Il Cervo Ferito!
Abitava in campagna Adenia era una ragazza semplice e volenterosa ed
una studente modello. Abitava con i suoi genitori e i due suoi fratelli di cui era molto legata..
Adenia adempiva ai suoi doveri quotidiani con piacere senza mai lamentarsi e
la mattina andava a scuola il pomeriggio studiava ed aiutava la mamma nelle
faccende domestiche il suo tempo libero lo ritagliava fra un servizio e l’ altro e le
sue giornate passavano veloci e tutte uguali ..
Un pomeriggio intenda a studiare sentì bussare alla porta,...
Si precipitò ad aprire e agli occhi apparve una scena raccapricciante un povero cervo ferito
ad una gamba supplicava di entrare in casa ed essere aiutato perché
stava perdendo tanto sangue..
Mentre sbirciava da un angolo della porta un uomo con la divisa da
guardiano del palazzo reale con una lancia fra le mani, pensai forse è stato lui a ferirlo...
Feci entrare il cervo e lo adagia davanti al camino per farlo riscaldare.
corsi nuovamente alla porta e m’ affacciai e con foga di una che la rabbia la divora
mi rivolsi alla guardia urlando come un ossessa le dissi..
Sei ignobile e non meriti nemmeno un saluto, ma una cosa voglio dirtela
“ saresti stato contento se qualcuno avesse ferito il tuo cane
sperando tu sia capace di amare almeno un cane? ” Cosa volevi farne del cervo?”
Lo avresti portato al tuo Re e lui ti avrebbe gratificato passandoti di grado e
ti avrebbe agevolato in tutto ciò che le avresti chiesto?”
Non potresti esser più approfittatore di così “!
E chiusi la porta in faccia con furore, la guardia rimase stupefatto di aver ascoltato
tutta la sua verità su se stesso e si sentì ignobile era la prima volta che qualcuno
leggesse nel suo pensiero..
Corse verso il cervo che giaceva stanco e addolorato vicino al camino lo accarezzai e
presi la cassetta pronto soccorso, lo medicai con cura e le fasciai la ferita
era una ferita profonda e lo lasciai al calduccio intorno al camino acceso
così si poté riscaldare era inverno e fuori faceva freddo..
Si fece buio ed Arrivò la mamma ed i miei fratelli dalla campagna a lavorar la terra
e vendendo il Cervo vollero sapere, le raccontai i fatti ed uniti prendemmo la decisione
di tenerlo in casa per curarlo fino alla sua completa guarigione..
Il cervo migliorava sempre di più e m’ accorsi che ne ero dispiaciuta perché
alla sua guarigione avrei dovuto lasciarlo libero e avrebbe lasciato la mia casa..
Lo coccolavo con affetto e lui dolcemente mi osservava con altrettanto affetto di
riconoscenza per le cure fisiche e morali che le donavo, lo tenevo al calduccio vicino
al camino acceso e sentiva di essere amato e protetto..
Parlai con mia madre e i miei fratelli avrei voluto tener il cervo se lui
avrebbe voluto restare ma pensammo di non voler toglierle la libertà e dicemmo;
“chissà se nel bosco ha lasciato la famiglia? “ Allora decidemmo di metterlo fuori casa
e lasciar a lui la scelta” pregai che non arrivasse mai quel giorno della prova ed
intanto continuavo a coccolarlo...
Ma nonostante il mio dispiacere purtroppo arrivo quel giorno della decisione
” Adenia il cervo è guarito vogliamo provare a metterlo fuori casa? “ Disse la mamma “..
il mio cuore si strinse in una morsa quasi a soffocarmi, ma compresi che
il momento era giunto.“Va bene Mamma proviamoci!” Dissi con tristezza e
con tono flebile ed evanescente, la mamma mi guardò lei conosceva il mio
carattere e comprendeva la mia sofferenza.
Prendemmo il cervo e lo portammo fin la porta lui mi guardava e capì che da
quel momento era libero e poteva decidere se andare o restare,
nei suoi occhi intravidi la sofferenza per quella decisione impostale,
riguardante la sua vita. Il cervo s’ avvio lungo il sentiero che lo conduceva all’ uscita
del nostro territorio e di lì avrebbe preso la strada del bosco ma ad un tratto si fermò
come avesse paura e dispiacere di andarsene ma con rammarico lo vidi
nuovamente camminare verso l’ uscita.
Ero pietrificata avevo il cuore stretto in una morsa, lo vedevo pian piano uscire dalla
mia vita..ma ad un tratto si si fermò e si voltò e lo vedemmo correre verso di noi e
la nostra casa..quando ci fu vicino, mise il muso fra le mie mani e capii che
voleva restare con noi.
Mi chinai su di lui, lo strinsi al petto e lo accarezzai sussurrandole ..
” resta con me, con noi nella mia casa ti vogliamo bene e farai parte della mia famiglia!"
Il Cervo con il muso sfiorò la mia mano come volesse accettare l’ invito.
Lo chiamammo” Carillo” visse la sua vita con noi, di giorno correva sul prato ed andava
nel bosco e poco dopo si innamorò di una bella e dolce cerbiatta …
Carillo un giorno la portò a casa e fecero famiglia, prendemmo Cirilla con noi,
così la chiamammo e vivevano liberi e felici, la loro casa era una calda stalla
ben protetta da qualsiasi intemperia e dal freddo dell’ inverno ed ebbero un
pasto assicurato ogni giorno.
“ah spesso vedendo correre la famiglia dei cerbiatti, pensavo com’è bello amare
ed essere amati.”
Chi ama viene ricambiato l’ amore è un sentimento naturale nasce spontaneo
senza forzature Carillo e Carilla vissero felici e amati... nella mia famiglia!
Adele Vincenti
7 dicembre 2019