritmico suono dei suoi stessi passi sul prato; dove c’ era ancora un letto di foglie le sentiva scricchiolare: si sentiva sola e quel rumore le faceva quasi paura.
Ancora confusi i suoi pensieri nella sofferenza e nella costante ricerca di quell’ amore che le aveva portato via anima e cuore e dei mille perché ai quali non riusciva trovare una risposta. Lui alla fine di quell’ estate dello scorso anno le aveva detto: “ vedrai forse ci ritroveremo un giorno!” e tutto era rimasto così dentro quell’ addio, come sospeso nel vuoto.
Alice non riusciva proprio a non pensarci, le tornavano in mente le belle nuotate nel mare, i tuffi, la scogliera dove s’ infrangevano le onde e dove entrambi si stendevano al sole facendosi scaldare da quei raggi caldi e ristoratori. Le passeggiate poi, mano nella mano, sul lungomare al chiaro di luna che illuminava i loro volti e giocando con le ombre creava degli arabeschi ricamando su di loro le stesse emozioni che sapevano generate (o almeno così pareva a lei) dal loro pazzesco amore. Ma non era così per lui che di fatto non era altro che un avventuriero che consapevole del suo carisma lo sfruttava per trovare delle facili prede femminili con le quali avere un’ avventura per suo tornaconto senza preoccuparsi minimamente del male che faceva.
In cerca di riposo, trovò Alice uno spazio sotto un albero di tiglio che in quel momento era in piena fioritura, dai suoi fiori si sprigionava un fortissimo profumo che invadevano le narici fin quasi a farle girare la testa, ma era ugualmente piacevole inspirare quei profumi di primavera inoltrata accompagnati dalla frescura di un venticello carezzevole che ogni tanto le scompigliava i capelli. Accarezzata da quel vento si lasciò per l’ ultima volta andare in n pianto liberatorio fino ad avere pena dei suoi stessi singhiozzi.
Decise energicamente che era ora di voltare pagina e chiudere quel libro per sempre!