UNA VITA PERFETTA
Io e Davide eravamo sposati da sette anni, il nostro amore andava a gonfie vele, avevamo tutti e due un buonissimo lavoro, non avevamo figli per scelta, eravamo ancora tanto giovani!
Tutti i giorni, durante la pausa pranzo, ci incontravamo in un delizioso ristorantino, a metà via dai nostri due lavori, e si parlava delle novità della giornata, le cose da fare nel pomeriggio, e al venerdì, ci organizzavamo per uscire il fine settimana con i nostri amici per andare a qualche gita al mare o in montagna, a seconda della stagione.
Era tutto così perfetto, che a volte mi veniva una leggera sensazione di disagio, qualcosa che nemmeno io sapevo cosa fosse. Forse, un presentimento? Ma, scacciavo subito quei pensieri appena apparivano nella mia mente, dandomi della stupida. Ma, quella sensazione non volle sparire, e dovetti parlarne con Davide. Lui mi baciò e mi tranquillizzò dicendomi che quando uno ha in mano la felicità, è normale che abbia paura di perderla, ma che non dovevo alimentare quei timori, e godere la vita, che Dio, il destino o la fortuna ci aveva regalato.
Pensai, che ero proprio sciocca a rovinarmi così questi momenti splendidi della nostra vita, e dimenticando le mie sensazioni, quel venerdì pomeriggio incominciai a preparare le nostre cose per partire il giorno dopo a una escursione in montagna con i nostri amici: Elena con suo marito Luigi, una copia giovane come noi, ma appena sposati, che sembravano due piccioni sempre pronti a baciarsi e coccolarsi, Gabriele con suo figlio Luca di otto anni, Eleonora, una bellissima ragazza ventenne, tutta gambe e sportiva al massimo, che era molto amica di Gabriele, ed infine Lorenzo, un nostro amico scapolo che non ne voleva sapere di sposarsi, stava troppo bene così, diceva!
Partimmo la mattina presto con tre macchine, piene di zaini, tende, borse, e ogni tipo di accessori... Arrivammo al posto desiderato verso le dieci del mattino. L’ aria era fresca e profumava d’ erba e pini, un posto ideale per fermarci a fare colazione.
Noi donne, incominciammo a tirare fuori i panini, le crostate, la frutta e tante altre buone cose, mentre gli uomini pensavano a montare le tende e accendere il fuoco per cuocere la carne del pranzo. Lorenzo, che aveva portato la sua fisarmonica, incominciò subito a riempire l’ aria di allegria con la sua bella musica; insomma, non ci mancava proprio niente. La giornata si presentava perfetta sotto ogni aspetto. E così fu, effettivamente, sino le sette di sera che incominciammo a raccogliere tutte le nostre cianfrusaglie per tornare a casa.
Al momento della partenza però ci accorgemmo che il bambino di Gabriele, che era stato in mezzo a noi tutto il tempo, non era presente, pensammo si fosse allontanato per fare qualche bisogno urgente, lo chiamammo ma lui non rispose. Gabriele si allarmò subito, e incominciò a gridare il suo nome con tutta la sua voce potente, ma nulla, silenzio assoluto. Allora decidemmo di dividerci per andarlo a cercare, io e Davide eravamo molto preoccupati, non ci potevamo spiegare la sua sparizione così improvvisa, visto che era stato sempre con tutti noi fino a poco tempo prima...
Ormai era buio, e non c’ era traccia di Luca, così decidemmo di smettere di cercare ed arrivare con le macchine al posto dei carabinieri più vicino, per denunciare la sua scomparsa. Gabriele era una maschera di dolore, distrutto, non sembrava più lui, Eleonora cercava di consolarlo, ma non c’ era nulla che calmasse la sua angoscia.
C’ eravamo fermati con le macchine davanti ai carabinieri, e nessuno aveva il coraggio di andarsene di là, passammo la notte dentro alle macchine, e all’ alba con la nuova luce del giorno tornammo al punto dove avevamo passato la giornata in allegria...
Quale non sarà stata la nostra sorpresa, nel vedere Luca, tutto rannicchiato per terra, che dormiva accanto ad un piccolo cucciolo d’ orso! Nel vederlo tutti noi gridammo insieme il suo nome, lui aprì gli occhi ed un grande sorriso si dipinse sulle sue labbra, come se non fosse successo assolutamente nulla!!!! Ma in quel momento si udì un forte ruggito provenire da dietro, ed una enorme Orsa bruna, con la bocca aperta e le zanne bene in vista cominciò ad avanzare verso il suo cucciolo, che dormiva vicino a Luca... Gabriele, senza perdere un secondo, si buttò sopra il cucciolo e lo lanciò verso l’ orsa, che prendendolo con i denti per la parte superiore del collo lo portò all’ interno del bosco...
Noi eravamo pietrificati dallo spavento, Gabriele tremava come una foglia, e Luca se la rideva felice, dicendo che prima della partenza aveva visto quel cucciolo e lo aveva seguito, lo aveva preso, e portato dove loro avevano il campeggio, ma non trovando più nessuno, si era addormentato con lui, come infatti lo avevamo incontrato.
Tutto è bene quel che finisce bene! Quella strana sensazione che avevo sentito era giusta. In qualsiasi momento, per qualsiasi ragione, le cose possono precipitare, e anche se non sono propriamente riguardanti la nostra persona, ci possono cambiare la vita!