“Sbrigati che il treno sta per passare, altrimenti lo perdi” gridava sua madre dalla finestra di casa vedendo il convoglio che stava arrivando da lontano. Chiara, con il cuore in gola, cominciò a correre verso la stazione, non voleva assolutamente perderlo, altrimenti un altro chissà quando sarebbe passato e fare tardi voleva dire non arrivare in tempo all’appuntamento con il suo futuro.
Era riuscita a superare la prova scritta di un concorso con ottimi voti, dopo tanti che ne aveva fatti senza risultati positivi e quel giorno aveva la sospirata prova orale alla quale dipendeva tutta la sua vita.
30 anni, una laurea in economia e commercio e un bagaglio di studio sulle spalle da fare invidia, eppure non era ancora riuscita a trovare una posizione nel campo lavorativo, diventava sempre più difficile riuscire a realizzarsi in un mondo impostato sulla raccomandazione e sulla corruzione, il merito ormai era diventato un opzionale.
Era riuscita a prenderlo, sprofondò sul sedile dello scompartimento tirando un sospiro di sollievo, il primo scoglio da superare era andato, ora restava la parte più difficile, ma sapeva di avere studiato e di poter essere all’altezza di quell’esame, l’unica cosa che la preoccupava era la maledetta emozione che le prendeva contro la sua volontà ogni volta davanti ad una prova così importante.
Il cuore le saliva in gola, le mani cominciavano a sudare e l’emozione bloccava le corde vocali fino a farle uscire anche lacrime dalla forte tensione. Questa volta, però, doveva resistere, ne valeva del suo futuro, non poteva ancora pesare sulle spalle di sua madre, vedova con una piccola pensione, anzi voleva essere lei ad aiutarla e ringraziarla per tutti i sacrifici che aveva fatto facendola studiare.
Mentre il treno andava con dolce nenia, pensava alla sua storia con Gianni, tanti erano gli anni passati con lui e tanti altri ne erano trascorsi da quando non lo vedeva. Lo amava ancora, ma aveva capito che nella vita non basta solo l’amore, perché gli avvenimenti spesso fanno andare le cose in un modo che non vorremmo.
Si erano conosciuti da bambini e insieme a loro era cresciuto anche l’amore con tutte l’emozioni ed i turbamenti di quella età. Avevano scoperto il piacere per la prima volta, quando un giorno giocando tra i campi iniziò a piovere e si rifugiarono in un capanno. Gianni cercava di asciugarla come poteva per non farle prendere un malanno e mentre la stringeva a se per scaldarla sentì un fuoco dentro, lo stesso fuoco pervase contemporaneamente anche Chiara. Le mani di Gianni come impazzite cercavano la carne sotto la sua maglietta alla scoperta di un mondo tutto nuovo dove si percepiva il paradiso. I suoi acerbi seni al tocco di quelle carezze si irrigidirono, mentre brividi in tutto il corpo la pervasero fin nella testa. L’emozione a quel ricordo ancora la faceva trasalire, distolse il pensiero dalla mente quando si accorse che era arrivata a destinazione. Scese dal treno per avviarsi alla fermata dell’autobus che l’avrebbe portata in quell’hotel dove si svolgevano le prove orali del concorso.
C’erano tante persone in attesa, mentalmente ripassava le tantissime cose studiate, ma Gianni era presente come un fantasma che evocato non voleva più andarsene.
Sperava che al sorteggio uscisse prima possibile la sua lettera, così da togliersi il pensiero e il suo desiderio fu esaudito, infatti appena dopo 20 minuti chiamarono il suo nome. Entrò timida nella stanza cercando di controllare la sua ansietà, ma quando alzò gli occhi e vide il suo viso le sembrò di stare ancora sognando. Lui era lì, faceva parte della commissione esaminatrice e il cuore iniziò a battere come un tamburo. Forse era lei, che avendolo pensato per tutto il percorso, lo aveva materializzato? Doveva assolutamente cercare di controllarsi e restare fredda, altrimenti ne avrebbe risentito la prova e quella era la sua grande occasione per il futuro.
Lui era visibilmente emozionato e impreparato a quell’apparizione, erano passati 12 anni da quando i suoi decisero di stabilirsi in un’altra città e così la loro storia d’amore fu troncata.
Avevano 18 anni e la maggior parte di quei 18 anni li avevano vissuti insieme, prima come amici poi uniti dall’amore ed ora lei era davanti come un miraggio. Non l’aveva mai dimenticata, tutti quegli anni non erano serviti a far sfiorire il suo ricordo, l’amava ancora di un amore profondo.
A Chiara sembrava non finissero mai quelle domande, e tremando dalla paura riuscì a rispondere a tutto quello che le veniva chiesto.
“Va bene signorina, abbiamo finito, può andare” le disse il presidente della commissione. Chiara si alzò e salutò cercando di non incrociare i suoi occhi, era scossa da tutte quelle emozioni e non vedeva l’ora di rilassarsi uscendo da quella stanza.
L’attesa per sapere i risultati finali era estenuante, ma voleva rimanere fino alla fine per sapere come era andata, se poteva finalmente festeggiare o andare di nuovo a casa sconfitta per l’ennesima volta.
E poi sperava di vedere Gianni, magari solo per un saluto, era tanto tempo che desiderava incontrarlo, stare un po’ con lui e ricordare i vecchi tempi.
Si era fatta ormai sera, si vociferava che i risultati erano pronti e che a breve avrebbero affisso il foglio con la graduatoria. Il cuore di Chiara era in subbuglio, ecco che si aprì la porta ed uscì un uomo con in mano un foglio che attaccò in bacheca.
Era tutto nero su bianco, si avvicinò timorosa per leggere quei nomi, eccolo il suo, in prima fila, al primo posto con una media da far girare la testa.
Le gambe tremavano dall’emozione, quel nome scritto sulla lista dei vincitori era proprio il suo, non credeva ai propri occhi e le lacrime calde scivolarono sulle gote salandole la bocca.
Finalmente poteva iniziare a raccogliere i frutti di fatiche e sacrifici che l’avevano accompagnata per anni, ora poteva rilassarsi e pensare a se stessa.
Uscì dall’hotel senza sapere cosa fare ne dove andare. Quante emozioni, il concorso vinto, l’incontro con Gianni, si chiedeva chissà cosa aveva provato a vederla, se anche lui provava gli stessi sentimenti che provava lei. Sarebbe stato magnifico se anche lui ancora l’amava, ma era un sogno troppo grande per essere vero.
Attraversò la strada senza guardarsi intorno, troppo presa da tutti quegli avvenimenti tanto che non si accorse della sua presenza. Gianni era dietro di lei “Chiara” la chiamò mettendole un braccio sulla spalla. Si voltò trovandosi il suo viso davanti come spesso accadeva nei suoi sogni. Lui era reale questa volta, in carne ed ossa e sentiva il suo sangue scorrere nelle vene come quando in quel capanno la tocco per la prima volta facendola sentire donna. Senza dirsi niente si ritrovarono uno nelle braccia dell’altra come se il tempo non era trascorso, come se la clessidra non fosse mai andata avanti, ma avesse fermato quei granelli nell’ampolla per ricominciare a scorrerli da quel momento in poi, solo per loro.