Era una notte d’inferno. I tuoni con il loro fragore facevano vibrare i vetri delle finestre e la luce dei lampi illuminava il cielo con saette di scariche elettriche.
Le strade della città erano deserte, con quel tempaccio era consigliabile starsene al riparo.
“Il rifugio” così diceva l’insegna del bar e tanti avevano preso alla lettera quella scritta trovando riparo in quel locale riscaldato.
Sembrava venisse giù l’ira di Dio, tanto era forte il temporale in atto. Michel e Adrian erano entrati per bere qualcosa di caldo mentre aspettavano che la tempesta si calmasse per ritornare a casa.
Vivevano insieme da un po’ di tempo, ma il loro rapporto si stava deteriorando, non riuscivano più a capirsi, avevano perso la strada della reciproca comprensione e stavano maturando l'idea di lasciarsi.
Seduti al bar parlavano del loro futuro “Adrian tu lo sai quanto ti ho amato, ma ora sento la freddezza tra di noi, non so cosa ci stia succedendo” disse Michel mentre Adrian nervosamente giocherellava con la tazzina del caffè. “Lo so hai ragione, lo sento anche io questo distacco, ma avrei voglia di ritornare ad amarci come un tempo” rispondeva mentre sul suo viso era apparsa un’ombra di delusione per quell’amore su cui aveva riposto tanto e che si stava sgretolando drasticamente.
Nel frattempo era entrato nel bar un signore con un cappotto nero e cappello, aveva un aspetto strano e tutti i clienti si erano girati incuriositi.
I suoi occhi erano coperti , ma si intravedeva qualcosa di magnetico nel suo sguardo anche se celato dalla sponda del cappello che era calato sul davanti come a nascondersi di proposito.
Avvicinatosi al bar tirò fuori dalla tasca del soprabito la mano e le sue unghia erano visibili a tutti, lunghe come artigli. Il barista sbiancò a quella vista e cominciò a tremare di paura “cosa posso servirle signore” disse rivolto allo sconosciuto. “Voglio le vostre anime” disse con voce tenebrosa “sono venuto fin qui per questo” a quelle parole tutti i presenti si girarono verso di lui cercando di capire se faceva sul serio o era uno scherzo di pessimo gusto.
Lo sconosciuto aprì il cappotto mettendo in mostra tutta la sua orribile figura. Sembrava un demone, ma non era carnevale ancora, chi poteva essere quel tipo strano pronto a spaventare i presenti senza pensarci due volte? Si guardarono tutti atterriti da quella scena che si presentava ai loro occhi.
Unghie ad artigli, occhi rossi fuoco e il corpo ricoperto da squame, ma chi era? Da dove veniva?
Michel si ritrovò tra le braccia di Adrian, in un attimo dimenticò quello che si stavano dicendo riguardo al loro rapporto, era il suo uomo e si sentiva protetta di nuovo come un tempo, forse in quella circostanza non avrebbe potuto fare niente, ma si sentiva comunque più sicura vicino a lui.
Quell’essere afferrò il primo cliente che era a portata di mano e lo tirò su come una piuma. Il poverino strillava e si dimenava dalla stretta mortale dei suoi artigli, mentre il sangue fuoriusciva come un fiume dalle sue carni lacerate.
Lo scaraventò sulla parete, mentre infilzava gli artigli nel corpo di un’altra vittima “mi ciberò delle vostre anime perse nella strada verso Dio, siete miei e vi porterò all’inferno con me” con voce indiavolata sputando rabbia. Scatenava una furia devastante intorno a se ed emanava fuoco degli inferi dalla bocca come malefiche saette.
Adrian voleva difendere Michel a costo della vita, proteggerla e dimostrare l’infinito amore che provava per lei, ma non sapeva come fermare quel diavolo. Mise le mani in tasca alla ricerca di qualche tipo di arma e si trovò tra le mani un crocifisso che aveva riposto da un po’ di tempo senza ricordarlo più.
Era forse quello un segno divino? Non aveva niente da perdere a provare e così tirò fuori quel piccolo oggetto che aveva un grande significato contro il male. Certo lui non era un sacerdote, ma in quella circostanza non c'era tempo di andare a cercarne uno.
Prese il crocifisso e lo puntò verso quel mostro dicendo “Ritorna negli inferi da dove sei venuto”.
Quel diavolo indietreggiò come avesse paura di lui, allora funzionava, forse era la loro salvezza. A quella vista Adrian continuò ad avanzare con quel crocifisso dicendo sempre la stessa frase come un ritornello.
Il demone si copriva gli occhi e con gli artigli cercava di afferrare altre anime da portare via con se prima di doversi ritirare nell’inferno, ma i clienti avevano approfittato del momento propizio per nascondersi sotto i tavoli del bar.
Ad un tratto una nuvola di fumo si sprigionò nell’aria e quando svanì il diavolo era sparito, sembrava quasi che avessero sognato, ma c’erano quei corpi in terra senza vita a testimoniare la realtà di quello che era accaduto.
Michel corse tra le sue braccia , era certamente grande l'amore che Adrian provava per lei.