Fra poco l’ aereo sarebbe aterrato al aeroporto di Barajas (Madrid), ed io non stavo più nella pelle, perchè avrei rivisto dopo la bellezza di vent’ anni, la mia più cara amica, quasi una sorella per me.
Avevamo fatto le elementari assieme, poi le medie e le superiori, e non c’ era festa che noi non frequentassimo nella stessa scuola. Avevamo anche i nostri "fidanzatini", che però, non sono mai diventati i nostri mariti, perchè le nostre vite si erano divise, e ognuna seguì la propria strada. Ora, Maria viveva a Madrid, era felicemente sposata e aveva anche un maschio di sedici anni e una bellissima bimba di otto. Noi comunque, siamo state sempre in contatto, sia per telefono che per Skype.
Io invece, ero separata, il mio ex marito si era rivelato un incallito Don Giovanni, ed io ero stanca di perdonare le sue "innocenti" scappatelle, (come le chiamava lui...). Non mi ero mai più innamorata, ed ora... mi consideravo troppo "matura" per ricominciare una storia.
Mentre pensavo a tutte queste cose, vidi Maria che sventolava un foulard rosso, era il suo segnale per farsi riconoscere in mezzo a tutta la gente dell’ aeroporto, io alzai il mio fazzoletto, e dopo pochi minuti eravamo abbracciate felici ed emozionate.
Avevamo così tante cose da raccontarci che le nostre parole si sovrapponevano senza capire niente, e scoppiavamo a ridere, come ai bei tempi. "Fatti vedere!" mi diceva Maria, sei sempre uguale tu!!!! "Si, sicuro!" rispondevo io, e giù a ridere...
Salimmo in macchina, dopo aver sistemato le mie valigie, e in tutto il tragitto ci siamo raccontate un sacco di cose. "Allora?" domandavo io, "Come va con il tuo Paolo?", "Bene, bene" rispondeva Maria, "Paolo è un uomo meraviglioso, sono stata fortunata ad incontrarlo, sai?" "Non vedo l’ ora che tu lo conosca, gli ho tanto parlato di te che è come se ti avesse sempre conosciuta".
Arrivammo a casa dopo un paio d’ ore di strada, e davanti alle scale d’ ingresso c’ era un uomo alto, sportivo, con i capelli brizzolati e un sorriso stupendo che ci aspettava, io rimasi senza fiato, altro che Richard Gere!
Mi aprì la portiera della macchina, e mi diede la mano per aiutarmi a scendere, poi con grande gentilezza mi disse che era un vero piacere conoscermi, dopo tanto tempo che sentiva parlare di me....Io, non ero capace di parlare, lo guardavo, sorridevo, e basta!
La casa era un amore, arredata con gran gusto, e la camera che mi avevano destinata era perfetta, con un bagno a fianco e un balcone che dava sul giardino pieno di rose...
I loro figli erano ragazzi stupendi, educati e mi avevano riempito di gentilezze, insomma, meglio di così non potevo stare, e mi sentivo completamente a mio agio, forse "troppo" a mio agio. La presenza in casa del marito di Maria, non mi lasciava assolutamente indifferente, e mi chiedevo cosa mi stesse succedendo, erano tantissimi anni che non guardavo un uomo, che non mi interessavo per nessun uomo, ora, mi dovevo sentire attratta niente di meno che dal marito della mia più cara amica? Ma ero impazzita, per caso? E quello che mi sconvolgeva di più era, che più di una volta avevo incontrato il suo sguardo, e me ne ero accorta che faceva il possibile per rimanere solo con me... finchè un pomeriggio che Maria era andata a fare una commissione urgente, io stavo facendo la doccia, e ho sentito un rumore alla porta, ho sentito entrare qualcuno, il mio cuore batteva all’ impazzata, e allo stesso tempo speravo d’ essermi sbagliata, ma una mano maschile, la sua, mi prese e mi portò sul letto, e fu un incontro unico, un incontro incredibilmente appassionato, ed io mi sentivo felice e colpevole, tanto colpevole che all’ improvviso lo allontanai da me, e gli dissi di andarsene, che non potevamo farle questo a Maria, che ci dovevamo vergognare tutti e due, ma lui sembrava impazzito, e prendendomi per le spalle mi fece sentire tutta la sua virilità e io mi lasciai andare tra le sue braccia...
Il giorno dopo, molto presto, incominciai a rifare le mie valigie, e fu proprio Maria, che vedendomi, mi domandò sorpresa cosa stessi facendo, dove volevo andare, io le risposi che dovevo assolutamente tornare a casa, che avevo ricevuto una telefonata dal mio datore di lavoro, che mi chiedeva di tornare immediatamente perche c’ erano problemi da risolvere. Maria rimase molto addolorata davanti a questa mia improvvisa decisione.
Ci salutammo, con lo stesso affetto di sempre, e da parte mia, con un enorme senso di colpa. Maria non doveva mai e poi mai venire a sapere la verità, sarei morta dalla vergogna. Suo marito per fortuna non c’ era, così fu molto meglio per tutti e due. Io avevo già chiamato un taxi, non volevo che Maria mi accompagnasse al aeroporto, non avrei potuto nascondere il mio disagio.
Mentre mi trovavo di nuovo sull’ aereo, con gli occhi chiusi vivevo nuovamente gli istanti meravigliosi di quel incontro appassionato e colpevole che porterò sempre nel mio cuore, ma non potrò mai perdonarmi l’aver tradito in un modo così meschino l’amica più cara che avevo.