1 - L’ arrivo
Il cielo, quasi interamente soffocato da scure nuvole, d’ improvviso si squarcia, liberando nell’ aria del tranquillo paese altomolisano fiocchi bianchi e perfetti di candida neve.
Poche persone, poche famiglie, poche vite da raccontare si nascondono tra quei monti così apparentemente perfetti eppure così terribilmente oscuri. Gli abitanti si conoscono tutti e in ognuno di loro regna un senso di possesso per il proprio paese così ancestrale da produrre quasi fastidio quando dei turisti varcano la soglia naturale che ne delimita i confini.
Anche quel giorno la vita procedeva tranquilla in quel posto che pareva incantato: la sveglia suonava all’ alba, il fornaio andava a lavoro, l’ unico bar del paese apriva e il proprietario si preparava per soddisfare il desiderio di caffè degli operai pronti a partire per le fabbriche più o meno vicine. Il medico apriva l’ ambulatorio con la consapevolezza che quella soglia sarebbe stata varcata al massimo da due o tre vecchiette che si sarebbero lamentate di sciatalgie e mal di ossa e che ne avrebbero chiesto il perché malgrado la loro non più tenera età.
Ora dopo ora, giorno dopo giorno, mese dopo mese il tran tran quotidiano si ripeteva apparentemente identico, come in un ciclo eterno e rassicurante.
In realtà questo posto così apparentemente perfetto celava un segreto conosciuto solo dagli abitanti del luogo. Tra di loro, infatti, in una piccola casetta, così ben fatta da ricordare quelle di marzapane di cui si parla nelle favole, viveva Margot: due occhi neri come il carbone e labbra rosse come sangue vivo su un incarnato pallidissimo e ventidue anni appena compiuti. Era lei il segreto da proteggere.
Anche quell’ inverno numerosi turisti erano giunti nel paese per usufruire dell’ impianto sciistico attrezzatissimo e del paesaggio impagabilmente suggestivo. Tra questi una giovane coppia: Remo, ventiquattro anni, studente di giurisprudenza, e Lisa, ventidue appena compiuti, appassionata di gialli e studentessa di medicina.
Appena arrivati si trovarono immersi in una violenta tempesta di neve che li costrinse a restare in macchina per oltre due ore. Non appena videro uno spiraglio di luce, si fiondarono fuori dallo stretto abitacolo della Smart e si diressero verso la casa che avevano affittato per risparmiare la spesa dell’ hotel. Seguendo le istruzioni fornite loro dal proprietario, riuscirono a raggiungere l’ abitazione. Ugo, questo era il nome del uomo, li attendeva all’ esterno con un’ espressione compiaciuta e soddisfatta. Li accolse calorosamente, illustrò loro l’ appartamento e consegnò ai giovani le chiavi.
Prima di andare via, però, fece ad entrambi una strana raccomandazione: “ Dopo la mezzanotte, non affacciatevi mai alla finestra della cucina, quella che dà su Monte Capraro. Non chiedetemi il perché. Fatelo e basta, per il vostro bene”.
Il suo tono di voce era cambiato e con esso anche l’ espressione del suo viso.
I due ragazzi volevano solo liberarsi del vecchio proprietario, così annuirono senza farsi troppe domande e soprattutto senza dar troppo peso alle sue parole.
Non appena fu uscito, Remo e Lisa si cambiarono e andarono alla scoperta delle meraviglie del paesino, il cui nome, Capracotta, li aveva incuriositi sin dall’ inizio. Visitarono le chiese, salirono sul belvedere, si arrampicarono su stretti sentieri che portavano a piccoli ruscelli che rilasciavano un’ acqua limpida pura e ghiacciata. Passarono ore e ore ad esplorare quei posti finché esausti decisero di tornare a casa. Erano già trascorse le venti da un bel po’. Fecero una doccia e andarono in cucina a riscaldare le lasagne preconfezionate che avevano portato da casa. Ad un tratto Lisa, affacciandosi alla finestra, esclamò: ” Amore, guarda che bella la casetta qui vicino, sembra finta”. Remo si limitò ad annuire, troppo impegnato a gustare la cena. Mangiando, però, gli tornarono alla mente le parole di Ugo e incuriosito si alzò per dare un’ occhiata anche lui alla casetta vicina: non notò nulla di pericoloso e, accennando un sorrisetto pensò che quell’ uomo fosse un po’ matto e tornò a mangiare.
Alle ventitré, troppo stanchi per fare qualunque altra cosa, decisero di andare a letto.
Erano le tre quando Lisa, assetata, si alzò per andare in cucina. Con gl’ occhi semichiusi aprì il frigo, prese la bottiglia e iniziò a bere. D’ improvviso un lampo proveniente dall’ esterno attirò la sua attenzione e lei si affacciò per vedere di cosa si trattasse.