E’ triste essere soli al mondo e Sofia lo era. Non aveva mai conosciuto sua madre che l’aveva abbandonata alla nascita, tanto meno suo padre. Cresciuta in un orfanotrofio insieme ad altre bambine sfortunate come lei, aveva dentro se un vuoto incolmabile d’amore.
Una mattina, all’età di 8 anni, la madre superiora la convocò dicendole“Sofia ci sono i tuoi genitori adottivi che ti vogliono conoscere” Rimase senza parole a quella notizia, non sapeva come prenderla, se esserne felice o triste. In fondo la sua famiglia era l’istituto e tutte le bambine che erano vissute con lei erano sue sorelle e doverle lasciare non la entusiasmava.
“Ciao Sofia, noi siamo venuti a conoscerti per poter instaurare un legame. Sappiamo che sei sola senza genitori e vogliamo prenderci cura di te se tu ce lo permetti e darti quell’amore di cui hai bisogno” disse la donna mentre l’uomo accanto a lei accennava un sorriso.
“Ma io sto bene qui, non mi manca nulla, questa è la mia famiglia, ho tante sorelle che mi vogliono bene” disse Sofia e mentre parlava lesse sul viso della copia la delusione per quella frase detta tutta d’un fiato che quasi si sentì in colpa per avere espresso il suo pensiero.
“Sofia tu devi capire che è per tuo bene, queste persone da oggi in poi penseranno al tuo avvenire e vedrai che con il tempo riuscirai a provare affetto per loro” disse la madre superiora.
Era deciso, non poteva certo ribellarsi agli adulti che avevano già stabilito tutto, programmando il suo futuro in un certo modo e cambiando in pochi giorni la sua vita per sempre.
Con il tempo Sofia riuscì a voler bene a quella coppia che pur non essendo la loro figlia l’avevano amata e protetta, ma non li sentì mai suoi genitori, forse perché conosciuti quando era ormai grande o forse non c’era un vero perché, a volte le cose vanno in un certo modo e non c’è una spiegazione. Anche se facevano di tutto per renderla felice non riusciva a provare per loro quell’amore che meritavano. C’era in lei il desiderio di conoscere sua madre e di scoprire le motivazioni dell’abbandono, ma sapeva perfettamente che era un sogno quasi impossibile da realizzare.
La vita di Sofia scorreva serena, scuola, amici e cotte adolescenziali con qualche ragazzo, ma niente di traumatico, fino al giorno in cui conobbe un ragazzo che le fece perdere la testa.
Un amore travagliato quello che stava vivendo, tra gioia e dolore, ma così importante per lei che non poteva farne a meno. Quel ragazzo che era il suo opposto per mentalità e per comportamento l’aveva conquistata e non sapeva spiegarsi perché, ma anche in questo caso non c’era un perché era così e basta. Ne era innamorata questo era l’unica cosa che sapeva con certezza e la voglia di farci l’amore diventava sempre più forte fino al punto che un giorno non seppe resistergli e si concesse a lui con tutta la sua dolcezza di donna.
Ma come qualche volta accade, non era la persona giusta e così si ritrovò sola e abbandonata in attesa di un figlio. Come è strana la vita, anche lei forse come sua madre si trovava ad affrontare il dramma di una gravidanza inattesa senza la presenza dell’uomo che amava e con cui sperava di costruire un futuro insieme. Cosa fare? Abortire o portare aventi quella gravidanza? Non ci pensò neanche un po’, quel figlio era il frutto dell’amore e non poteva dimenticarlo, ne poteva pensare che per un suo sbaglio potesse distruggere una vita.
Chissà quanto aveva sofferto sua madre prendendo la decisione di abbandonarla e magari ancora stava soffrendo per quello che aveva fatto. Lei avrebbe amato quel figlio con tutta se stessa era la prima volta che aveva qualcosa di veramente suo a cui donare amore e riceverne. Ora sapeva cosa fare, non avrebbe vissuto con il rimpianto e rimorso di quel che poteva essere e non era stato, ma viverlo senza timori e paure, come un dono.