"Devi provare, Alice! Io ne sono entusiasta! Entri in un altro mondo... e la musica, la musica!
Musica e corpo, musica e cuore, sublime, ahhhhh" la voce di Claudia, sognante, entusiasta.
Beh, cosa aveva da perdere a provare?
Le sue lunghe e noiose serate davanti al televisore che vomitava parolacce e starlette tutte moine e seni nudi?
O le sue letture instancabili in attesa che arrivasse il tanto agognato sonno?
O la sola compagnia del suo amatissimo gatto?
Timida e schiva aveva seguito Claudia su per le scale di un vecchio palazzo del centro, erano salite a piedi fino al terzo piano e bussato ad un vecchio portone con una targa d'ottone: Fernando Ruiz maestro di ballo.
Era venuta ad aprire un'anziana signora in camice e ciabatte, aveva fatto un cenno indifferente con il capo e si era messa da parte: davanti a lei si apriva una grande sala con un parquet lucidissimo ed una parete piena di specchi, in un angolo un pianoforte a coda, nella parete opposta un bel impianto stereo.
Fernando era vestito con attillati pantaloni neri, una camicia bianca aperta fino a metà petto e un foulard rosso annodato al collo. Aveva sottili baffi, nerissimi e curati ed una miriade di fili grigi che fiorivano nei suoi capelli lisci, impomatati. Fisico asciutto, piccolo ma altero, età imprecisabile, sessanta settant'anni, andò verso di loro esibendosi in un inchino ed un baciamano degno del più grande dei latin lover!
Alice ne rimase incantata: dei gesti fluidi e mai affettati, di quegli occhi vigili ed attenti e neri come il carbone: " Forza ragazze, cambiatevi e cominciamo!"
Claudia le aveva prestato delle sue vecchie scarpe da ballo che le stavano un po' larghe, indossò una calzamaglia ed una canottierina e tornò nella grande sala.
Fernando aveva acceso la musica che riempiva ogni spazio, melodiosa, struggente, sensuale.
"Fate scorrere la musica dentro di voi, deve entrare nelle vostre viscere e da lì irradiarsi ai piedi ed alle mani ed alla testa: il tango è un rapporto d'amore, di passione, di coltelli, era il ballo dei bordelli di Buenos Aires, per molti anni è stato vietato ballarlo, lo si faceva di nascosto, al buio, come il più turpe dei peccati...
Ora cominciate a muovervi così... uno due tre quattro, a destra, cinque sei sette otto..."
Erano passati sei mesi, Fernando aveva insegnato loro i passi fondamentali, le faceva ballare con un partner immaginario, qualche volta avevano ballato in tre . Alice sognava: braccia forti, sguardo fiero, corpi avvinti per il tempo di un tango...
Aveva acquistato delle bellissime scarpe da ballo, con il tacco alto ed un cinturino incrociato sul collo del piede, dei pantaloni che si allargavano in fondo e che le permettevano i movimenti più arditi e libera e fluida come mai era stata nella vita si era fatta completamente conquistare.
Claudia si era presto stancata di quell'impegno, come faceva sempre: bruciava le sue passioni in poco tempo e si volgeva verso altro, ma lei aveva continuato a frequentare le lezioni di Fernando.
"Vieni Alice, stasera balleremo insieme. Chiudi gli occhi ed affidati, fatti guidare dalla musica e dai passi che hai imparato in questi lunghi mesi, musica!"
Fu un esperienza esaltante: il piccolo, gracile Fernando che la guidava, la faceva volteggiare, la bloccava, la faceva roteare tenendole un braccio intorno alla vita guidandola con la sua mano calda sulla schiena...voleo, giro completo con planeo, quebradas da mozzare il fiato,meravigliosi ganchos cruzados: Vita e morte, passione struggente e dolore, amore ed odio.
Quando le ultime, struggenti note si spensero Alice aprì gli occhi e tornò lentamente alla realtà, aveva una luce sul viso, una tale passione che Fernando ne rimase incantato. "Meraviglioso Alice, lo sentivo che eri nata per ballare il tango, il tango ti scorre nelle vene, o ce l'hai o non sarai mai null'altro che un buon ballerino."
Una mattina Fernando l'aveva chiamata al cellulare. In ufficio tutti si fermarono a guardala rispondere: non riceveva mai chiamate.
"Si, ma pensi davvero che ne sarò capace? Va bene allora, stasera alle 19"
La guardavano tutti incuriositi, stavano aspettando qualche commento, avevano notato tutti i cambiamenti avvenuti in quella ragazza così schiva e timida: fino a pochi mesi prima camminava per gli uffici silenziosa, ad occhi bassi, con la sua coda di cavallo e gli occhiali con la montatura nera, la sua aria dimessa e riservata che spesso la faceva passare inosservata. Ora era diversa, più asciutta, la camminata fiera, fluida quasi sensuale, gli occhi sognanti, i capelli portati sciolti. Nella pausa caffè spettegolavano su un suo possibile innamorato...
Alice guardò l'ora per la milionesima volta quel giorno: il tempo non passava mai!
Oh, le 17 finalmente, raccolse in fretta le sue cose, salutò tutti e corse fuori.
"Alice voglio farti una proposta" la telefonata di Fernando di quella mattina "Sei molto portata per il ballo, ti voglio come mia partner per un'esibizione di tangheros al Teatro Nazionale tra un mese, dovremo allenarci duramente ma possiamo farcela, ti aspetto stasera alle 19!"
Addirittura in teatro! Era piena di paura e di eccitazione: lo voleva davvero?
Sì, sì, sì, assolutamente sì!
Corse a casa, il tempo di sistemare il suo gatto, si cambiò in fretta e corse via felice!
Nella grande sala aleggiava la musica di Piazzolla, si dedicarono per ore ai nuovi passi, ai passaggi arditi, alle loro gambe incrociate, agli sguardi avvinti. Fernando le stava insegnando una nuova coreografia che aveva preparato per lui il più importante tanghero del momento: Marco Munoz.
Un poster gigante capeggiava su una parete della sala autografato dal grande Marco" al mio amico e maestro Fernando". Alice si era fermata spesso a guardare la figura di Marco, era giovane e fiero un corpo modellato da lunghe ore di allenamenti e da una fluidità che traspariva anche dalla foto, era bellissimo!
Fernando la costringeva a memorizzare i vari passaggi poi le bendava gli occhi perché seguisse solo le sue braccia e la sua mano, calda e decisa, sulla schiena. Mille e mille volte, instancabili, sommersi da quella musica sublime, a volte fino ad orari indecenti!
E così arrivò anche la sera della prima.
Alice era arrivata con netto anticipo , aveva sciolto i muscoli, respirato profondamente, ripassato tutta la sequenza dei passi. Poi si era preparata: aveva indossato un meraviglioso abito nero molto scollato che le aderiva come una seconda pelle. Un ampio spacco le scopriva la gamba tornita e snella, aveva diviso i capelli con una riga centrale e raccolti in una crocchia bassa, aveva messo dei begli orecchini gitani che mandavano bagliori ad ogni suo movimento e si era dipinta le labbra di un rosso intenso. Era pronta, ma dov'era Fernando?
Una sorda paura le bloccava il respiro, un vuoto infinito le riempiva il cervello, non ricordava più nemmeno un passo: sarebbe stato un fallimento! Il suo unico desiderio era scappare via da lì il più lontano possibile...
"Pronti per entrare in scena!", un tocco deciso alla sua porta la fece sobbalzare.
Con gambe tremanti uscì fuori e si avviò verso la scaletta che portava al palco, ne conosceva ogni gradino, ogni scricchiolio, ogni crepa. Avevano provato molte volte in quel bellissimo teatro ed Alice si inebriò dell'odore particolare di legno e di talco che lo caratterizzava. Guardò i tendaggi borbeaux e le gale dorate e con un sospiro si diresse verso la ribalta: Fernando era lì, che sollievo, e le sorrideva emozionato: "Sei bellissima Alice, andiamo!"
Dalla platea saliva un brusio assordante come di uno sciame di api impazzite, i maestri stavano accordando i violini in quella cacofonia di suoni così tipica dei concerti. Il cuore stava per scoppiarle!
"Chiudi gli occhi per un istante" la voce di Fernando" e lasciati andare alla musica, arriverà tutto spontaneamente, alle prime note ricorderai tutto, segui la musica ed il tuo cuore!"
Sentì il tendone alzarsi e fu tutto silenzio. Le prime note. Due forti braccia che la stringevano con sicurezza, un ultimo respiro ed aprì gli occhi per fissarli in quelli intensi di...
ma, chi era quell'uomo la stava stringendo? Che la guardava con un sorriso ironico e malandrino?
Volse lo sguardo e vide Fernando che le faceva il segno dell'ok. Era bloccata dallo stupore e sbagliò il primo passo ma si riscosse quando sentì uno strattone del suo partner.
Si affidò e cominciarono la loro danza.
Quell'uomo aveva uno sguardo magnetico e profondi occhi neri, i capelli, lunghi, erano raccolti in un codino.
Aveva fianchi snelli ed il torace, nudo, era asciutto e muscoloso: avevano cominciato il loro gioco di amore e morte, di passione e di dolore.
Le gambe di Alice incastrate tra quelle di lui, un voleo armonioso ed i loro corpi aderirono completamente. Sentì il suo desiderio trasfondersi da quel contatto, la stava corteggiando, le prometteva ogni piacere con quello sguardo ardente e con quelle mani che le accarezzavano la pelle e la curva del seno. Lei cercava di resistere a quel desiderio ma più cercava di sfuggire più lui la incalzava.
Ganchos cruzados e voleo e medialunas, passi paralleli e ochos para atràs : aveva vinto lui e lei cedeva ma subito dopo si stancava di lei e cercava di fuggire via.
La musica si faceva sempre più intensa, con una mossa rapida Alice si sciolse i capelli ed ora era lei ad incalzarlo con le mosse sensuali del suo giovane corpo, con il profumo della sua pelle, con le sue mani che lo attiravano a sé, ad ogni passo che lui faceva per sfuggirle lei lo incalzava di un passo .Pelle contro pelle, sudore contro sudore, respiro contro respiro fino all'estasi finale ed al completo abbandono, bocca contro bocca...
Un attimo di silenzio attonito, solo il loro respiro affannoso ed il battito dei loro cuori all'unisono. Il pubblico tutto sembrò trattenere il fiato incantato da tutta quella sensuale passione, poi, liberatorio, un lungo applauso che fece tremare il teatro fin nelle fondamenta.
"Bravi, bravi, bis" e sul palco una pioggia di rose rosse.
Si inchinarono al pubblico tenendosi per mano, fecero qualche passo indietro e di nuovo avanti ad accoglierne l'ovazione.
"Ciao Alice, sono Marco, ti aspetto dopo lo spettacolo, voglio ancora ballare con te!...