Anna si fermò in mezzo alla strada. Le persone che le passavano accanto erano come ombre fuggevoli. Anonimi involucri, che dall’ ultima pandemia, sebbene questa fosse stata sconfitta, si erano abituati a vivere racchiusi ognuno dentro la propria bolla di egoismo e diffidenza; contenitori vuoti che nel tempo, pur di sopravvivere, avevano rinunciato ad ogni forma di entusiasmo e affettuosità.
Lei no, lei non si sa come e perché aveva mantenuto un guizzo di vita, un briciolo di curiosità e candore che l’ aveva sollecitata a fermarsi attratta da una bimba; una pagliuzza d’ oro che in quel via vai, nonostante l’ intenso sbrilluccicare, nessuno, sembrava avere notato. La bambina si guardava attorno attonita, come smarrita.
Con cautela, misurando i passi come fa un felino quando fiuta la preda, Anna si avvicinò alla piccola.
La bambina aveva le labbra tumide, il nasino rosso, e dagli occhi di un incredibile colore azzurro, Anna vide spuntare qualcosa.
Prontamente il pensiero della ragazza andò all’ ultimo anziano. Egli prima di spegnere l’ ultima fioca luce dei suoi occhi aveva raccontato di lacrime, stille, che lei come i suoi simili non avevano mai visto.
Stupita, Anna allungò piano una mano, non voleva che la bimba spaventandosi si ritraesse. La bimba non contrastò in alcun modo il gesto, rimase immobile, come a volerlo agevolare. La ragazza raccolse allora la piccola gemma preziosa, ed ebbe cura di adagiarla dolcemente nel palmo della mano. Quando riportò lo sguardo sulla bimba, notò che l’ espressione sul piccolo visino si era come rasserenata, una nuova morbidezza, ne disegnava ora i contorni.
Anna ancora non lo sapeva, ma raccogliendo quell’ unica lacrima aveva persuaso la bimba (che era un angelo venuto in terra a cancellare le loro vuote esistenze) a intercedere con l’ altissimo e far sì che il signore donasse alla specie umana, una nuova occasione.